HCOB PMI®: con il peggioramento della domanda, l’economia dell’eurozona si contrae al tasso più rapido in quasi tre anni
Dagli ultimi dati dell’indagine HCOB PMI® e redatti da S&P Global, l’economia dell’eurozona ha iniziato il quarto trimestre di nuovo in contrazione, estendendo l’attuale periodo di declino che si protrae in questa seconda metà del 2023. Rispetto a settembre, il tasso di contrazione dell’attività è accelerato segnando il valore più forte da novembre 2020. Le fragili condizioni della domanda sono rimaste la caratteristica particolare dei dati rilevati. Escludendo i mesi affetti dalla pandemia, gli ordini totali hanno registrato il peggioramento più rapido da settembre 2012, ovvero dai tempi della crisi del debito sovrano. Conseguentemente alle buie prospettive economiche future c’è la stagnazione dell’occupazione, che conclude una sequenza di crescita occupazionale di 32 mesi consecutivi.
Nel frattempo, i prezzi di vendita di merci e servizi dell’eurozona hanno registrato il più debole aumento da febbraio 2021, mentre l’inflazione dei costi è lievemente diminuita rispetto al rialzo più alto in quattro mesi dello scorso settembre.
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, si è posizionato a ottobre, e per il quinto mese consecutivo, su un valore inferiore alla soglia critica di 50.0, che separa l’espansione dalla contrazione. Con 46.5, l’indice è peraltro diminuito da 47.2 di settembre, segnalando una contrazione forte e accelerata della produzione, la più rapida in quasi tre anni.
La più forte contrazione dell’attività segnalata dai dati di ottobre riflette il peggioramento delle prestazioni delle aziende terziarie, con la produzione industriale in calo allo stesso valore dei livelli avutisi a settembre. Gli ultimi dati dell’indagine hanno inoltre registrato il terzo mese consecutivo di calo della produzione in entrambi i settori monitorati.
A eccezione della Spagna (dove l’attività del settore privato di ottobre ha indicato una stagnazione) il calo della produzione è stato generale nei paesi dell’eurozona monitorati dall’indagine. Germania e Francia hanno continuato a rilevare forti contrazioni e l’Italia ha indicato il più rapido peggioramento in un anno. L’Irlanda ha registrato il primo declino della produzione in 11 mesi, ma solo marginale.
Le condizioni della domanda hanno giocato un ruolo chiave nel peggioramento dell’attività di ottobre, con il più rapido calo da maggio 2020 dei nuovi ordini manifatturieri dell’eurozona. La contrazione del flusso delle commesse, se si escludono i mesi affetti dalla pandemia, è stata la più elevata da settembre 2012, durante la crisi del debito sovrano. Gli affari esteri, compresi quelli intra-eurozona, sono stati un freno considerevole, segnando uno dei tassi peggiori dal 2014, quando cioè è iniziata la serie relativa a questo parametro.
A loro volta, le aziende dell’eurozona hanno smaltito ulteriormente i livelli di lavoro inevaso di ottobre, con volumi in calo a un tasso forte, grosso modo lo stesso di settembre, quando si è toccato un record in 39 mesi. La forte riduzione delle pressioni sulla capacità operativa ha spinto un maggior numero di aziende a frenare le assunzioni. Infatti, a ottobre, i livelli occupazionali del settore privato dell’eurozona sono rimasti stagnanti, concludendo 32 mesi consecutivi di sequenza di creazione di posti di lavoro.
Sulla decisione di ridurre le assunzioni ha inoltre influito l’ottimismo sulle prospettive economiche future, che nell’indagine ha segnalato un valore tenue, anche se lievemente migliorato dai minimi in dieci mesi di settembre.
Più positivamente, dopo due mesi consecutivi di forte inflazione, le pressioni sui costi sostenuti dalle aziende dell’eurozona si sono attenuate. Ciononostante, l’aumento delle spese operative è stato elevato, e solo poco più lieve del picco in quattro mesi di settembre. L’inflazione dei prezzi di vendita è tuttavia diminuita, scendendo al valore più debole da febbraio 2021.
Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: ottobre
Spagna | 50.0 | minimo in 2 mesi |
Irlanda | 49.7 | minimo in 11 mesi |
Italia | 47.0 | minimo in 12 mesi |
Germania | 45.9 (flash 45.8) | minimo in 2 mesi |
Francia | 44.6 (flash: 45.3) | massimo in 2 mesi |
HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona
Da 48.7 di settembre, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona di ottobre è sceso ai minimi in 32 mesi di 47.8. Questo valore mostra un ulteriore e più rapido declino dell’attività del settore terziario dell’area euro e, nel complesso, registra il terzo mese consecutivo di contrazione.
Gli ultimi dati raccolti durante l’indagine di ottobre hanno mostrato un peggioramento della domanda ricevuta dalle aziende terziarie, con il calo più rapido dei nuovi ordini da gennaio 2021. Questo è anche un del crescente potere frenante dei clienti internazionali, vista la più rapida riduzione degli ordini esteri in più di due anni e mezzo.
Il settore terziario dell’eurozona ha quindi potuto dedicarsi al completamento degli ordini in modo più tempestivo, come si evince dal quarto mese consecutivo di riduzione delle commesse in giacenza. La crescita occupazionale è stata elevata, anche se lieve e più lenta di settembre. La fiducia è migliorata, restando però più debole della media storica.
Infine, il settore terziario dell’eurozona ha registrato un nuovo sostanziale rialzo dei costi operativi, nonostante le pressioni si siano lievemente allentate. L’inflazione dei prezzi di vendita è scesa ai valori più deboli da maggio 2021.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “In quest’ultimo trimestre, il settore terziario dell’eurozona si trova in difficoltà. Ottobre segna il terzo mese consecutivo in cui l’attività incassa il colpo: le prospettive future, infatti, non sembrano rosee visto il brusco tracollo dei nuovi ordini. Nonostante tutto, le previsioni sui prossimi dodici mesi sono in qualche modo migliorate, restando però molto più basse della media di lungo termine. Osservare i prezzi in continuo aumento, invece che allinearsi strettamente alla domanda, come fanno normalmente è un enigma da risolvere. Con l’attività economica caduta in zona recessione e l’indice dei prezzi che mostrano valori molto superiori a 50, siamo chiaramente davanti a una stagflazione del settore. La domanda da un milione di dollari è: per quanto tempo resteremo prigionieri in questa strana zona di stagflazione? I dati PMI suggeriscono di attendere un po’ e per la BCE questo vuol dire che non è ancora arrivato il momento di ridurre i tassi di interesse. Date le carenze del mercato del lavoro, le aziende terziarie si mostrano restie a tagliare gli organici, e hanno invece optato per un semplice rallentamento delle assunzioni. Se con le deboli prestazioni economiche, il mercato del lavoro sembra indebolirsi, il problema della carenza di personale qualificato molto probabilmente si protrarrà a lungo. Questo dovrebbe frenare il tracollo dei consumi privati, così importante per il settore terziario. Gli affari esteri, che includono il turismo, hanno ricevuto un forte colpo registrando il crollo più elevato dal 2014. È da luglio che questo segmento sta indicando una tendenza al ribasso. Ciò significa che l’attività turistica, una delle maggiori risorse che sostengono soprattutto i paesi dell’Europa meridionale, sta svanendo. Osservando la classifica dei PMI compositi di ottobre delle principali economie, la Spagna spicca con 50, mentre la Francia segna la peggiore prestazione del gruppo, e la Germania la segue a stretto giro. In termini di scarso rendimento, l’Italia allo stesso tempo tallona la Germania. Insomma, in questo quarto trimestre c’è il potenziale rischio di una caduta del PIL dell’eurozona.”
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