HCOB PMI®: a luglio, la ripresa del settore terziario italiano perde vigore

 HCOB PMI®: a luglio, la ripresa del settore terziario italiano perde vigore

La tendenza alla crescita, cui abbiamo assistito nel 2024, continua a luglio, registrando il settimo mese consecutivo di espansione della produzione. Tuttavia, la ripresa ha perso vigore dal momento che attività, nuovi ordini e occupazione hanno tutti indicato tassi di crescita più lenti.

Con la pressione dei costi in continuo aumento e l’inflazione dei prezzi di vendita in progressiva riduzione, la morsa sui margini delle aziende persiste. Allo stesso tempo, la fiducia sul futuro resta positiva, indicando però il valore più debole dell’anno in corso.

L’Indice HCOB PMI® dell’Attività Terziaria in Italia, il principale di questa indagine, a luglio è sceso a 51.7 da 53.7 di giugno. Anche se finora il 2024 ha continuato a registrare una crescita mensile, l’ultimo rialzo è stato il più lento in sei mesi e modesto. Nei casi in cui l’attività registrata è stata maggiore, le aziende lo hanno attribuito a migliori condizioni della domanda e al flusso di nuovi clienti.

I dati dell’indagine di luglio hanno di nuovo segnalato un aumento dei nuovi ordini che le aziende terziarie italiane hanno ricevuto, segnalando dunque il settimo mese consecutivo di crescita. Il campione monitorato ha collegato tale espansione al miglioramento delle condizioni della domanda e all’acquisizione di nuovi clienti. Luglio, tuttavia, segnala il quarto mese consecutivo di indebolimento della crescita di nuovi ordini. Similmente, le vendite estere di luglio hanno indicato un aumento più lento e solo marginale.

Le aziende terziarie italiane monitorate dall’indagine, nel prendere decisioni in merito agli organici, hanno considerato il carico di lavoro. La crescita occupazionale ha registrato il nono mese consecutivo di incremento, ma ad un tasso moderato ed il più lento da marzo. Allo stesso tempo, la capacità operativa in eccesso è stata evidente visto che il lavoro inevaso è crollato, mantenendo un andamento al ribasso iniziato da ottobre dello scorso anno.

In merito ai prezzi, la pressione dei costi affrontata dalle aziende terziarie in Italia è rimasta storicamente elevata. I dati di luglio hanno anche segnalato il cinquantesimo mese consecutivo di incremento dei prezzi di gestione. Tra i commenti riportati dal campione monitorato sono stati elencati i maggiori costi delle materie prime, del carburante e degli organici.

Allo stesso tempo, le aziende italiane del settore terziario hanno mostrato a luglio una politica meno aggressiva sui prezzi da applicati ai clienti. Registrando il terzo mese consecutivo di riduzione, il tasso di inflazione dei prezzi di vendita ha segnato il valore più debole da novembre e solo modesto.

In conclusione, gli ultimi dati raccolti tra le aziende del terziario italiano hanno rivelato un livello di fiducia piuttosto attenuato sulle prospettive economiche dei prossimi 12 mesi. Se nel complesso il settore si è mostrato ottimista su un aumento dell’attività, il tasso di fiducia è stato il più debole dell’anno in corso. La positività è largamente dovuta alle speranze di acquisizione di nuovi clienti e di un maggior flusso di nuovi ordini così come a condizioni geopolitiche migliori.

Commento

Analizzando i dati PMI finali del Settore Terziario in Italia, Dr Tariq Kamal Chaudhry, Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Tra i timori di un rallentamento della crescita, i servizi stanno portando avanti l’economia italiana, restando il motore principale dell’economia nazionale, anche se i recenti indicatori suggeriscono potenziali difficoltà. L’indice principale HCOB PMI del Settore Terziario Italiano si posiziona a luglio su 51.7, mostrando un netto regresso rispetto al mese precedente e segnando la crescita più debole da gennaio 2024. I prezzi restano alti e le aziende dei servizi continuano ad affrontare costi sempre più elevati, che superano gli aumenti riportati dei prezzi di vendita. Le aziende intervistate collegano questo incremento ai maggiori costi del lavoro, del carburante e dei materiali. La stagnazione degli ordini preoccupa le aziende dei servizi. Nello specifico, il timore riguarda la tendenza al rallentamento della crescita di ordini rispetto ai mesi precedenti di quest’anno, il che aumenta i dubbi su una perdita di vigore dell’espansione. Il freno della domanda è più pronunciato sul mercato estero di quello nazionale. A perdere slancio sono le prospettive future. Se la crescita occupazionale resta forte, le aspettative di crescita futura sono scivolate drasticamente al di sotto della media storica. L’ottimismo si sostiene con le speranze di nuovi clienti e di un maggiore flusso di ordini, ma anche di un più stabile clima geopolitico. Tuttavia, il monitoraggio delle crescenti tensioni nel Medio Oriente sarà cruciale, poiché gli operatori del mercato ne valuteranno gli effetti nei prossimi mesi.”

Immagine di freepik

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