HCOB PMI®: a febbraio, il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi

 HCOB PMI®: a febbraio, il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi

Gli ultimi dati PMI® hanno mostrato un peggioramento da gennaio delle condizioni operative presso le aziende manifatturiere italiane. Le aziende hanno continuato a riportare una domanda debole e un minore numero di ordini, a cui hanno risposto riducendo il volume di produzione. Malgrado ciò, le imprese manifatturiere hanno incrementato a febbraio i loro livelli del personale, che a sua volta ha favorito il calo degli ordini in fase di lavorazione. La debolezza delle condizioni della domanda ha inoltre provocato una riduzione sia dei costi che dei prezzi di vendita.

L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, a febbraio è aumentato a 48.7 da 48.5 del mese scorso.

Malgrado sia rimasto in territorio negativo e abbia esteso l’attuale sequenza di declino a quasi un anno, l’ultimo calo è stato il minore osservato nella suddetta serie di contrazione. Ciò è stato causato dal calo più lieve sia dei nuovi ordini che delle giacenze degli acquisti, così come dalla rinnovata espansione della forza lavoro.

A febbraio, i nuovi ordini ricevuti dalle imprese manifatturiere italiane sono diminuiti moderatamente, ma al tasso più debole dell’attuale sequenza. L’ultimo calo è stato attribuito dalle imprese al clima geopolitico sfavorevole e alle deboli condizioni della domanda. I problemi geopolitici hanno inoltre contribuito al crollo dei nuovi ordini destinati all’esportazione, a un tasso di declino mensile accelerato.

Con il numero degli ordini ancora una volta in calo, a metà del primo trimestre del 2024 le aziende hanno ridotto i loro volumi produttivi, segnando quindi quasi un anno di contrazione. Detto questo, il tasso di declino è stato però solo moderato.

L’ottimismo riguardante l’attività futura tra le aziende manifatturiere italiane si conferma in linea con quello di gennaio ed è stato collegato all’acquisizione di nuovi clienti e alle aspettative di miglioramento del clima economico e geopolitico durante i prossimi dodici mesi.

Estendendo l’attuale sequenza di declino a 21 mesi, l’indagine di febbraio ha osservato un ridimensionamento dell’attività di acquisto in linea con il minore numero dei nuovi ordini. Il tasso di contrazione degli acquisti è stato elevato ma il più debole in 11 mesi. Allo stesso tempo, le giacenze delle materie prime sono calate a causa di rinvii volontari di ordini al fine di ridurre i livelli di magazzino.

A febbraio sono stati riportati tempi medi di consegna per i beni più corti. La prestazione dei fornitori è però migliorata solo minimamente, con le aziende che hanno continuato a segnalare ritardi a causa dei problemi nel Mar Rosso.

Un nuovo aumento del livello occupazionale ha fatto sì che le aziende hanno potuto tenere sotto controllo a febbraio il loro carico di lavoro. La recente crescita occupazionale è stata la prima in cinque mesi ma in generale solo leggera. Allo stesso tempo, il tasso di contrazione degli ordini in fase di lavorazione ha registrato il livello record in tre mesi ed è stato elevato.

Per concludere, gli ultimi dati hanno mostrato ancora una volta una contrazione dei prezzi, la tredicesima mensile consecutiva. Secondo le aziende campione, il calo di prezzo delle materie prime di febbraio ha costretto i fornitori a rivedere i loro listini prezzi e di conseguenza, anche se solo lievemente, le imprese hanno anche ridotto le loro tariffe.

Commento

Commentando i dati PMI, Dr. Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato:

“Il manifatturiero dell’Italia è bloccato e non mostra nessun segnale di miglioramento. I dati HCOB PMI per il settore manifatturiero di febbraio non sono cambiati molto da quelli del mese scorso, e attestandosi a 48.7, l’indice lascia poco spazio per l’ottimismo. Cosa preoccupa è il calo accelerato della produzione rispetto al mese scorso. I livelli rimangono nella fascia di contrazione, ed estendono quindi il periodo di declino a quasi un anno.

Il settore non può lamentarsi dell’alto tasso inflazionistico e del basso livello occupazionale. Malgrado il forte aumento dell’indice rispetto al mese precedente, i prezzi di acquisto di febbraio hanno continuato a calare. Tale contrazione, in combinazione con l’altrettanto drastico calo dei prezzi di vendita, segnala una persistente debolezza della domanda. L’Indice del Livello Occupazionale ha osservato un significativo salto dal mese precedente, mostrando adesso la prima crescita dallo scorso settembre. Resta da vedere se la recente dinamica del mercato del lavoro sia un caso isolato oppure l’inizio di una tendenza.

Malgrado le attuali interruzioni sul Mar Rosso, i tempi medi di consegna dei fornitori pare siano più brevi, mostrando una profonda debolezza della domanda e mandando un segnale tutt’altro che ideale. In aggiunta, gli ordini in fase di lavorazione sono diminuiti a un tasso veloce e non si intravede nessun segnale all’orizzonte che potrebbe a breve capovolgere la situazione.

Guardando al futuro, la situazione del manifatturiero in Italia è un po’ un misto di elementi positivi e negativi. Da una parte, le imprese stanno soffrendo del declino degli ordini generali e internazionali, dall’altra le previsioni sulla produzione futura sono al di sopra della media storica. Le aziende intervistate, tra le ragioni citate, hanno espresso la speranza di ripresa economica e le condizioni geopolitiche più stabili.”

Immagine di ArthurHidden su Freepik 

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.