Grant Thornton: l’ottimismo delle PMI sulla crescita economica torna ai livelli pre-Covid
- Incertezza economica in netto calo in Italia (-15%), con maggiore prudenza a livello globale (-1%) e in Europa (-2%), ma le aspettative di redditività delle imprese del mid-market del Belpaese mostrano un decremento del 7% (vs un crescita del 4% su scala mondiale ed europea)
- Aumento generalizzato delle aspettative di crescita dei ricavi grazie a maggiori volumi di vendita, con un incremento del 3% in tutte le aree considerate (64% a livello globale, 57% in Europa e 54% in Italia)
- Previsioni in peggioramento per l’assunzione di personale in Italia, dove l’aspettativa di aumentare l’organico diminuisce del 6% rispetto al primo trimestre dello stesso anno. Più ottimiste le aziende globali (+6%) e quelle europee (+3%)
- Netto miglioramento sull’export: aumentano le aziende globali che si aspettano una crescita (53%, +7% sul 1° trimestre 2024). L’indice si alza anche in Italia ed Europa (rispettivamente al +7% e +5%)
Secondo l’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market, nel secondo trimestre del 2024 l’ottimismo delle aziende globali è tornato ai livelli pre-Covid, passando dal 66% al 71% (+5% rispetto al primo trimestre 2024), con un incremento più netto in Europa, dove l’indice di fiducia economica cresce dal 53% al 59% (+6%). In Italia il dato rimane stabile al 48%.
Nel secondo trimestre del 2024 si è parallelamente osservata una lieve diminuzione dell’incertezza economica su scala globale dal 56% al 55% (-1%). In Europa, la riduzione è stata leggermente più sensibile, con un decremento del 2% che ha portato il livello di incertezza dal 48% al 46%. In Italia, invece, si è registrato un notevole miglioramento, con un netto calo dell’indice dal 67% al 52%, corrispondente a una riduzione del 15%. Questi dati suggeriscono una evoluzione positiva del clima economico, nonostante le persistenti preoccupazioni legate alle tensioni geopolitiche e alle condizioni finanziarie restrittive che continuano a gravare su famiglie e imprese.
In Italia, il numero di aziende che si aspettano un aumento della redditività è significativamente diminuito, passando dal 53% al 46%, con una riduzione del 7%. Al contrario, sia in Europa sia a livello globale, si registra un aumento del 4% delle aspettative di redditività. Anche riguardo alla possibilità di aumentare i prezzi alla vendita nei prossimi 12 mesi, l’Italia registra un incremento dell’11%, distaccandosi notevolmente dal contesto globale (+2%) ed europeo (+1%). Le aziende italiane potrebbero essere costrette ad aumentare i prezzi per compensare l’aumento dei costi di produzione, probabilmente dovuto a fattori come l’inflazione, i costi energetici elevati e le difficoltà nella catena di approvvigionamento. Nonostante le differenze, le previsioni di crescita dei ricavi rimangono positive e uniformi per tutti i contesti, con un +3% (64% a livello globale, 57% in Europa e 54% in Italia).
Benché l’ottimismo per quanto riguarda la crescita dei ricavi sia notevole, l’Italia continua a restare significativamente indietro rispetto alla media europea e a quella globale per quanto riguarda l’assunzione di personale. A livello mondiale, si osserva un aumento del 6% delle aziende che prevedono di assumere nuovi dipendenti nel corso del prossimo anno e il trend positivo è confermato da un incremento del 3% a livello europeo. Tuttavia, nel Belpaese la situazione è diametralmente opposta: le aspettative di assunzione sono in calo, con una diminuzione del 6% rispetto ai dati del primo trimestre del 2024. Questo divario sottolinea una sfida importante per il mercato del lavoro italiano, che al momento fatica a tenere il passo con le dinamiche occupazionali di altre regioni.
Prospettive in netto miglioramento per quanto concerne il commercio internazionale. Le aspettative di espansione sui mercati esteri mostrano infatti un andamento in crescita, con il 53% delle aziende globali (+7% rispetto al primo trimestre 2024) ottimiste sulla crescita dell’export. Una tendenza analoga si riscontra sia in Italia che in Europa, che vedono entrambe un incremento rispettivamente del 7% (40% vs 47%) e del 5% (37% vs 42%). Risulta in forte crescita, sia a livello globale sia europeo, il numero di aziende che prevedono di aumentare il numero di paesi verso i quali esportare, con un incremento del 7% nel primo caso (42% vs 49%) e del 2% nel secondo (36% vs 38%); il risultato è in controtendenza invece in Italia, con una decrescita dell’8% (48% vs 40%). Per quanto concerne il numero di aziende che prevede di aumentare i ricavi connessi alle esportazioni, i dati risultano in crescita su tutti i fronti: +3% (45% vs 48%) a livello globale, +2% in Europa (41% vs 43%) e +8% in Italia (37% vs 45%).
Per quanto riguarda gli investimenti, il numero di aziende italiane che prevede di incrementare gli investimenti in tecnologia nei prossimi dodici mesi è in lieve aumento, dal 66% al 67%. Il trend è in linea con quello europeo, che vede una crescita dal 56% al 58%, mentre a livello globale passa dal 66% al 67%. Lo stesso scenario si osserva negli investimenti nelle competenze del personale. In Italia, la percentuale di aziende che si aspetta un incremento è passata dal 43% al 46%, in linea con l’Europa (46% vs 48%), anche se entrambe stentano a raggiunere la media globale (58% vs 59%). Gli investimenti in ricerca e sviluppo presentano una dinamica diversa: infatti, sebbene si assista ad un aumento a livello globale (55% vs 60%), l’Europa resta indietro (45% vs 48%), mentre l’Italia mostra un progresso più significativo (51% vs 54%), sopra la media europea ma leggermente sotto quella globale.
Michele Dodi, Partner di Ria Grant Thornton dichiara: “La nostra analisi mette in luce un significativo miglioramento delle aspettative di crescita economica a livello globale, che raggiungono per la prima volta i livelli pre-Covid. Questo risultato non solo lascia ben sperare per le imprese che oggi si trovano in un contesto economico e geopolitico incerto, ma dimostra ancora una volta la resilienza e il forte potenziale insito nel segmento mid-market. Il nostro Paese riflette questa tendenza, evidenziando un consistente calo dell’incertezza tra le imprese italiane, che si trovano però a dover fare i conti con alcune fondamentali sfide operative, come l’ancora insufficiente crescita della redditività e aspettative sui ricavi scoraggianti, ma anche un forte “gap” occupazionale, che la lasciano nelle retrovie rispetto all’Europa e al mondo. In un tale, seppur ottimista, panorama di complessità, la transizione green e gli investimenti tecnologici, soprattutto l’AI, si rivelano alleati strategici per le imprese, per migliorare i processi interni, mostrarsi competitive verso il mercato e rispondere efficacemente alle dinamiche di cambiamento globale”.