HCOB PMI®: il settore edile italiano bloccato in un periodo di contrazione
Secondo gli ultimi dati dell’HCOB PMI®, diminuisce di nuovo l’attività edile italiana, ma al tasso più lento da maggio.
Nel frattempo, gli ordini hanno continuato la traiettoria al ribasso, indicando la più rapida contrazione dei nuovi ordini dall’agosto di due anni fa. Gli acquisti e i livelli occupazionali sono di conseguenza ancora stati ridotti e la fiducia nell’attività futura è scesa ai minimi in due anni.
L’Indice HCOB PMI® Settore Edile Italiano (Purchasing Managers’ IndexTM), che misura le variazioni su base mensile dell’attività totale del settore, ha registrato 46.6, in salita dai minimi in quasi due anni di luglio di 45.0.
I recenti cali dell’attività edile italiana marcano il quinto mese consecutivo di contrazione, collegata dai partecipanti all’indagine a deboli volumi degli ordini. Il tasso di contrazione è risultato solido e il più lento in tre mesi.
I dati più dettagliati dei sottosettori rivelano di nuovo una crisi generalizzata anche se il tasso di declino ha rallentato in tutti e tre i settori monitorati. L’edilizia residenziale è arrivata di nuovo in coda alla classifica, mentre quella non residenziale si è piazzata in cima.
Al centro di questo netto calo dell’attività si trova un nuovo declino dei nuovi ordini nel settore. Il tasso di contrazione inoltre è stato forte ed ha toccato il record massimo in due anni. I partecipanti all’indagine hanno riportato diminuzioni dei nuovi contratti e del numero degli appalti.
Reagendo a ciò i costruttori italiani hanno abbassato il volume degli acquisti ad agosto e ad un tasso simile a quello visto a luglio. Per le aziende cha hanno comprato materiale, le consegne sono state più rapide, segnando il primo miglioramento da ottobre 2012.
Nonostante questo, i costi sono di nuovo aumentati, protraendo così la tendenza inflazionistica osservato da giugno 2020. Le pressioni sui costi sono state forti e le maggiori in tre mesi, con menzioni di incrementi dei prezzi delle materie prime.
Ad agosto, la scarsità di nuove commesse ha portato le aziende a ridurre il personale in cantiere e, anche se lieve, quest’ultima contrazione della manodopera è stata la seconda più rapida in quasi due anni, più lenta solo di quella di maggio. Secondo i partecipanti all’indagine, le aziende hanno preferito non rimpiazzare il personale uscente.
Le aziende edili italiane hanno espresso un debole ottimismo rispetto ad un potenziale incremento delle attività nei prossimi dodici mesi dai livelli odierni. Gli unici accenni di fiducia sono stati attribuiti a nuovi contratti e, con l’incertezza rispetto al futuro espressa da alcune aziende, il livello di fiducia è risultato il minore in due anni.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il settore edile italiano resta bloccato in recessione. L’HCOB PMI per il settore edile di agosto è salito leggermente toccando 46.6, ma resta comunque al di sotto della soglia critica d’espansione, segnalando invece un’estensione della contrazione. Diminuzioni minori in tutti e tre i settori monitorati hanno portato ad un miglioramento di 1.6 punti dell’Attività Totale rispetto al mese precedente. L’attività nei sottosettori dell’edilizia residenziale e dell’ingegneria civile rimangono tuttavia a livelli preoccupantemente bassi, sottolineando i problemi che il settore continua ad affrontare. Le aziende edili italiane continuano ad essere alle prese con gli alti costi, e la debole domanda nel settore non riesce a far niente per alleviarne le pressioni. Sia i prezzi d’acquisto che le tariffe dei subappaltatori sono aumentati ancora rispetto a luglio. Le aziende monitorate hanno attribuito l’incremento dei prezzi ai maggiori costi delle materie prime, evidenziando il persistere delle difficoltà affrontate dal settore in questo contesto inflazionistico. Le aziende edili italiane non guardano al futuro con ottimismo. La situazione resta tesa poiché i volumi degli acquisti sono scesi notevolmente e i nuovi ordini si sono contratti nettamente. L’indice delle attività future si è anche attestato molto al di sotto della media storica. Le aziende mostrano opinioni diverse: alcune sono ottimiste grazie a potenziale nuovi contratti, mentre altre rimangono caute viste le incertezze circa lo schema del Superbonus. Nel mezzo di questi problemi, il settore ha ridotto di nuovo i livelli occupazionali nonostante la carenza di manodopera a livello nazionale.”