HCOB PMI®: la crescita del settore terziario in Italia a giugno continua a rallentare
Il settore terziario italiano di giugno ha continuato a segnare una crescita. Tuttavia, con i dati che hanno riportato incertezze dei clienti e tassi di interesse più alti che hanno pesato sulle vendite, l’attività ha indicato la crescita più lenta in quattro mesi. La fiducia nel futuro è rimasta positiva e le aziende intervistate hanno assunto personale aggiuntivo anche se ancora una volta ad un tasso più lento rispetto a maggio. L’uscita dalle pressioni inflazionistiche è stata visibile come mostrato dal calo concomitante dell’inflazione dei costi e delle tariffe.
L’Indice principale di questo report, ovvero l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria in Italia, ha registrato a giugno 52.2. Nonostante abbia segnalato un altro mese di crescita economica al di sopra del trend storico, ha comunque mostrato una diminuzione rispetto a 54.0 di maggio indicando la più lenta espansione del settore da febbraio.
Allo stesso tempo anche l’espansione dei nuovi ordini ricevuti a giugno ha mostrato un rallentamento, con il valore più debole dell’anno in corso. Le aziende monitorate hanno segnalato che l’attività del mercato è stata limitata da una maggiore cautela del mercato visto lo scenario creato dai tassi di interesse in rialzo e la più ampia incertezza economica. Eppure, i nuovi ordini sono aumentati notevolmente rispetto a maggio e le aziende hanno segnalato di aver avuto un certo successo nell’attrarre l’interesse del cliente attraverso l’attività promozionale e pubblicitaria.
Nel mese di giugno, le aziende intervistate hanno anche assunto personale aggiuntivo, per poter gestire il maggiore carico di lavoro ed il flusso dei nuovi ordini in arrivo. Questa strategia ha ampiamente funzionato, come si evince dal modesto calo delle commesse inevase di giugno, registrato ben quattro volte da inizio del 2023. Tuttavia, seguendo il rallentamento più ampio dell’attività e della crescita dei nuovi ordini, anche il rialzo netto dell’occupazione è stato più debole. Alcune aziende hanno riportato di non aver rimpiazzato personale in uscita a causa dell’incertezza sulle prospettive future.
A giugno, la fiducia sul futuro ha certamente subìto un brutto colpo, segnalando un crollo ai minimi in sei mesi. Sono state riportate preoccupazioni di un impatto sull’attività a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. Le aziende hanno inoltre riportato timori di una recessione e di persistenza dell’inflazione, con alcune che hanno segnalato quanto il clima economico sia al momento restio agli investimenti. Considerando che la percentuale di aziende che prevedono un aumento dell’attività nei prossimi 12 mesi è maggiore rispetto a chi si aspetta un calo, laddove si prevede una crescita, questa viene collegata ai piani di espansione economica e ad eventi pianificati con i clienti.
Si è anche registrato il positivo segnale di una pressione sui prezzi in continua diminuzione. L’inflazione dei costi è scesa ai minimi in più di due anni, con segnalazioni di costi del carburante ridotti. Tuttavia, c’è chi ha registrato incrementi sugli stipendi e quanto i fornitori stiano spingendo i prezzi al rialzo. Questo ha determinato un complessivo e costante incremento delle spese operative nel mese di giugno e a tasso elevato.
Le aziende hanno cercato di trasferire la maggior parte dell’aumento dei costi sui clienti, ma l’inflazione media dei prezzi di vendita di giugno si è indebolita toccando i minimi da ottobre 2021. In quest’ultimo mese d’indagine, è stato ampiamente segnalato un mercato in concorrenza, che ha limitato il potere sui prezzi delle aziende.
Commento
Analizzando i dati PMI del Settore Terziario in Italia, Tariq Kamal Chaudhry, Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Sono due le cose che appaiono chiare dai valori dell’indice HCOB PMI di giugno del settore terziario italiano: da una parte il settore ha registrato il sesto mese consecutivo di espansione mostrando un quadro complessivo positivo dell’economia dell’Europa meridionale, dall’altra, il ritmo di espansione del settore è rallentato per il secondo mese consecutivo posizionandosi su 52.2. Con i timori di recessione che stanno prendendo sempre più piede nel terziario italiano, come mostrano i dati riportati dal campione monitorato, nei prossimi mesi questo valore potrebbe continuare a diminuire e a pesare su questo ci sono anche i tassi di interesse sempre più alti. Escludendo la flessione del trimestre finale dello scorso anno, il settore terziario italiano ha mostrato un robusto tasso di espansione dal 2022. L’indice HCOB PMI sta documentando una crescita più lenta non solo dell’attività, ma anche dei nuovi ordini e del ridimensionamento degli stessi, aumentando la possibilità che, nella seconda parte dell’anno, l’Italia andrà verso una stagnazione o addirittura una recessione del settore. Contrariamente al manifatturiero, i dati riportati dall’indice HCOB PMI segnalano che i costi del settore terziario continuano a salire. Anche se il tasso di crescita è di nuovo rallentato, l’indice HCOB PMI corrispondente segna un valore superiore a 50.0 e le aziende monitorate lo hanno principalmente collegato ai salari più alti e ai maggiori costi imposti dai fornitori”.
HCOB PMI® Composito in Italia
Prima contrazione della produzione del settore privato dallo scorso dicembre
L’economia del settore privato italiano è scivolata in zona contrazione nel mese di giugno, a causa del rapido deterioramento della produzione manifatturiera che ha più che sbilanciato la modesta crescita terziaria. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice HCOB PMI sulla Produzione Composita in Italia* è sceso a 49.7 da 52.0 di maggio. Al momento, questa è stata la lettura più bassa dell’anno.
I nuovi ordini hanno registrato un andamento simile, con la crescita dei nuovi ordini del settore terziario di fatto sbilanciata dal declino delle vendite del manifatturiero, ma entrambe le categorie hanno registrato un calo del lavoro inevaso.
Ciononostante, le aziende del settore privato hanno aumentato i loro organici, estendendo la sequenza di crescita occupazionale composita a 26 mesi.
Allo stesso tempo, i dati sui prezzi hanno mostrato un rapido calo dei costi sostenuti dal manifatturiero, ma le persistenti pressioni dei salari sui servizi hanno mantenuto alti i costi complessivi del settore privato. Ciononostante, il tasso di inflazione è stato tra i più bassi in quasi tre anni. Purtuttavia, ciò ha spesso permesso alle aziende di tagliare i prezzi di vendita per la prima volta da febbraio 2021.
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