Grant Thornton: torna a crescere l’ottimismo economico delle imprese
- A livello globale il 60% delle aziende (+4% rispetto al 2° semestre 2022) stima una crescita dei ricavi, in Europa il 54% (+5%) e in Italia il 56% (+7%)·
- Il 43% delle aziende italiane (+3% sul 2° semestre 2022) prevede di assumere personale. Il dato si confronta con valori medi più elevati a livello globale (50%, +2%) e leggermente più contenuti in Europa (41%, comunque in aumento del 5%). Sorprende il dato sui salari: crescono dell’11% (dal 56% al 67% del 1° semestre 2023) le imprese italiane che pensano di aumentare le retribuzioni, rispetto a un più contenuto +3% relativo a quelle europee (dal 75% al 78%) e al +1% a livello globale (82% vs 83%)·
- Il 47% delle imprese globali (+2% rispetto al 2° semestre 2022) prevede una crescita dell’export. In Italia il dato è in diminuzione al 37% (vs 41%), ma in Europa resta stabile al 37%
Migliora la fiducia sulla ripresa economica a livello globale nella prima metà del 2023: la percentuale delle aziende “ottimiste” cresce nel primo semestre (+8%), passando dal 59% al 67%. Il trend influenza anche l’Europa, dove la fiducia passa dal 43% al 56% (+13%), superando l’incremento a livello globale, mentre l’Italia scende di un solo punto percentuale, dal 47% al 46%.
L’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton conduce a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market, evidenzia un clima generale di fiducia sulle aspettative future verso alcuni dei principali driver di sviluppo economico, nonostante le numerose sfide che continuano a caratterizzare lo scenario macroeconomico globale.
Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’inflazione elevata e l’impennata dei prezzi dell’energia restano fattori potenzialmente critici, ma in misura minore rispetto al secondo semestre del 2022. A livello globale, più della metà delle aziende riconosce nell’incertezza economica e nei costi dell’energia (rispettivamente il 58% e il 54% delle società intervistate) i principali vincoli alla crescita, seguiti dalla disponibilità di forza lavoro qualificata e dal costo del lavoro (entrambi al 53%).
Guardando ai ricavi, è in aumento il numero di imprese che si aspetta una crescita per il 2023, passando dal 56% del secondo semestre 2022 al 60% del primo semestre 2023. Anche in Italia l’indice è in netto miglioramento (dal 49% al 56%), così come in Europa, dove l’aumento è però più contenuto (dal 49% al 54%).
L’ottimismo si conferma anche sulla redditività, in quanto cresce il numero di aziende che ne stima un incremento per il 2023: dal 55% al 59% a livello globale e dal 41% al 45% in Europa, mentre si registra un leggero calo in Italia (dal 45% al 43%).
In crescita anche la percentuale delle aziende che prevede di assumere personale nel corso di quest’anno, che sale dal 48% del secondo semestre del 2022 al 50% del primo semestre 2023. Il trend è confermato sia dai dati europei, dove le aspettative di assunzione salgono dal 36% al 41%, sia italiani (dal 40% al 43%). Sono proprio le imprese italiane a mostrarsi più ottimiste sul possibile aumento dei salari, passando dal 56% al 67% (+11% sul secondo semestre 2022), seguite da quelle europee (dal 75% al 78%). A livello globale, la percentuale delle imprese che prevede di aumentare lo stipendio dei propri dipendenti cresce invece di un solo punto percentuale (dall’82% all’83%).
Le aspettative di espansione sui mercati internazionali restano generalmente elevate a livello globale, con il 47% delle aziende che prevede una crescita dell’export (45% nella seconda metà del 2022), mentre in Italia il dato diminuisce dal 41% al 37% e l’Europa rimane stabile al 37%. Sia a livello globale (44% contro il 40% del secondo semestre 2022) sia europeo (37% vs 31%) è in crescita il numero di aziende che prevede di aumentare i ricavi connessi alle esportazioni. A livello globale, è in leggera crescita il numero di Paesi nei quali esportare (dal 41% al 43%) e le imprese si mostrano ottimiste anche in merito al ricorso a fornitori sui mercati esteri, che dovrebbe aumentare secondo il 37% del campione (34% nella seconda metà del 2022).
Infine, il quadro è nel complesso positivo anche sul fronte degli investimenti. In ambito tecnologico, il 61% delle aziende a livello globale prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi 12 mesi (57% nel secondo semestre 2022), in Europa il dato si attesta al 50% (47% nel secondo semestre 2022), mentre in Italia è in leggera diminuzione (dal 54% al 52%). Sono in aumento, a livello globale, anche gli investimenti in competenze del personale (57% vs 53%) e in ricerca e sviluppo (54% vs 51%).
Gabriele Labombarda, Partner & IBC Director for Italy di Bernoni Grant Thornton, commenta: “Pur rimanendo all’interno di un contesto economico, geopolitico ed energetico complesso, i risultati della nostra analisi mostrano un progressivo aumento della fiducia delle imprese su scala globale nella ripresa economica. In tal senso, la contrazione estiva dell’andamento del settore manifatturiero dell’Europa continentale ed il calo della domanda interna, entrambi in un certo senso prevedibili, non costituiscono elementi tali da modificare il sentimento prevalente di una aspettativa fiduciosa di una ripresa nel medio termine, specie a partire dal secondo semestre 2024: maggiori investimenti, crescita delle assunzioni e spinta all’innovazione tecnologica confermano la peculiare competitività delle imprese italiane, che continuano a mostrarsi resilienti di fronte alle sfide poste dallo scenario internazionale”.
Giampiero De Angelis, Presidente e Managing Partner di RIA Grant Thornton, commenta: “Tenendo debitamente conto del complicato scenario economico geopolitico e sociale legato anche ad altri fattori come i cambiamenti climatici, l’IBR di Grant Thornton indica un aumento della fiducia delle imprese con un leggero calo per l’Italia, che si riflette comunque nell’aumento della fiducia delle imprese sulla ripresa economica nel primo semestre 2023 che è un dato, positivo nonostante le obiettive incertezze. La fiducia e la resilienza sono valori che producono effetti positivi, che insieme a sempre maggiori investimenti nelle nuove tecnologie, nelle risorse umane, nella sostenibilità dimostrano la tenacia delle aziende italiane a essere protagoniste nelle sfide sempre più impegnative dei mercati internazionali”.
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