HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: il calo della produzione e dei nuovi ordini ai tassi maggiori in sei mesi causa la prima contrazione dei prezzi di vendita da settembre 2020

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: il calo della produzione e dei nuovi ordini ai tassi maggiori in sei mesi causa la prima contrazione dei prezzi di vendita da settembre 2020

Dopo aver mostrato modesti segnali di ripresa durante il primo trimestre, l’economia manifatturiera dell’eurozona ha registrato, a metà del secondo trimestre, il secondo mese consecutivo di contrazione della produzione. Secondo l’ultima indagine HCOB PMI®, i volumi della produzione sono crollati al tasso più veloce dallo scorso novembre, riflettendo un effetto frenante sempre più evidente da parte della domanda, con i nuovi ordini che inoltre hanno riportato la contrazione massima in sei mesi. Le aziende manifatturiere hanno continuato a completare il loro lavoro inevaso per cercare di sostenere la produzione. Gli ordini in fase di lavorazione di maggio, infatti, sono diminuiti ad un tasso maggiore. I livelli occupazionali delle aziende manifatturiere sono aumentati per il ventottesimo mese consecutivo, anche se l’ultimo tasso di creazione occupazionale eguaglia quello minimo raggiunto durante questa sequenza.

I tempi medi di consegna dei fornitori hanno continuato ad accorciarsi drasticamente per la crescente capacità presso i fornitori. Con il potere da parte dei fornitori nel fissare i prezzi gradualmente in diminuzione, e a causa del calo dei costi energetici, i costi di acquisto sostenuti dal settore manifatturiero dell’eurozona sono diminuiti al tasso più veloce da febbraio 2016. Allo stesso tempo, i prezzi di vendita sono risultati minori per la prima volta da settembre 2020.

L’HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona redatto da S&P Global, è diminuito da 45.8 di aprile e ha raggiunto a maggio 44.8. Scendendo al di sotto della soglia neutra che separa l’espansione dalla contrazione di 50.0, l’ultimo valore ha segnalato un nuovo declino dello stato di salute del settore manifatturiero dell’eurozona, ed il maggiore in tre anni.

Tra le otto nazioni monitorate dall’indagine (che rappresentano approssimativamente l’89% dell’attività manifatturiera totale), ancora una volta la Grecia è stato l’unico stato membro ad aver registrato un miglioramento delle condizioni operative da aprile. Detto questo, la crescita è stata più lenta e solo modesta. Nelle altre nazioni, ad eccezione della Francia, è stato riportato un peggioramento del settore manifatturiero rispetto al mese precedente. In molti casi, i tassi di peggioramento sono stati i più alti osservati dai tempi del picco iniziale della pandemia da Covid-19 di maggio 2020.

I dati dell’indagine di maggio hanno rivelato una maggiore contrazione del volume della produzione manifatturiera dell’area euro. Il declino della produzione è stato elevato e il più veloce dallo scorso novembre. Il calo delle nuove vendite durante la metà del secondo trimestre è stato un ostacolo notevole per i manifatturieri, con l’afflusso dei nuovi ordini in forte contrazione e al tasso più veloce in sei mesi. Le aziende intervistate hanno evidenziato crescenti difficoltà nell’attrarre nuovi ordini da clienti esteri, con il livello della contrazione dei nuovi ordini esteri, incluso il traffico intra eurozona, in accelerazione ad un tasso più elevato. Il peggioramento di maggio della domanda estera è stato tra i maggiori registrati dall’indagine (da giugno 1997).

Con la contrazione dell’afflusso dei nuovi ordini totali che a maggio ha superato ancora una volta la produzione, le imprese manifatturiere dell’eurozona hanno ancora una volta smaltito i loro livelli del lavoro inevaso per sostenere i livelli della produzione. Gli ordini in fase di lavorazione sono diminuiti per il dodicesimo mese consecutivo a maggio, con un tasso di contrazione che è stato il maggiore dallo scorso ottobre. I produttori manifatturieri dell’eurozona hanno continuato ad assumere personale aggiuntivo, estendendo l’attuale sequenza di creazione occupazionale a 28 mesi. L’aumento del personale è stato però modesto e per la seconda volta durante questa sequenza il più debole.

