HCOB PMI®: l’attività del settore terziario italiano di dicembre resta in territorio di contrazione
Il settore terziario italiano conclude il 2023 segnalando un calo della produzione e del flusso dei nuovi ordini, estendendo perciò a cinque mesi la sequenza di declino dell’attività. Il tasso di contrazione registrato nel mese di dicembre ha però indicato solo una marginale contrazione dell’attività. Il calo dei nuovi ordini è lievemente aumentato, mantenendosi però moderato.
Grazie all’incremento degli organici, la pressione sulla capacità operativa è ulteriormente diminuita, le aziende hanno infatti indicato il calo più elevato degli ordini in giacenza già raggiunto un’altra volta in 17 mesi. I prezzi di vendita sono aumentati più rapidamente, nonostante le aziende intervistate abbiano riportato una riduzione dell’inflazione dei costi, che è arrivata a segnare il minimo in 32 mesi.
Con 49.8 a dicembre ed in rialzo da 49.5 di novembre, l’Indice HCOB PMI® dell’Attività Terziaria in Italia, il principale di questa indagine, si è posizionato appena al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0 per il quinto mese consecutivo. Anche se marginale e il più lento in tre mesi, l’ultimo declino mostra una costante contrazione dell’attività del settore italiano. Secondo quanto riportato dai dati raccolti in sede d’indagine, l’attività è diminuita perché il numero di ordini è rimasto debole.
Nel mese finale dell’anno, la richiesta di servizi ricevuta dalle aziende italiane è diminuita, registrando il terzo calo mensile consecutivo dei nuovi ordini. L’incertezza economica è stata una delle ragioni principali citate dalle aziende monitorate. Detto ciò, il tasso di contrazione dei nuovi ordini è diminuito in modo solo modesto.
Conseguentemente alle attuali incertezze di natura geopolitica e al deterioramento delle condizioni economiche, il freno della domanda da parte dei mercati esteri di dicembre è stato di simile portata, e ha esteso perciò l’attuale sequenza di contrazione dei nuovi ordini esteri a cinque mesi. Il tasso di contrazione è stato tuttavia il più lento in tre mesi e complessivamente marginale.
A dicembre, il settore terziario italiano ha dato segnali di capacità in eccesso. Il numero di ordini ancora in fase di completamento è di nuovo diminuito, prolungando una tendenza osservata già nei due mesi precedenti. Visto il minor numero di nuovi ordini ricevuti, le aziende sono state in grado di ridurre le commesse inevase. Anche se quest’ultimo calo di ordini in giacenza è stato solo moderato, ha indicato per la seconda volta il valore più rapido in 17 mesi.
La riduzione delle commesse inevase è stata agevolata dall’aumento dei livelli occupazionali, un rialzo modesto ma che per la seconda volta in sei mesi ha indicato il valore più rapido.
In merito ai prezzi, l’inflazione dei costi di dicembre, anche se storicamente elevata, ha registrato il valore minore da aprile 2021. Laddove sono stati riportati aumenti, le aziende li hanno attribuiti al rialzo del costo dell’energia e dei salari.
Ciononostante, a dicembre il settore ha indicato un incremento più rapido dei prezzi di vendita. Oltre a estendere una sequenza iniziata a ottobre 2021, l’attuale tendenza d’inflazione è anche la più veloce in cinque mesi. Le aziende hanno collegato quest’ultimo rialzo delle tariffe applicate ai clienti al continuo aumento dei costi di acquisto.
Concludendo, a dicembre l’ottimismo ha registrato un miglioramento sulle prospettive di attività futura delle aziende terziarie in Italia. Il livello di fiducia ha segnato il valore più alto in cinque mesi grazie ai piani di espansione e alla previsione di acquisire nuovi clienti. Detto questo, il livello di fiducia è rimasto debole rispetto ai valori storici, con le aziende che mostrano preoccupazioni in merito al clima economico.
Commento
Analizzando i dati PMI finali del Settore Terziario in Italia, Dr Tariq Kamal Chaudhry, Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “A fine anno, il settore terziario italiano ha registrato una frenata, con l’Indice HCOB PMI di dicembre bloccato su 49.8, segnalando quindi una stagnazione. E questo mette in dubbio il fatto che il settore possa fornire una spinta di crescita al PIL del quarto trimestre. Come al solito, al volgersi del nuovo anno, il nostro modello di previsioni HCOB a brevissimo termine non offre al PIL italiano alcun segnale di crescita. L’ondata di assunzioni del settore dei servizi continua, anche se il fronte economico rallenta. Il tasso di crescita occupazionale non ha certo segnato un record, ma ha toccato il valore più rapido per la seconda volta in sei mesi. Secondo l’Indice sulla Fiducia dei Consumatori e delle Imprese relativo ai servizi pubblicato dall’ISTAT a novembre, la percentuale di aziende che prevede un calo dell’occupazione nei prossimi tre mesi è aumentata. Le pressioni inflazionistiche sul settore terziario italiano continuano a essere presenti e nonostante non abbiano indicato aumenti da luglio 2023, come si evince dall’Indice HCOB PMI, restano alquanto elevate. L’unica speranza per le aziende è costituita dal divario creatosi tra i prezzi di acquisto e di vendita, che è diminuito rispetto a novembre. Tuttavia, la mancanza di potere sui prezzi resta un grattacapo per le aziende terziarie italiane. La possibilità di un rilancio nel 2024 sembra svanire. Gli ordini totali ed esteri hanno indicato un calo, causando l’immancabile riduzione delle commesse inevase. Le prospettive economiche future sono soprattutto offuscate dall’incertezza economica nazionale, dalla contrazione dell’economia globale e dalle tensioni geopolitiche estere. A inizio del nuovo anno, le aziende del settore terziario italiano sembrano prepararsi a un periodo difficile.”
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