HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: a gennaio, le condizioni operative peggiorano a un tasso più leggero
Le aziende manifatturiere italiane a gennaio hanno affrontato l’ennesimo mese difficile anche se sono evidenti segnali di speranza. I cali della produzione e degli ordini sono rallentati notevolmente e l’ottimismo delle aziende ha preso piede. Allo stesso tempo, i tempi medi di consegna dei fornitori sono peggiorati per la prima volta in quasi un anno a causa delle complicazioni nella rotta di navigazione del Mar Rosso. Malgrado le incertezze sulla fornitura, le aziende hanno continuato a ridurre a gennaio il loro livello degli acquisti di beni e ridurre le loro giacenze.
L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, a gennaio è aumentato da 45.3 di dicembre e ha raggiunto 48.5, segnalando quindi il più debole peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano dell’attuale sequenza di contrazione di dieci mesi.
Il declino più lento della produzione e dei nuovi ordini e i tempi medi di consegna dei fornitori tornati ad allungarsi hanno tutti contribuito al rallentamento generale della contrazione di gennaio.
Il maggiore componente del PMI principale, i nuovi ordini, ha registrato a gennaio una forte contrazione, ma al declino più lento dell’attuale sequenza. Le aziende hanno collegato il calo alla debolezza della domanda e alle tensioni geopolitiche, che hanno inoltre avuto un impatto negativo sui nuovi ordini esteri. Le aziende campione hanno in particolare attribuito le interruzioni alla rotta di navigazione del Mar Rosso e alla debolezza economica del Nord Europa e degli Stati Uniti.
I livelli della produzione rimangono a gennaio appena dentro il territorio di contrazione, e segnalano il decimo mese consecutivo di declino presso i manifatturieri italiani. Il carico produttivo è stato influenzato dalla debolezza degli ordini ricevuti e dalle condizioni economiche inadeguate. Il tasso di contrazione della produzione però è stato il più lento dell’attuale sequenza e marginale.
Il tasso di declino della domanda superiore a quello della produzione ha fatto sì che le aziende abbiano ancora una volta ridotto il loro livello di lavoro inevaso. Il tasso di calo degli ordini in fase di lavorazione è stato elevato e più veloce di quello di dicembre. Il ritorno dei tagli occupazionali rappresenta un altro segnale di capacità produttiva in eccesso presso i manifatturieri. Dopo un mese di mantenimento dei livelli occupazionali, il mancato rimpiazzamento del personale uscente ha causato un marginale calo del personale.
I produttori manifatturieri italiani hanno allo stesso tempo registrato una forte riduzione a gennaio dell’attività di acquisto, la ventesima mensile consecutiva.
Conseguentemente al calo degli acquisti e dei nuovi ordini, le aziende hanno espresso un bisogno ridotto di tenere giacenze di beni, che ha a sua volta diminuito per il decimo mese consecutivo le scorte di materie prime e semilavorati. Secondo i dati raccolti, gli ordini dei beni sono stati rinviati e le giacenze ridotte, mentre rimangono deboli le condizioni della domanda.
A gennaio, i tempi medi di consegna dei beni in particolare sono aumentati per la prima volta in quasi un anno. Le aziende campione hanno notato che le interruzioni sulla fornitura del Mar Rosso hanno causato un allungamento dei tempi di consegna.
Sul fronte dei prezzi si nota come il carico dei costi delle aziende manifatturiere italiane a gennaio è diminuito nuovamente. Le aziende campione hanno attribuito l’ultimo calo alla contrazione delle materie prime causata della debolezza della domanda. Il tasso di deflazione ha inoltre registrato il valore massimo in cinque mesi. Per stimolare la domanda, le aziende che fanno parte dell’indagine hanno deciso di ridurre moderatamene i loro prezzi di vendita.
Mentre le condizioni operative sono peggiorate al tasso più lento in dieci mesi, è aumentato l’ottimismo delle aziende manifatturiere italiane sull’attività dei prossimi 12 mesi. Tale aumento, che ha fatto raggiungere all’indice livelli massimi in cinque mesi, è stato attribuito alle aspettative di crescita e alle speranze di ripresa del mercato. Detto questo, alcune aziende sono rimaste preoccupate sulle tensioni di natura geopolitica.
Commento
Commentando i dati PMI, Dr. Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Migliora la situazione del settore manifatturiero italiano, con il relativo HCOB PMI in crescita di oltre tre punti con 48.5. Malgrado in contrazione, e così come successo negli ultimi dieci mesi, la produzione è risultata vicino alla soglia di non cambiamento di 50.0 e, considerando l’attuale difficile situazione in tutta l’Europa, tale risultato è notevole. Se l’attuale tendenza al rialzo degli ultimi due mesi dovesse continuare, potremmo guardare al futuro con ottimismo.
Nonostante il netto aumento dell’indice, il settore sta accora avendo difficoltà. Per esempio, malgrado la generale carenza di personale specializzato il livello occupazionale si è ridotto, le giacenze dei prodotti manifatturieri sono in calo e l’attività di acquisto è diminuita. Tutto ciò segnala che la recessione sta progredendo e le aziende campione lo attribuiscono alle crescenti incertezze geopolitiche.
Il livello degli ordini è oppresso dagli alti tassi di interesse. Tuttavia, è incoraggiante osservare che il ritmo di contrazione si è significativamente ridotto. Il livello del lavoro inevaso ha comunque continuato a registrare una notevole contrazione. Gli ordini esteri hanno mostrato un netto miglioramento rispetto al mese scorso, ma i tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati a causa della situazione nel Mar Rosso. Detto questo, i problemi con la fornitura non sono ancora ai livelli osservati durante la pandemia da Covid-19.
Le aziende manifatturiere italiane guardano al futuro con uno sguardo cautamente ottimista. L’Indice della Produzione Futura è risalito a un livello superiore alla media a lungo termine, alimentato dalle promettenti aspettative di crescita e dalla speranza di una ripresa del mercato. Le nostre previsioni a brevissimo termine anticipano una leggera contrazione del PIL generale del primo trimestre dello 0.1%, causato principalmente dall’attuale debolezza del settore manifatturiero. Ci sono però i primi segnali di un futuro migliore.”
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