HCOB PMI®: la produzione del manifatturiero dell’eurozona crolla al tasso maggiore sinora registrato nel 2024

 HCOB PMI®: la produzione del manifatturiero dell’eurozona crolla al tasso maggiore sinora registrato nel 2024

Gli ultimi dati dell’indagine HCOB PMI® hanno mostrato che alla fine del terzo trimestre il settore manifatturiero della zona euro scivola sempre più in contrazione, con i parametri chiave che solitamente misurano lo stato di salute delle aziende, ovvero produzione, nuovi ordini, livello occupazionale e attività di approvvigionamento in calo a tassi più rapidi. I produttori manifatturieri dell’eurozona hanno inoltre riveduto le loro giacenze al ribasso, con le aspettative di crescita dell’attività futura in calo al livello minimo in 10 mesi.

Dopo i precedenti tre mesi di non cambiamento, l’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a settembre è calato a 45.0 da 45.8 di agosto, e ha segnalato un forte e accelerato peggioramento dello stato di salute delle aziende manifatturiere della zona euro. In particolare, l’indice principale è diminuito al livello minimo dell’anno in corso raggiungendo un valore inferiore alla media di contrazione degli ultimi 27 mesi.

Seguendo la tendenza generale del 2024, alcune nazioni del sud dell’eurozona hanno riportato una crescita. I dati PMI nazionali di settembre hanno rivelato che la Spagna è stata l’economia che ha riportato i risultati migliori, con una crescita accelerata al livello massimo in quattro mesi. Anche la Grecia ha continuato la sequenza di espansione, ma rallentando il passo al livello massimo in un anno. I miglioramenti riportati dal sud dell’eurozona sono stati decisamente controbilanciati dalla debolezza riportata nelle altre nazioni, in particolare nel maggiore settore manifatturiero dell’eurozona, la Germania, dove è stato registrato il peggioramento più evidente delle condizioni operative in 12 mesi.

La produzione manifatturiera dell’intera eurozona ha continuato a ridursi alla fine del terzo trimestre. La contrazione, inoltre, è accelerata al tasso più rapido dell’anno in corso. I minori volumi produttivi sono una conseguenza delle esistenti condizioni della domanda, che a settembre appare peggiorata ulteriormente. L’ultimo crollo dei nuovi ordini è stato elevato e il più veloce dal dicembre scorso. Anche le vendite sono state influenzate negativamente dalle condizioni del mercato estero, con gli ultimi dati dell’indagine che hanno segnalato un calo più rapido dei nuovi ordini esteri che includono il traffico intra-eurozona.

I valori HCOB PMI per settembre hanno inoltre segnalato un ridimensionamento generale delle aziende manifatturiere nel corso dell’ultimo periodo. Per esempio, l’attività di acquisto si è ridotta al tasso più veloce dallo scorso dicembre, mentre le giacenze dei fattori produttivi e dei prodotti finiti sono calate più rapidamente che ad agosto. Il livello occupazionale inoltre ha continuato ad essere ridotto ad un livello che in generale è stato il maggiore da ottobre 2012, escludendo i mesi colpiti dalla pandemia.

Conseguentemente all’ennesima riduzione dei nuovi ordini ricevuti, a fine del terzo trimestre, i produttori manifatturieri dell’eurozona hanno ridotto ancora il loro livello di lavoro inevaso. Il tasso di calo è stato generalmente elevato e il maggiore dell’anno in corso.

Allo stesso tempo, gli ultimi dati HCOB PMI di settembre hanno mostrato il termine della recente tendenza di accorciamento dei tempi di consegna, le imprese manifatturiere dell’eurozona hanno infatti riportato pochi ritardi da parte dei fornitori. I costi di acquisto sono tuttavia calati per la prima volta da maggio. Anche i prezzi di vendita delle aziende manifatturiere dell’eurozona sono diminuiti nel mese finale del terzo trimestre, in contrasto con il primo aumento da aprile del 2023 riportato ad agosto. In generale la misura di scontistica applicata è stata marginale, ma la maggiore in quattro mesi.

Guardando avanti, i produttori manifatturieri dell’eurozona sono rimasti nel complesso leggermente ottimisti, con quelli che prevedono una crescita nei prossimi 12 mesi, che ancora superano quelli che si aspettano una contrazione. Detto questo, il livello di ottimismo è stato il più debole in dieci mesi e di molto inferiore alla media a lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di settembre

Spagna53.0massimo in 4 mesi
Grecia50.3minimo in 12 mesi
Irlanda49.4minimo in 3 mesi
Italia48.3minimo in 2 mesi
Paesi Bassi48.2massimo in 2 mesi
Francia44.6 (flash: 44.0)massimo in 3 mesi
Austria42.8minimo in 6 mesi
Germania40.6 (flash: 40.3)minimo in 12 mesi

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “È un vero peccato che la Spagna sia solo la quarta economia maggiore dell’eurozona, e sebbene abbia gestito la contrazione manifattura globale piuttosto bene, non ha la valenza necessaria per sollevare il resto della regione. Per esempio, il peggioramento del calo in Germania di settembre è troppo elevato per far sì che la spinta della Spagna possa fare la differenza. Secondo la nostra stima a brevissimo tempo, la produzione manifatturiera dell’eurozona probabilmente diminuirà di circa l’1% nel terzo trimestre rispetto all’ultimo. Considerato il crollo repentino dei nuovi ordini, possiamo aspettarci un nuovo calo della produzione entro la fine dell’anno. La BCE sarà contenta nell’osservare a settembre il calo dei prezzi di acquisto, specialmente dopo i precedenti tre mesi di aumenti. Il calo del prezzo del petrolio e del gas naturale ha favorito l’abbassamento dei prezzi di acquisto, e le aziende sono riuscite a trasferire parte della revisione ai loro clienti. Ma non lasciamoci cullare da tutto ciò, in quanto tale calo potrebbe non durare. Con la situazione nel Medio Oriente in escalation, c’è sempre la possibilità di una nuova risalita dei prezzi. Quello che è iniziato come un irrisorio taglio occupazionale a metà dello scorso anno, si sta adesso trasformando in una riduzione piuttosto significativa che probabilmente sarà evidente in ritardo nei dati ufficiali relativi all’occupazione, che sinora sono stati piuttosto stabili. Attualmente le aziende non sono colpite solo dal calo della domanda, stanno infatti facendo i conti con i problemi relativi alla catena di distribuzione. Tale combinazione è piuttosto insolita e, nel corso degli ultimi 30 anni, l’abbiamo osservata solo durante la pandemia. Solitamente, quando la domanda cala, le difficoltà relative alle consegne calano, ma non questa volta. Da giugno, l’indice che misura i problemi delle consegne sta diminuendo assieme a quello dei nuovi ordini e per la prima volta da febbraio le aziende hanno riportato di aver aspettato molto di più per le consegne rispetto ai mesi precedenti. Nello specifico, le attuali tensioni geopolitiche chiaramente stanno chiaramente avendo un impatto.”

Immagine di usertrmk su Freepik

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