HCOB PMI®: continua a settembre la contrazione del settore manifatturiero italiano

 HCOB PMI®: continua a settembre la contrazione del settore manifatturiero italiano

Con le deboli condizioni della domanda che continuano a pesare sul settore manifatturiero italiano, continua a peggiorare ulteriormente a settembre lo stato di salute dell’economia manifatturiera. Gli ultimi dati HCOB PMI I® hanno mostrato come tale contrazione è stata guidata dai forti ma più deboli cali della produzione e dei nuovi ordini. Anche se con dei tassi di declino mensili in diminuzione, persistono inoltre i cali sia dei costi operativi che dei prezzi di vendita.

L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers Index®) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, ha registrato a settembre 46.8, rispetto a 45.4 di agosto. Nonostante per il sesto mese consecutivo abbia riportato un valore al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, mostrando quindi una contrazione delle condizioni operative, il calo è stato il minore da aprile del 2023.

L’incremento dell’indice principale PMI di settembre è stato in parte guidato a settembre dalla più debole contrazione della produzione e dei nuovi ordini. I relativi tassi di calo, malgrado si siano ridotti per il sesto mese consecutivo, sono risultati più deboli. Le aziende campione hanno attribuito il deterioramento della produzione e dei nuovi ordini al generale indebolimento delle condizioni della domanda del settore manifatturiero italiano. Allo stesso tempo, la domanda estera è rimasta contenuta, con i nuovi ordini esteri che sono diminuiti a settembre ad un tasso sostenuto.

Assieme alla debole domanda, il calo dell’afflusso dei nuovi ordini ha causato una contrazione degli acquisti delle materie prime e dei semilavorati, che nonostante sia stata la più lento in quattro mesi è risultata notevolmente più veloce della media storica e più rapida della tendenza osservata durante gli ultimi 12 mesi.

In aggiunta, i tempi medi di consegna si sono accorciati a settembre per il settimo mese consecutivo, ad un tasso di calo che però è stato generalmente in linea con quello di agosto. Alcune aziende campione hanno riportato un miglioramento della giacenza presso i fornitori causata dalla debole domanda di beni.

Le giacenze dei fattori produttivi a settembre hanno osservato un ennesimo calo, il più veloce in tre mesi. Alcune aziende hanno riportato di aver utilizzato le giacenze esistenti a causa delle deboli condizioni della domanda. Allo stesso tempo, anche se leggermente, le giacenze dei prodotti finiti sono diminuite per la prima volta da febbraio.

Il settore manifatturiero italiano ha osservato inoltre un forte crollo del volume generale degli ordini in fase di lavorazione ad un tasso che malgrado sia stato il più lento da maggio è pur sempre risultato tra i più veloci di sempre (da ottobre 2002).

Il miglioramento dei tempi medi di consegna e la domanda più bassa di materiale hanno provocato a settembre una forte contrazione dei prezzi di acquisto. Le aziende campione hanno ancora una volta riportato una riduzione di prezzo delle materie prime. Inoltre, malgrado ancora in diminuzione, il crollo dei costi operativi è stato elevato.

Le aziende hanno deciso di trasferire i costi minori ai loro clienti riducendo nuovamente i prezzi di vendita, che a settembre sono diminuiti notevolmente.

Malgrado si sia trattato di un altro mese oneroso, dopo il frazionale crollo dei livelli occupazionali di agosto, le positive previsioni per la produzione futura hanno favorito a settembre il ritorno di assunzioni di personale aggiuntivo.

Detto ciò, a settembre, la paura del protrarsi della debolezza delle condizioni della domanda hanno influito solle prospettive di crescita dell’anno prossimo. Il livello di ottimismo è stato il più basso del 2023 ed è stato attribuito all’esitazione da parte dei clienti presso mercati chiave.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:

“Pare che l’economia industriale italiana sia bloccato in uno stato di profonda depressione con nessuna chiara via d’uscita. Con un valore di 46.8, l’indice HCOB PMI rimane in territorio di contrazione, anche se il declino è rallentato rispetto al mese precedente.

I sottoindici forniscono poche ragioni di speranza, con la produzione, i nuovi ordini, la quantità degli acquisti e il livello del lavoro inevaso ancora una volta in calo. Persino la contrazione dei prezzi di acquisto e l’accorciamento dei tempi medi di consegna devono essere interpretati come indicatori di debolezza della domanda.

L’unico risvolto positivo di settembre è stato laumento del livello occupazionale. Questo però può essere osservato come risposta alla forte carena di personale specializzato nel mondo del lavoro in Italia piuttosto che un presagio di ripresa. Questo perc i nuovi ordini, sia nazionali che esteri, stanno diminuendo, e anche le previsioni sulla produzione futura sono crollate ben al di sotto della loro media a lungo termine, lasciando presagire uno scenario pessimistico per le previsioni a breve termine del settore manifatturiero in Italia.

Immagine di senivpetro su Freepik 

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