HCOB PMI®: netta contrazione degli ordini ricevuti dai manifatturieri italiani a maggio
Continua a maggio la crisi del settore manifatturiero italiano dopo il breve periodo di crescita di marzo. Le condizioni operative sono peggiorate ad un tasso accelerato a causa della rapida riduzione del volume degli ordini a cui i manifatturieri hanno risposto abbassando i volumi di produzione il che ha, a sua volta, provocato tagli occupazionali e riduzioni degli acquisti.
Anche se le aziende hanno affrontato maggiori pressioni sui costi a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime, hanno continuato a ridurre le tariffe di vendita nel tentativo di incoraggiare le vendite.
L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, a maggio è sceso a 45.6 dal 47.3 di aprile, mostrando il più rapido peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano in cinque mesi.
Tutti i componenti dell’indice principale PMI hanno emanato influenze negative a maggio, tranne quello degli acquisti dei fattori produttivi che ha invece mostrato un tasso di contrazione praticamente invariato rispetto al mese precedente.
Per quanto riguarda i nuovi ordini, quella di maggio è stata la contrazione più rapida osservata finora quest’anno. I manifatturieri hanno collegato questo alle deboli condizioni della domanda e a un aumento delle incertezze. Nel frattempo, le vendite all’estero sono anche diminuite ad un tasso notevole e accelerato, nel mezzo di continue tensioni geopolitiche e debole domanda in particolare dai mercati europei.
Le aziende hanno di conseguenza ridotto i livelli di produzione per il secondo mese consecutivo, dopo appena un mese di crescita a marzo. Inoltre, la produzione è scesa al tasso più rapido di quest’anno.
La contrazione delle esigenze di produzione ha condotto le aziende a ridurre le quantità degli acquisti segnando così esattamente due anni di contrazione delle attività d’acquisto. Il tasso di contrazione è stato il più pronunciato del 2024, con un certo numero di aziende che ha rimandato gli ordini di fattori produttivi con conseguente riduzione delle scorte degli acquisti.
Le pressioni sulle capacità dei fornitori sono quindi diminuite a maggio e l’entità dell’accorciamento dei tempi di consegna è inoltre stata la maggiore in sette mesi.
I dati di maggio hanno evidenziato capacità operative in eccesso presso i manifatturieri, mentre le aziende hanno tagliato i livelli di manodopera dopo tre mesi consecutivi di crescita. Secondo prove aneddotiche le aziende, nell’attuale clima, hanno preferito non rimpiazzare coloro che hanno lasciato i posti di lavoro.
Nonostante la contrazione della manodopera le aziende sono riuscite a gestire il lavoro inevaso e, infatti, il tasso di esaurimento è stato notevole e il maggiore da ottobre dell’anno scorso.
Sul fronte dei prezzi, quelli di acquisto sono aumentati a maggio per il secondo mese consecutivo. Nonostante il calo degli acquisti, si intensificano le pressioni inflazionistiche a causa, secondo le aziende, dell’aumento delle materie prime.
Diversamente alla tendenza per i costi, ancora una volta e ad un tasso maggiore, estendendo l’attuale tendenza di contrazione a 15 mesi, poiché le aziende stanno tentando di rendere i loro prezzi sempre più concorrenziali per incoraggiare le vendite.
La fiducia dei manifatturieri rispetto alle previsioni di crescita nei prossimi dodici mesi è peggiorata leggermente rispetto alla punta in 12 mesi di aprile. Il grado di ottimismo è stato tuttavia maggiore della media storica e questa positività è stata connessa a nuove linee di prodotti e speranze di un miglioramento delle condizioni economiche.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il settore manifatturiero italiano ha continuato a trovarsi in difficoltà a maggio e, con 45.6, il corrispondente indice HCOB PMI si è contratto ulteriormente dal mese precedente. Questa debolezza appare generale e influenza quasi tutti i sottosettori. Le aziende manifatturiere sono state afflitte dall’inflazione. Mentre l’inflazione dei prezzi in Italia sembra essere sotto controllo, l’indice HCOB PMI presagisce un rischio di peggioramento. A maggio i prezzi d’acquisto sono aumentati notevolmente mentre, con grande sgomento delle aziende, quelli alla vendita sono diminuiti. Ciò indica il mancato trasferimento dell’aumento dei costi sulle tariffe praticate ai clienti. L’industria italiana è di nuovo in crisi e, nonostante la carenza di personale specializzato, sono ripresi licenziamenti. Secondo prove aneddotiche la contrazione dei livelli occupazionali riflette la combinazione tra pensionamenti, licenziamenti e il mancato rinnovo di contratti. Se sempre più produttori si stanno preparando per tempi peggiori, ciò indica anche un certo livello d’incertezza sul futuro. Gli ordini, sia dal mercato domestico che dall’estero, stanno di nuovo diminuendo notevolmente e i partecipanti all’indagine ne danno diverse ragioni che vanno dalle difficili condizioni del mercato domestico alla debolezza della domanda in tutta Europa, e ancora alle incertezze geopolitiche. Nonostante ciò, è notevole che le previsioni per il futuro delle aziende manifatturiere italiane sorpassino la media storica ma resta da vedere quanto durerà questo ottimismo.”