HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: a ottobre il calo degli ordini manifatturieri è tra i maggiori in assoluto

 HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: a ottobre il calo degli ordini manifatturieri è tra i maggiori in assoluto

Il crollo del settore manifatturiero dell’eurozona è rimasto notevole all’inizio del quarto trimestre, con una forte e accelerata contrazione dei nuovi ordini, dell’attività di acquisto e del lavoro inevaso che ha contribuito all’ennesimo forte calo della produzione manifatturiera. Nello specifico, tutti gli indicatori sopra citati sono risultati tra i più bassi delle relative medie storiche, sottolineando una forte debolezza nell’economia manifatturiera dell’eurozona. I dati dell’indagine di ottobre inoltre hanno segnalato la riduzione più rapida dei livelli occupazionali da agosto 2020 a causa del calo dell’ottimismo al livello minimo in 11 mesi.

I prezzi di acquisto dei manifatturieri continuano a diminuire per l’ottavo mese consecutivo, provocando una maggiore attività di sconto. In entrambi i casi, il tasso di deflazione ha però riportato un rallentamento.

L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, redatto da S&P Global, è diminuito a ottobre al livello minimo in tre mesi di 43.1, in discesa da 43.4 di settembre ed è stato indicativo di un nuovo forte peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero dell’area euro. Tale calo rappresenta il sedicesimo mese consecutivo che l’indice principale del report ha registrato un valore inferiore alla soglia neutra di non cambiamento di 50.0, segnalando quindi una forte contrazione delle condizioni manifatturiere.

Tra le nazioni dove i dati PMI sono disponibili, l’indagine di ottobre ha evidenziato una debolezza generale e così come successo sinora dalla seconda metà dell’anno, malgrado un calo più lento, la Germania è stata la nazione a riportare la prestazione peggiore. La Francia, la seconda maggiore economia dell’unione monetaria europea, ha registrato la sua contrazione maggiore delle condizioni manifatturiere in quasi tre anni e mezzo. Cali più veloci sono inoltre stati riportati in Italia, Spagna e Irlanda, mentre la Grecia è rimasta l’unica nazione ad aver riportato un miglioramento, anche se solo leggero.

I dati dell’indagine PMI hanno continuato a sottolineare la considerevole debolezza della domanda, con i nuovi ordini in contrazione a uno dei tassi maggiori della storia dell’indagine. L’ultimo calo è stato inferiore solo a quelli osservati durante la pandemia, la crisi finanziaria globale del 2008-09 e la crisi energetica di fine 2022. Tendenze simili sono state inoltre evidenti sia per la quantità degli acquisti che per il livello del lavoro inevaso, sottolineando quindi un’immagine cupa dell’industria manifatturiera dell’eurozona.

Considerato il forte indebolimento della domanda, un calo veloce e accelerato del livello del lavoro inevaso ha segnalato gli sforzi delle aziende campione di supportare la produzione. Detto questo, il volume produttivo manifatturiero è diminuito ancora una volta notevolmente e per la seconda volta da maggio 2020, al tasso maggiore.

In linea con la tendenza osservata sinora nell’anno in corso, i produttori manifatturieri dell’eurozona hanno ridotto a ottobre le loro giacenze degli acquisti. Il tasso di contrazione in particolare è accelerato per il secondo mese consecutivo ed è stato il maggiore da novembre 2012. Anche le giacenze dei prodotti finiti sono in calo e al tasso più elevato in oltre 2 anni.

Assieme al miglioramento dei flussi di cassa avuti grazie ai minori livelli di giacenze, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno cercato di risparmiare sui costi effettuando anche tagli del personale. A inizio di questo trimestre, il livello occupazionale è crollato per il quinto mese consecutivo, con un tasso di riduzione dell’organico che ha raggiunto il suo livello più veloce da agosto 2020.

Un calo più veloce del livello del personale si è inoltre verificato a causa del peggioramento delle previsioni di crescita futura delle aziende. Malgrado le imprese manifatturiere abbiano espresso delle aspettative marginalmente positive per la loro attività dei prossimi 12 mesi, il livello di ottimismo è scivolato al minimo in 11 mesi.

Allo stesso tempo, la deflazione è rimasta la caratteristica fondamentale dell’indagine PMI manifatturiera di ottobre, con sia i costi di acquisto che i prezzi di vendita che hanno continuato a calare. L’entità della contrazione delle spese operative, pur restando elevata, è stata la più debole da aprile. Il forte crollo dei prezzi di acquisto in parte riflette il nuovo miglioramento della catena di distribuzione, i tempi medi di consegna dei fornitori infatti continuano a migliorare. Per il sesto mese consecutivo, le aziende campione hanno continuato a trasferire i loro risparmi sui costi ai clienti finali sotto forma di prezzi di vendita più bassi.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di ottobre

Grecia50.8massimo in 2 mesi
Irlanda48.2minimo in 3 mesi
Spagna45.1minimo in 12 mesi
Italia44.9minimo in 3 mesi
Paesi Bassi43.8massimo in 2 mesi
Francia42.8 (flash: 42.6)minimo in 41 mesi
Austria41.7massimo in 6 mesi
Germania40.8 (flash: 40.7)massimo in 5 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “La tendenza del settore manifatturiero dell’eurozona degli ultimi due anni si potrebbe paragonare a una difficile corsa in discesa. Considerato che il PMI principale si è mosso a malapena nel corso degli ultimi mesi, incluso ottobre, potremmo dire di essere in procinto di raggiungere il traguardo. La vera domanda, quindi, è quando inizieremo la risalita. La stagnazione dell’indice dei nuovi ordini, rimasto fortemente in territorio negativo, e l’andamento simile dell’Indice della Quantità degli Acquisti non suggeriscono un immediato cambio di direzione. Detto questo, la storia racconta che in molti casi la stabilizzazione di questi indici è il presupposto dell’inizio di una ripresa. Ci aspettiamo che ciò accada nella prima metà dell’anno prossimo. Le aziende continuano a diminuire le loro giacenze degli acquisti. Perciò non assistiamo a nessuna volontà da parte delle aziende a riempire i loro scaffali, fenomeno questo che ci aspetteremmo durante una fase di ripresa della domanda. Considerate le nuove tensioni geopolitiche nel Medio Oriente e il conseguente aumento dei rischi negativi, forse ciò non desta molta sorpresa. A ottobre, le aziende manifatturiere in particolare, hanno ridotto più drasticamente il loro personale, rispetto al mese precedente. Quando paragoniamo però l’Indice PMI principale con quello del livello occupazionale, osserviamo come quest’ultimo in realtà sia in una forma migliore rispetto al primo. Ciò è alquanto atipico, di solito infatti entrambi gli indici tendono a muoversi all’unisono, come possiamo osservare dai dati raccolti tra il 2011 e il 2019. C’è però una spiegazione in questo comportamento apparentemente strano: la carenza di manodopera. Il mercato del lavoro non si indebolirà come durante le precedenti crisi economiche in quanto le aziende sono più restie a licenziare personale. Pare che le nazioni dell’eurozona si stiano danneggiando a vicenda. Con i PMI di Francia, Italia e Spagna in caduta libera e la Germania che mostra già una forte recessione manifatturiera, è piuttosto chiaro che durante questo trimestre il settore si stia dirigendo verso una contrazione in tutte queste nazioni”.

Immagine di aleksandarlittlewolf su Freepik 

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