HCOB PMI®: primo calo da gennaio della produzione manifatturiera dell’eurozona
L’ultima indagine HCOB di S&P Global ha mostrato come ad inizio del secondo trimestre il settore manifatturiero dell’eurozona ha registrato un forte peggioramento delle condizioni operative, con i volumi della produzione in contrazione per la prima volta da inizio anno. In aggiunta, i nuovi ordini manifatturieri della zona euro sono diminuiti al tasso maggiore in quattro mesi consecutivamente all’intensificarsi della crisi della domanda.
Allo stesso tempo, le aziende manifatturiere dell’eurozona hanno registrato la seconda contrazione mensile consecutiva dei loro costi di acquisto. Il calo delle spese operative è stato il più rapido in quasi tre anni, e il miglioramento più veloce delle condizioni della fornitura ha favorito la riduzione delle pressioni inflazionistiche. Ad aprile è stato inoltre riportato l’ennesimo accorciamento record dei tempi medi di consegna dei beni da parte dei fornitori.
L’HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona redatto da S&P Global, ha raggiunto ad aprile 45.8, in discesa da 47.3 di marzo e al di sotto della soglia di non cambiamento che separa l’espansione dalla contrazione di 50.0 per il decimo mese consecutivo. L’indice principale ha segnalato il peggioramento più veloce delle condizioni del settore da maggio 2020, durante la prima ondata di misure restrittive da Covid-19.
Tra le otto nazioni monitorate dall’indagine (che rappresentano approssimativamente l’89% dell’attività manifatturiera totale), ad aprile, sette hanno registrato indici PMI manifatturieri inferiori a 50.0. Con 42.0 quello minore è stato il PMI dell’Austria, anche se tale dato riflette principalmente la forte influenza al ribasso dell’Indice dei Tempi Medi di Consegna dei Fornitori che ha raggiunto un nuovo valore record.
Stessa situazione in Germania (44.5), che ad aprile è stata la seconda nazione a riportare i risultati peggiori. Con 52.4 la Grecia è stata l’unica nazione tra quelle che fanno parte della zona euro ad osservare un’espansione durante l’ultima indagine.
Le aziende manifatturiere hanno registrato un nuovo declino ad aprile della produzione, in contrasto con l’espansione consecutiva dei due mesi precedenti. Il calo in generale è stato modesto anche se il più veloce dallo scorso dicembre. Il peggioramento più rapido delle condizioni della domanda ad inizio del secondo trimestre è stato la causa dei minori livelli della produzione. I nuovi ordini sono diminuiti per il dodicesimo mese consecutivo, con un tasso di declino in accelerazione da marzo che è stato il più rapido in quattro mesi. Secondo le aziende campione, la titubanza dei clienti e i maggiori livelli delle giacenze hanno ridotto i nuovi ordini ricevuti. Anche la domanda estera, incluso il commercio intra eurozona è diminuita ancora una volta, anche in questo caso ad un tasso di calo più veloce.
È stata chiaramente evidente la capacità produttiva in eccesso ad aprile nel settore manifatturiero dell’area euro, con il livello del lavoro inevaso in contrazione per l’undicesimo mese consecutivo e al tasso maggiore dallo scorso novembre. Consecutivamente alla contrazione dei nuovi ordini manifatturieri, continua a diminuire ad aprile l’attività di acquisto, con le aziende che hanno così reagito alle ridotte esigenze produttive. Il calo è stato notevolmente più rapido rispetto a marzo ed è stato il maggiore in cinque mesi.
Con il drastico taglio di aprile dell’attività di acquisto delle aziende manifatturiere, è aumentata la capacità dei fornitori dell’area euro che di conseguenza hanno velocizzato le loro consegne. I tempi medi di consegna si sono accorciati al livello massimo dall’inizio dell’indagine nel 1997, superando il precedente record raggiunto già a marzo. Viste le migliori condizioni della fornitura e le continue riduzioni degli acquisti, durante l’ultima indagine e per il terzo mese consecutivo diminuiscono le giacenze dei fattori produttivi dell’area euro. Il tasso di calo è stato il maggiore da gennaio 2021.
Secondo le aziende campione, i tempi medi di consegna più veloci riflettono la maggiore disponibilità di materie prime, oltre che la minore concorrenza nel mercato. Il maggiore equilibrio tra fornitura e domanda ha certamente ridotto i costi sostenuti dalle aziende manifatturiere ad aprile e per il secondo mese consecutivo, con il campione monitorato che spesso ha riportato trattative efficaci sui prezzi con i fornitori. La contrazione dei costi medi di acquisto è stata elevata e la più veloce in quasi tre anni. I prezzi di vendita invece sono aumentati, anche se al tasso più debole da novembre 2020.
Guardando al futuro, i manifatturieri dell’eurozona sono rimasti ottimisti in merito alla crescita per i prossimi 12 mesi, ad un livello leggermente più forte rispetto a marzo. Le aziende campione hanno inoltre incrementato la loro forza lavoro per il ventisettesimo mese consecutivo, anche se il tasso di creazione occupazionale è stato più debole e ha raggiunto il livello più lento da febbraio 2021.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di aprile
Grecia 52.4 minimo in 2 mesi
Spagna 49.0 minimo in 3 mesi
Irlanda 48.6 minimo in 35 mesi
Italia 46.8 minimo in 6 mesi
Francia 45.6 (flash: 45.5) minimo in 35 mesi Paesi Bassi 44.9 minimo in 35 mesi Germania 44.5 (flash: 44.0) minimo in 35 mesi
Austria 42.0 minimo in 35 mesi
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:
“Secondo l’Indice HCOB PMI della Produzione, è diminuita ad aprile la produzione manifatturiera dell’Eurozona. Tale calo è stato abbastanza generale in tutta la regione, con gli indici PMI nazionali della Francia e dell’Italia che hanno segnalato una contrazione dell’attività, mentre in Germania e Spagna è stata riportata una quasi stagnazione. Tale debolezza probabilmente è attribuibile al fatto che parecchie aziende hanno accumulato enormi giacenze per fronteggiare i problemi che da parecchio tempo affliggevano la catena di distribuzione, ma adesso si stanno rendendo conto di aver esagerato.
L’ennesimo forte accorciamento dei tempi medi di consegna dei fornitori d’altro canto segnala una normalizzazione della catena di distribuzione anche se, assieme ad altri indicatori, va inteso come debolezza della domanda. Tale criterio si inserisce col continuo declino dei nuovi ordini, inclusi quelli esteri. Anche il volume degli acquisti delle imprese indica la direzione del declino della domanda e della produzione.
Se si trattasse solo dei prezzi dei beni le cose andrebbero per il verso giusto per la Banca Centrale Europea, perché secondo l’indagine HCOB PMI l’andamento di crescita dei prezzi di vendita è diminuito notevolmente. In aggiunta, i prezzi di acquisto sono ancora una volta diminuiti drasticamente. Tuttavia, la BCE non ha nessun motivo per rilassarsi, poiché sia i dati del PMI flash sui prezzi dei servizi di aprile che i dati Eurostat sull’inflazione del terziario resi disponibili lo scorso marzo continuano a riportare una forte pressione sui prezzi.
Ad aprile la previsione futura è risultata in qualche modo positiva. Questo potrebbe sembrare sorprendente, considerato il declino dei nuovi ordini. Tuttavia, secondo i dati Eurostat il livello del lavoro inevaso nelle quattro maggiori nazioni dell’eurozona rimane storicamente elevato, confermando l’opinione delle aziende campione che i loro livelli produttivi, nel breve termine, non si dovrebbero ridurre.”