HCOB PMI®: nuova crisi nel manifatturiero europeo a giugno con il più rapido calo della produzione registrato quest’anno

 HCOB PMI®: nuova crisi nel manifatturiero europeo a giugno con il più rapido calo della produzione registrato quest’anno

I recenti dati HCOB PMI® mostrano che l’economia manifatturiera dell’eurozona alla fine del secondo trimestre ha segnalato una nuova crisi, con un’accelerazione decisa della contrazione della produzione manifatturiera fino ai massimi registrati in un anno. I nuovi ordini, gli acquisti e l’occupazione sono anche diminuiti a tassi più rapidi, ma le previsioni per i prossimi dodici mesi sono rimaste positive.

Per la prima volta da febbraio del 2023, i costi dei fattori produttivi sono aumentati, facendo sì che le aziende dell’eurozona si trattengano nell’offrire sconti. Le tariffe di vendita sono scese solo marginalmente e al tasso più debole in oltre un anno.

L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, che mensilmente misura lo stato di salute delle fabbriche dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a giugno è sceso per la quarta volta negli ultimi cinque mesi. Calando a 45.8, dal record in 14 mesi di maggio con 47.3, il valore principale dell’indagine ha indicato un peggioramento forte e accelerato dello stato di salute del settore. La nuova scivolata di giugno fa raggiungere all’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona un valore ben al di sotto della media d’indagine di 51.6.

Tendenze più deboli sono state osservate nella maggior parte dei settori manifatturieri a livello nazionale. La Grecia ha mantenuto la sua posizione in cima alla classifica del PMI manifatturiero, nonostante l’indice sia sceso ai minimi in sei mesi. Tassi di miglioramento più lenti sono stati registrati anche in Spagna e nei Paesi Bassi. Gli altri paesi dell’area dell’euro monitorati hanno visto condizioni peggiori alla fine del secondo trimestre. A eccezione dell’Italia, i peggioramenti sono stati più marcati rispetto a maggio. Il settore manifatturiero tedesco è stato di nuovo quello che ha registrato i risultati peggiori nell’area dell’euro, come accade ogni mese da febbraio.

La produzione industriale in tutta l’area dell’euro, dopo essersi quasi stabilizzata a maggio, è diminuita l’ultimo mese del secondo trimestre in modo consistente e al ritmo più rapido del 2024. Come evidenziato dall’indice dei nuovi ordini sceso ulteriormente al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, la contrazione della produzione a giugno è avvenuta nel contesto di un maggiore deterioramento delle condizioni della domanda. Anche i produttori di beni dell’Eurozona hanno registrato un indebolimento delle vendite estere, con gli ultimi dati dell’indagine che segnalano il ventottesimo calo mensile consecutivo dei nuovi ordini all’esportazione (incluso il traffico intro eurozona). La riduzione è stata marcata e la più forte da febbraio.

A giugno le imprese manifatturiere dell’Eurozona hanno ridotto gli acquisti a causa della contrazione delle esigenze produttive. Infatti, la diminuzione dei livelli di acquisto è stata più pronunciata rispetto a maggio e più rapida rispetto ai cali simultanei della produzione e dei nuovi ordini. Le scorte di acquisti hanno continuato a esaurirsi, come accade ormai ogni mese dall’inizio del 2023. Il calo di giugno è stato il più marcato di quest’anno.

La produzione industriale è stata parzialmente sostenuta dal completamento di lavori arretrati. Il volume di lavoro inevaso è diminuito a giugno, estendendo l’attuale sequenza di esaurimento a poco più di due anni. Gli ultimi dati dell’indagine indicano un aumento delle capacità in eccesso presso le aziende manifatturiere dell’area dell’euro, con una conseguente riduzione dell’occupazione per il tredicesimo mese consecutivo. Il tasso di riduzione dei posti di lavoro nelle fabbriche è stato il più rapido degli ultimi tre mesi.

Come sta accadendo da quasi un anno e mezzo (e tranne il mese di gennaio di quest’anno, che ha rappresentato l’apice delle perturbazioni sul Mar Rosso), le aziende manifatturiere dell’Eurozona hanno registrato a giugno una riduzione dei tempi di consegna dei fornitori. Tuttavia, l’entità del miglioramento è stata la più debole da febbraio.

Nel frattempo, i costi sostenuti dalle fabbriche dell’area dell’euro sono aumentati per la prima volta in 16 mesi. I prezzi di fabbrica hanno invece continuato a diminuire, benché il tasso di sconto sia stato marginale e il minore dell’attuale sequenza di deflazione di 14 mesi.

Per finire, nonostante il generale peggioramento delle condizioni operative alla fine del secondo trimestre, la fiducia delle aziende è rimasta invariata dai massimi in 27 mesi di maggio. Ciò significa che le aziende erano ottimiste rispetto ai prossimi dodici mesi, con un livello di positività maggiore della media di lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di giugno

Grecia54.0minimo in 6 mesi
Spagna52.3minimo in 2 mesi
Paesi Bassi50.7minimo in 3 mesi
Irlanda47.4minimo in 11 mesi
Italia45.7massimo in 2 mesi
Francia45.4 (flash: 45.3)minimo in 2 mesi
Austria43.6minimo in 2 mesi
Germania43.5 (flash: 43.4)minimo in 2 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Ci si domanda se quello che stiamo vedendo non sia falso segnale simile a quello inizio osservato all’inizio del 2023, quando la produzione era migliorata leggermente solo per poi ricadere per un periodo ancora più lungo. Gli indici PMI dei paesi dell’eurozona di giugno, tranne l’Italia, sono peggiorati. Tuttavia, tendiamo a vedere questo più come un ostacolo temporaneo piuttosto che il segno di una crisi di lunga durata. La crescita manifatturiera è stata osservata, grazie alle rispettive stime flash PMI, in altre parti del mondo a giugno, come Stati Uniti, Gran Bretagna e India, e questo recupero a livello globale offre sostegno ai manifatturieri della zona euro. Inoltre, l’ottimismo sul futuro rimane altrettanto alto di quanto lo fosse a maggio, indicando che le aziende sono ancora fiduciose rispetto al prossimo anno. È piuttosto deprimente che l’indice anticipatore delle tendenze dei nuovi ordini stia diminuendo ad un tasso accelerato. Questa contrazione arriva dopo una serie record di 25 mesi di domanda in contrazione, ma con la vaga speranza che le cose stessero migliorando a maggio allorché l’indice corrispondente mostrava qualche incremento. Ciò significa che per qualsiasi ripresa significativa probabilmente dovremo aspettare fino almeno alla fine dell’estate o l’inizio dell’autunno. Potrebbe essere un buon segno il fatto che un numero sempre crescente di aziende sia riuscito a trasferire parte degli aumenti dei costi sui clienti. Ciò suggerisce che sul mercato c’è un po’ di potere decisionale sui prezzi, che normalmente riemerge quando le condizioni cominciano a migliorare. La Germania non è riuscita a liberarsi dalla posizione di ultimo in graduatoria tra i paesi monitorati dall’indagine PMI. L’Austria sta avendo risultati quasi altrettanto negativi, e le aziende manifatturiere in Francia e Italia rimangono in territorio di recessione. Al contrario, i Paesi Bassi, la Spagna e la Grecia osservano crescite nel settore. Attribuiamo i deboli risultati della Germania alla presenza nel paese, superiore alla media, dell’industria automobilistica, ovvero un settore che sta soffrendo a livello globale.”

Immagine di usertrmk su Freepik

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