HCOB PMI®: l’economia dell’eurozona chiude il terzo trimestre con una nuova contrazione con la domanda in discesa al tasso più rapido in quasi tre anni
L’economia dell’eurozona ha concluso il terzo trimestre con una nuova contrazione dell’attività, come mostrano i dati dell’ultima indagine HCOB PMI® redatti da S&P Global, con i volumi di produzione sia del settore manifatturiero che del terziario che continuano ad indicare un deterioramento delle condizioni della domanda. Di fatto, i nuovi ordini sono diminuiti al tasso più rapido in quasi tre anni, rispecchiando il calo accelerato dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende terziarie. Per sostenere l’attività, le imprese hanno fatto soprattutto affidamento sulle commesse inevase, con i dati di settembre che hanno mostrato la più elevata riduzione di ordini in giacenza da metà 2020. La fiducia sulle prospettive di attività nei prossimi 12 mesi è quindi diminuita, con un crollo al valore più debole in dieci mesi delle aspettative di crescita.
Per il secondo mese consecutivo, il tasso di inflazione dei costi è lievemente aumentato, anche se i prezzi di vendita hanno indicato il più lento rialzo in poco più di due anni e mezzo. Nel settore manifatturiero è continuata la deflazione, mentre il terziario è rimasto il responsabile principale della pressione sui prezzi dell’eurozona.
L’Indice HCOB PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona di settembre, destagionalizzato e calcolato in base alla media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, ha registrato per il quarto mese consecutivo un valore inferiore a 50.0. Posizionatosi su 47.2 ed in lieve rialzo da 46.7 di agosto, ha registrato di nuovo una moderata contrazione dei livelli di attività dell’economia del settore privato dell’eurozona.
Come accaduto ad agosto, è importante notare che a fine del terzo trimestre sia la produzione del manifatturiero che quella del terziario hanno indicato un declino, segnalando nel 2023 soltanto il secondo mese in cui entrambi i settori registrano una contrazione.
Se da metà dell’anno scorso il malessere del settore manifatturiero è stato quasi sempre un elemento prominente dell’indagine HCOM PMI dell’Eurozona, i dati di settembre hanno segnalato una crescente debolezza del settore terziario. Con la maggiore riduzione della domanda di servizi, infatti, il volume totale degli ordini dell’eurozona è diminuito al tasso più forte da novembre 2020. Anche nei mercati esteri, che includono il traffico intra-eurozona, si è registrata una forte flessione dei nuovi ordini, come evidenziato dal netto calo dei nuovi ordini provenienti dall’estero.
Per contribuire a sostenere l’attività, le aziende dell’eurozona si sono dedicate alle commesse in giacenza, i cui volumi sono diminuiti a tasso forte e accelerato nel mese di settembre, evidenziando un processo di lavorazione degli ordini più veloce in entrambi i settori. Il tasso di riduzione degli ordini inevasi è stato il più veloce da giugno 2020.
Con le crescenti preoccupazioni in merito alle condizioni della domanda, l’ottimismo delle aziende dell’eurozona sulle prospettive di attività nei prossimi dodici mesi si è molto indebolito nel mese di settembre. Le aspettative di crescita dei produttori di beni e dei fornitori di servizi sono rallentate su base mensile, con un livello complessivo di fiducia sceso ai minimi in dieci mesi.
La fragilità della domanda non è tuttavia riuscita a ostacolare la creazione occupazionale di settembre, con tassi di assunzione in aumento per il trentaduesimo mese consecutivo. Questo dato riflette esclusivamente gli organici terziari, poiché quelli delle fabbriche hanno continuato a diminuire. L’incremento dei posti di lavoro è stato solo marginale e molto più debole di quelli cui abbiamo assistito in media nella prima metà del 2023.
Allo stesso tempo, i dati dell’indagine di settembre hanno indicato un nuovo rialzo della pressione dei costi, con la seconda accelerazione mensile consecutiva del tasso di inflazione complessivo dei prezzi di acquisto, che ha toccato un picco di rialzo in quattro mesi. I prezzi di vendita sono quindi aumentati, anche se al valore minore da febbraio 2021. Le pressioni inflazionistiche provengono tuttavia solo dall’economia terziaria, poiché nel settore manifatturiero continua a persistere la deflazione.
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