HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: crollo al tasso maggiore in tre anni dei prezzi di acquisto dei beni dell’eurozona a causa dell’ennesimo calo di giugno della domanda e della produzione

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: crollo al tasso maggiore in tre anni dei prezzi di acquisto dei beni dell’eurozona a causa dell’ennesimo calo di giugno della domanda e della produzione

L’ultima indagine HCOB PMI® di giugno ha mostrato un intensificarsi della contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona, con il calo al tasso maggiore della produzione dallo scorso ottobre, quando aumentarono le preoccupazioni riguardanti il prezzo e la fornitura energetica. La domanda di beni dell’eurozona è diminuita notevolmente alla fine del secondo trimestre, con deboli prestazioni delle vendite soprattutto evidenti in Austria, Germania e Italia. In particolare, il livello occupazionale è diminuito per la prima volta da gennaio 2021 e l’ottimismo delle aziende è crollato al livello minimo in sette mesi.

Le imprese manifatturiere dell’eurozona a giugno, nel mezzo di questa debolezza dell’economia del settore, hanno incrementato i loro sforzi nell’utilizzare le scorte esistenti. Il crollo della richiesta di beni destinati alla produzione e le condizioni degli approvvigionamenti in notevole miglioramento hanno contribuito ad un nuovo forte declino dei costi medi di acquisto, mentre i prezzi di vendita sono di nuovo crollati e al tasso più veloce in tre anni.

L’HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona redatto da S&P Global, è diminuito a 43.4 a giugno da 44.8 di maggio e per il dodicesimo mese consecutivo si è attestato al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0. Nell’insieme, l’indice principale ha segnalato il peggioramento maggiore dello stato di salute dei produttori della zona euro da maggio del 2020.

A livello nazionale, i dati dell’indagine di giugno hanno mostrato che in parecchie delle nazioni monitorate le prestazioni manifatturiere sono state le peggiori dalla fase iniziale della pandemia da Covid-19 nella prima metà del 2020. Austria, Germania, Italia, Irlanda e Paesi Bassi hanno registrato i cali maggiori delle condizioni operative in oltre tre anni. La Grecia ancora una volta va contro la tendenza generale di calo e registrando il quinto mese consecutivo di miglioramento della prestazione del settore manifatturiero.

I dati dell’indagine di giugno hanno segnalato il terzo mese consecutivo di riduzione dei livelli della produzione manifatturiera della zona euro. Il calo è stato elevato, accelerato da maggio fino a toccare il valore più forte dallo scorso ottobre. Secondo i dati di settore, la contrazione della produzione mensile dei beni di consumo, di investimento e intermedi è risultata più rapida, con quella dei beni intermedi che ha riportato il calo più veloce.

Il volume della produzione è stato ridotto dalla debolezza delle condizioni della domanda di mercato. L’afflusso totale dei nuovi ordini ricevuti è diminuito rapidamente a giugno e al tasso massimo in otto mesi. Anche la domanda estera, incluso il commercio intra eurozona, è calata, segnando il sedicesimo calo mensile dei nuovi ordini destinati al mercato estero.

Nel dettaglio, la riduzione dei nuovi ordini è stata notevolmente più alta di quella della produzione, quest’ultima infatti è stata in parte supportata dagli sforzi delle aziende di dedicarsi agli ordini in fase di lavorazione. I dati di giugno hanno indicato un nuovo forte calo del lavoro inevaso, al tasso di accelerazione più veloce in oltre tre anni. Conseguentemente al minore carico di lavoro, il livello occupazionale dell’area euro si è contratto a giugno e per la prima volta da gennaio 2021.

Forti contrazioni negli indicatori chiave quali nuovi ordini e produzione chiaramente hanno influenzato a giugno l’ottimismo delle aziende sulle previsioni future. Le aspettative, sebbene pur sempre con un bilancio netto positivo, sono state le più basse in sette mesi.

Di conseguenza le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno intensificato, a fine del secondo trimestre, la loro attività di destoccaggio. L’attività di acquisto è diminuita ad un tasso notevole ed ha segnato uno tra i più veloci valori in 26 anni di raccolta dati. Il volume delle giacenze delle materie prime e dei semilavorati è diminuito il per il quinto mese consecutivo, mentre le aziende hanno registrato il calo più rapido delle giacenze dei prodotti finiti da aprile 2022.

Così come segnalato da un altro forte miglioramento dei tempi medi di consegna, le condizioni della fornitura di giugno sono rimaste favorevoli per i compratori. Gli ultimi dati dell’indagine hanno indicato un nuovo forte calo dei prezzi medi di acquisto sostenuti dalle aziende manifatturiere dell’eurozona Il taglio dei costi industriali di giugno è stato di fatto il più veloce da luglio 2009. I dati settoriali hanno rivelato un particolare forte calo delle spese operative presso i produttori dei beni intermedi. Con il carico dei costi in diminuzione e la contrazione della domanda che sta causando un aumento della pressione competitiva, i prezzi di vendita dei beni dell’area euro sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e al tasso maggiore in tre anni.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di giugno

Grecia   51.8                                   massimo in 2 mesi

Spagna             48.0                                   minimo in 6 mesi

Irlanda  47.3         minimo in 37 mesi

Francia            46.0 (flash: 45.5)          massimo in 3 mesi

Paesi Bassi                         43.8                               minimo in 37 mesi

Italia                                   43.8                               minimo in 38 mesi

Germania                  40.6 (flash: 41.0)          minimo in 37 mesi

Austria                                   39.0                               minimo in 38 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Secondo l’indice PMI della produzione, a giugno la produzione manifatturiera dell’eurozona si è contratta per il terzo mese consecutivo, e ad un tasso in accelerazione che indica un peggioramento delle condizioni del settore. Anche i nuovi ordini sono diminuiti ad un tasso più veloce, aumentando ancora di più la possibilità che la produzione industriale, che secondo l’Eurostat nel primo trimestre era già diminuita ad un tasso mensile di 0.9%, diminuirà ancora una volta durante il secondo. È sempre più evidente che il settore industriale ad alta intensità di capitale sta reagendo negativamente all’impennata del tasso d’interesse della BCE. Le aziende intervistate hanno ridotto i loro livelli occupazionali per la prima volta da gennaio 2021, e l’attività di acquisto è calata ad uno dei tassi peggiori dell’indagine. I tagli dei prezzi di vendita per il secondo mese consecutivo non destano nessuna sorpresa considerata la debolezza della domanda e il rapido tasso di deflazione dei costi. Geograficamente parlando, la contrazione è stata generale, visto che a giugno tutte le quattro nazioni principali dell’eurozona sono rimaste in contrazione. In termini di nuovi ordini, in Germania la debolezza della domanda è più pronunciata, seguita dall’Italia e dalla Francia. I tempi medi di consegna continuano a normalizzarsi, con il rispettivo indice che ha segnalato che da febbraio le aziende campione dell’eurozona stanno ricevendo le loro consegne più rapidamente rispetto al mese precedente. Mentre sembra che le aziende non si lamentino più di tanto dei tempi medi di consegna, la carenza di materiale rimane ancora un problema persistente. Per esempio, secondo il rapporto della Commissione europea (DG-ECFIN), circa il 28% delle aziende dell’eurozona ha lamentato una carenza di materiale nel secondo trimestre mentre nel 2019 la percentuale era poco inferiore al 7%”.

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