HCOB PMI®: il settore manifatturiero dell’eurozona termina il 2023 con l’ennesima forte contrazione della produzione
Il settore manifatturiero dell’eurozona continua a contrarsi a fine 2023, con la produzione che ha proseguito a calare e la perdita dei posti di lavoro che si estende al settimo mese consecutivo. Qualche segnale nei movimenti dei sottoindici suggerisce che il peggio della crisi del settore industriale sia passato, con la contrazione dei nuovi ordini e dell’attività di acquisto in rallentamento mentre l’ottimismo è risultato in leggera salita ai massimi in otto mesi. Detto questo, i produttori manifatturieri della zona euro hanno continuato a ridurre le loro giacenze conseguentemente all’assenza della pressione sulla domanda, mentre i tempi medi di consegna dei fornitori hanno ancora una volta riportato un miglioramento, segnalando maggiore capacità in eccesso presso i fornitori. Allo stesso tempo, grazie all’abbassamento dei costi, i prezzi di vendita sono stati scontati ulteriormente per stimolare la vendita.
L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, redatto da S&P Global, a dicembre è aumentato leggermente a 44.4, in salita da 44.2 di novembre, ma è comunque rimasto al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, indicando un altro mese di peggioramento delle condizioni operative delle aziende manifatturiere dell’unione monetaria europea. Secondo i dati divisi nei tre gruppi industriali principali, e così come sta accadendo nell’attuale periodo di contrazione del manifatturiero di un anno e mezzo, le difficoltà maggiori sono state affrontate dai produttori dei beni intermedi.
L’aumento dell’HCOB PMI del Manifatturiero dell’Eurozona riflette principalmente il leggero peggioramento registrato in Germania e in Italia. La Francia in particolare, la seconda economia più grande dell’eurozona, ha registrato il peggioramento maggiore delle condizioni operative in oltre tre anni e mezzo. La Grecia è rimasta l’unica a riportare un miglioramento, con una leggera crescita al livello massimo in quattro mesi.
A dicembre, il livello della produzione manifatturiera dell’area euro continua a ridursi, con un tasso di contrazione leggermente più veloce. In generale, anche se risultato il secondo più debole da maggio, il livello del declino è stato elevato e i dati nazionali mostrano che la Francia ne è stata la causa principale.
La produzione continua a essere vincolata dalla carenza dei nuovi ordini, con la domanda per i beni dell’eurozona ancora in calo. Sebbene il declino sia stato il più basso in sette mesi è rimasto però elevato. I nuovi ordini esteri mensili (incluso il commercio intra eurozona) sono risultati in calo, estendendo l’attuale sequenza di contrazione degli ordini destinati al mercato estero a quasi due anni.
La debolezza sostenuta delle condizioni della domanda ha permesso alle aziende di dedicarsi agli ordini in fase di lavorazione. Il livello del lavoro inevaso è infatti diminuito ulteriormente, sottolineando l’ennesimo mese di capacità produttiva in eccesso del settore manifatturiero dell’area euro. Il tasso di contrazione, sebbene elevato, è stato il più lento da maggio. In linea con la tendenza iniziata lo scorso giugno, il livello occupazionale della zona euro ha continuato a calare.
A dicembre è stato inoltre osservato un tasso di declino più lento dell’attività di acquisto. Malgrado le aziende dell’eurozona abbiano continuato a tagliare i loro acquisti ad un tasso piuttosto elevato, la riduzione è stata la più debole in sette mesi. La giacenza degli acquisti è tuttavia calata più rapidamente e a uno dei tassi maggiori della storia dell’indagine. Conseguentemente alla forte riduzione delle giacenze e alla minore domanda di beni, gli ultimi dati dell’indagine hanno segnalato l’ennesimo miglioramento dei tempi medi di consegna dei fornitori, che è risultato il più basso in quasi un anno.
Allo stesso tempo, a dicembre le previsioni di crescita per l’anno prossimo sono cresciute. Le aziende manifatturiere dell’eurozona in generale hanno espresso il loro ottimismo maggiore per la produzione futura dallo scorso aprile, anche se a un livello ancora inferiore agli standard storici.
Osservando i dati sui prezzi, si nota che, così come successo negli scorsi 9 mesi, nell’ultimo mese del 2023 i costi di acquisto delle aziende manifatturiere dell’eurozona hanno continuato a calare. Ciò ha fornito alle aziende manifatturiere un maggiore potere decisionale sui loro prezzi, con gli ultimi dati dell’indagine che hanno indicato un altro mese di sconti applicati. Detto questo, l’entità di calo dei prezzi di acquisto e di quelli di vendita è stata la minore rispettivamente in otto e sette mesi.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di dicembre
Grecia | 51.3 | massimo in 4 mesi |
Irlanda | 48.9 | minimo in 2 mesi |
Spagna | 46.2 | minimo in 2 mesi |
Italia | 45.3 | massimo in 3 mesi |
Paesi Bassi | 44.8 | minimo in 2 mesi |
Germania | 43.3 (flash: 43.1) | massimo in 8 mesi |
Francia | 42.1 (flash: 42.0) | minimo in 43 mesi |
Austria | 42.0 | minimo in 2 mesi |
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Con l’inarrestabile crollo del settore manifatturiero dell’eurozona, l’HCOB PMI non ha mostrato quasi alcun cambiamento da novembre, indicando un declino sostenuto sia dell’attività che della domanda per i beni manifatturieri. Tale scenario negativo riflette la lentezza dei nuovi ordini, in una rapida ritirata simile a quella di novembre. Le nostre previsioni a brevissimo termine sono in linea con la tendenza pessimistica, e suggeriscono fortemente una contrazione del PIL per il quarto trimestre. Se questo si avverasse, mostrerebbe un quadro desolante per l’eurozona facendo intendere che la regione è entrata in recessione nel terzo trimestre. Il processo di riduzione delle scorte non mostra segnali di tregua. Le giacenze degli acquisti si stanno riducendo a un tasso accelerato e per l’undicesimo mese consecutivo, superando il tasso osservato nel mese precedente. Una svolta cruciale per il ciclo delle scorte potrebbe essere il fattore chiave per un inizio di ripresa e, malgrado gli indicatori attuali non supportino tali aspettative, prevediamo che ciò potrebbe succedere nella prima metà del 2024. Considerato che in Europa il periodo natalizio è a pieno regime, in tanti cercano qualche segnale positivo. Un sempre maggiore numero di aziende sta certamente esprimendo ottimismo sulla loro attività dei prossimi 12 mesi. Tali aspettative positive potrebbero nascere dal probabile declino dei tassi di interesse, che per il settore manifatturiero, ben conosciuto per l’utilizzo intensivo del proprio capitale e dei debiti, costituiscono un problema significativo. In aggiunta, le aziende potrebbero sperare in un abbassamento dei prezzi energetici, altro potenziale fattore per le loro previsioni positive future. In riguardo alle quattro maggiori economie dell’eurozona, la classifica delle prestazioni di dicembre mostra risultati deludenti. Il risultato meno deludente è stato quello della Spagna, con il rispettivo PMI che segnala un crollo dell’attività economica meno pronunciato di quello dell’Italia dove a sua volta si osserva un’industria in calo a un tasso più lento di quello della Germania. La Francia rappresenta il fanalino di coda.”
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