Gli ultimi risultati dell’indagine hanno mostrato un calo persistente delle giacenze, con quelle degli acquisti in contrazione per il quarto mese consecutivo e al tasso maggiore da ottobre 2019. I manifatturieri dell’eurozona hanno ridotto notevolmente e ancora una volta la loro attività di acquisto durante la metà del secondo trimestre, mostrando la preferenza di utilizzare, laddove possibile, il materiale esistente. Le giacenze dei prodotti finiti sono risultate generalmente invariate da aprile.

Le condizioni della catena di fornitura che migliorano rapidamente hanno inoltre giustificato gli sforzi di utilizzo delle esistenti giacenze, con i tempi medi di consegna dei fornitori che a maggio si sono accorciati drasticamente ancora una volta. Le aziende hanno di conseguenza registrato il maggiore declino dei loro costi di acquisto da febbraio 2016 a causa del calo dei prezzi di vendita, così come il declino dei prezzi energetici. I minori costi operativi hanno permesso alle aziende di essere più flessibili sulle loro strategie dei prezzi. A maggio, per la prima volta da settembre 2020, i prezzi di vendita sono diminuiti.

Guardando al futuro, malgrado il prevalente peggioramento delle condizioni del settore, le aziende manifatturiere dell’eurozona sono rimaste ottimiste per la loro attività dei prossimi 12 mesi. Detto questo, il livello di ottimismo è stato debole rispetto agli standard storici ed è diminuito al livello minimo in cinque mesi.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di maggio

Grecia51.5minimo in 4 mesi
Spagna48.4minimo in 4 mesi
Irlanda47.5minimo in 36 mesi
Italia45.9minimo in 36 mesi
Francia45.7 (flash: 46.1)massimo in 2 mesi
Paesi Bassi44.2minimo in 36 mesi
Germania43.2 (flash: 42.9)minimo in 36 mesi
Austria39.7minimo in 37 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “La debolezza della domanda del settore manifatturiero, che è diventata sempre più evidente da inizio anno con il calo dei PMI, ha adesso indotto le imprese campione a ridurre la loro produzione per il secondo mese consecutivo. Il declino dei nuovi ordini nazionali e di quelli esteri segnala che la debolezza della produzione probabilmente continuerà per parecchi altri mesi. I dati della Commissione Europea di aprile mostrano come praticamente tutte le categorie dei beni sono sotto pressione, con l’importante eccezione dei beni capitali. Tale tendenza è inoltre confermata dal PMI Manifatturiero per i beni capitali, che a maggio è risultato di gran lunga più resiliente, rispetto a quelli dei beni intermedi e di consumo. Nello specifico, il piano NextGenerationEU destinato ai progetti d’investimento possibilmente può giocare un ruolo stabilizzante. La contrazione del settore manifatturiero è geograficamente generale. Nelle quattro maggiori nazioni dell’eurozona, infatti, i PMI hanno registrato un valore inferiore alla soglia neutra di non cambiamento di 50.0. Secondo l’Eurostat, la produzione manifatturiera è già crollata durante il primo trimestre e, giudicando dai risultati dell’indagine PMI, la tendenza possibilmente continuerà ad essere negativa durante il secondo trimestre, con in particolare la Francia che si distingue come la nazione a riportare risultati particolarmente deludenti. Nel mercato del lavoro, la contrazione non ha ancora preso piede. A conti fatti, malgrado la difficile situazione degli ordini, le aziende intervistate stanno ancora assumendo altri dipendenti e sono restie a tagliare personale per la paura di non essere poi in grado di colmare nuovamente le posizioni quando la situazione migliorerà. Ciò evidenzia una sorta di ottimismo poiché, dopotutto, la maggior parte delle aziende intervistate prevede di produrre di più durante i prossimi dodici mesi di quanto producono adesso.”

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