HCOB PMI®: l’eurozona registra la più debole contrazione da luglio 2023
I dati raccolti a gennaio dall’indagine HCOB PMI® hanno mostrato a inizio anno alcuni segnali di miglioramento nell’economia dell’eurozona, con un rallentamento della contrazione dell’attività e dei nuovi ordini, mentre le previsioni di crescita si sono rafforzate toccando il valore massimo in nove mesi. Anche l’occupazione si è stabilizzata, dopo le contrazioni registrate negli ultimi due mesi del 2023, mentre si è osservato il più lento calo degli ordini esteri da aprile, incluso il commercio intra-eurozona.
Le pressioni inflazionistiche sono rimaste tenacemente presenti, soprattutto sui prezzi di vendita imposti dalle aziende manifatturiere e terziarie, mentre sia i prezzi d’acquisto che di vendita hanno registrato i maggiori tassi di rialzo in otto mesi.
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, a gennaio è salito al valore più alto in sei mesi di 47.9, da 47.6 di dicembre. Nonostante sia ancora inferiore alla soglia critica di 50.0, indicando quindi una contrazione dell’attività dell’eurozona, l’indice ha registrato il più debole tasso di declino dallo scorso luglio. Il rallentamento del declino della produzione industriale ha determinato un calo minore dei livelli di produzione totale del mese di gennaio, che ha compensato la contrazione lievemente più veloce dell’attività terziaria.
Tuttavia, i dati nazionali hanno rivelato un forte divario tra le prestazioni economiche nazionali. A inizio del 2024, le economie del sud dell’eurozona hanno registrato un miglioramento dell’attività economica. Anche se lievi, i rialzi di Spagna e Italia sono stati i più forti in sei e otto mesi rispettivamente. Al contrario, le contrazioni di Germania e Francia sono peggiorate segnando in entrambe i casi un calo dell’Indice della Produzione Composita, superiore però ai valori minimi del 2023.
Il flusso dei nuovi ordini di gennaio ha indicato un calo, estendendo l’attuale sequenza di contrazione della domanda iniziata lo scorso giugno. Declini più lievi dei nuovi ordini sono stati registrati sia dalle aziende del manifatturiero che da quelle del terziario, segnando il più debole tasso di decremento complessivo delle vendite in sette mesi. Le commesse estere, anche se a gennaio sono diminuite per il ventitreesimo mese consecutivo, hanno indicato il calo meno elevato da aprile 2023.
Le minori contrazioni dei nuovi ordini e dell’attività hanno contribuito a stabilizzare i livelli occupazionali dell’ultima indagine. Dopo i cali di novembre e dicembre, il numero della forza lavoro di gennaio è rimasto generalmente invariato. Ciò ha permesso alle aziende dell’eurozona di continuare a evadere le commesse inevase. Gli ordini in giacenza si sono infatti ridotti in modo elevato e per il decimo mese consecutivo.
A gennaio, la crescita delle aspettative economiche dell’eurozona è di nuovo migliorata, ripetendo un andamento al rialzo che continua da settembre, ovvero dal mese più recente in cui si è registrato un picco negativo. Infatti, il livello totale di ottimismo è stato il più forte in nove mesi.
Le pressioni sui prezzi nell’eurozona a gennaio sono state tuttavia più forti. I tassi di inflazione di costi e prezzi di vendita sono accelerati segnando il valore più alto in otto mesi a causa dei prezzi molto più elevati registrati dal settore terziario. L’aumento dei prezzi di acquisto totali si è generalmente mantenuto in linea con la tendenza di lungo termine, anche se l’Indice HCOB Composito sui Prezzi di Vendita ha registrato un valore molto superiore alla media di serie di 51.4.
Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: Gennaio
Spagna | 51.5 | massimo in 6 mesi |
Italia | 50.7 | massimo in 8 mesi |
Germania | 47.0 (flash 47.1) | minimo in 3 mesi |
Francia | 44.6 (flash: 44.2) | minimo in 2 mesi |
HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona
L’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di gennaio è sceso a 48.4, da 48.8 di dicembre, segnalando il sesto mese consecutivo di calo della produzione terziaria. Anche se solo lieve, quest’ultimo calo è stato il più veloce in tre mesi.
Le deboli condizioni della domanda restano il maggior freno dell’attività, gli ultimi dati d’indagine hanno infatti indicato una contrazione dei nuovi ordini per il settimo mese consecutivo. Nonostante il calo più rapido di progetti in sospeso, gennaio ha registrato un calo della produzione, evidenziato dalla più forte diminuzione di commesse inevase in quasi tre anni.
Le minori pressioni sulla capacità operativa hanno anche usufruito del supporto delle nuove assunzioni, con la maggiore crescita occupazionale in quattro mesi. L’aumentato reclutamento di personale corrisponde ai migliorati livelli di fiducia sull’attività nei prossimi 12 mesi. Le aspettative di crescita, infatti, hanno toccato il valore più forte da maggio scorso.
Se paragonata alla media storica, la pressione sui prezzi nel settore terziario è rimasta elevata. I tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita hanno infatti segnato un’accelerazione a gennaio, toccando rispettivamente il valore più rapido in quattro e sette mesi.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il settore dei servizi appare diviso tra nord e sud, ma forse non come ce lo aspetteremmo. Contrariamente alle aspettative generali che vedono i paesi dell’Europa meridionale come l’anello debole dell’unione monetaria, queste economie stanno al momento offrendo delle prestazioni abbastanza buone. Tale tendenza positiva sta agendo da contrafforte, mitigando in parte le contrazioni registrate in Germania e Francia. Grazie alla resilienza mostrata dall’Italia e dalla Spagna, il PMI dei servizi ha registrato una flessione solo marginale con 48.4 mantenendosi vicino a 50.0, soglia dove inizia l’espansione. L’esitazione della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi d’interesse diventa più chiara se si considera l’impennata degli indici PMI sui prezzi. Con prezzi di acquisto e di vendita entrambi in rialzo nel settore terziario, la BCE si mostra maldisposta ad allentare la politica monetaria, trovandosi però in una situazione difficile. Tale visione viene accentuata dagli ultimi dati PIL ufficiali del quarto trimestre 2023, che indicano che l’economia ha evitato la recessione tecnica per un pelo. La carenza di manodopera è una realtà onnipresente nell’intera eurozona, evidente dal considerevole aumento salariale nelle quattro economie principali dell’eurozona. In queste nazioni, l’inflazione dei costi sottolinea l’impatto di questo fenomeno. Sorprendentemente, le aziende dimostrano una forte reticenza a ridurre i propri organici, tendenza che osserviamo anche in Francia e Germania, dove il settore terziario è rimasto in cattive condizioni. Le aspettative economiche future sono un poco migliorate, alludendo a futuri tempi migliori. Tuttavia, visto il settimo calo mensile consecutivo dei nuovi ordini, è difficile prevedere una imminente ripresa.”
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