Fatturati e redditività record per le imprese brianzole nel 2022. Ma a fine 2023 e per il 2024 crescono i timori per il rallentamento della domanda globale
Le maggiori 800 imprese della Brianza registrano un nuovo record dei loro fatturati nel 2022, a 70,8 miliardi euro complessivi, con una redditività straordinaria al 14% in termini di ROE e con il 91% delle aziende in utile. Nel 2023, invece, emerge un quadro di luci e ombre. Nella prima metà dell’anno l’economia della Brianza ha continuato a crescere, seppur a una velocità ridotta rispetto al passato, con la produzione manifatturiera in ulteriore espansione rispetto al complesso dell’industria lombarda pressoché ferma, e con l’export che ha registrato un nuovo massimo di 7 miliardi di euro semestrale. Per la seconda parte dell’anno, tuttavia, gli imprenditori esprimono una crescente preoccupazione a causa del quadro internazionale fragile e incerto, del deterioramento della domanda, degli aumentati vincoli finanziari e della alta difficoltà nel reperire personale adeguato.
Sono queste le principali evidenze dell’edizione 2023 di TOP500+, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 800 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e promosso in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco BPM.
“La ricerca ‘fotografa’ i trend significativi di un territorio che ha la performance economica nel suo DNA – ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. Il merito è delle imprese, le stesse che permettono alla Lombardia di essere la prima regione industriale in Italia, all’Italia di essere la seconda manifattura d’Europa e all’Europa di essere, a sua volta, la seconda realtà manifatturiera del mondo. Si tratta di un patrimonio che non possiamo disperdere: occorre, in tal senso, una sempre più stringente alleanza pubblico-privato per sostenere i progressi e la crescita di questi anni e accendere i riflettori su alcuni temi che consideriamo strategici: contrasto ai provvedimenti della Commissione europea fortemente ideologici o improntati ad una eccessiva austerità; sostegno alle nuove tecnologie, in particolare al nucleare, per garantire sostenere la sicurezza e l’indipendenza energetica; realizzazione delle infrastrutture necessarie per rafforzare la competitività delle industrie e l’attrattività del territorio e di tutto il Paese. Penso, in particolare, alla necessità di affrontare la grave situazione dei valichi alpini, al completamento della Pedemontana e ai prolungamenti delle linee metropolitane 1 e 5 verso Monza e la Metropolitana 2 verso Vimercate”.
Il quadro economico
Il 2022 è stato un anno di crescita buona per l’economia di Monza e della Brianza: la produzione manifatturiera è aumentata del +7,5%, al di sopra della media lombarda (+6,3%), e le esportazioni hanno raggiunto il record di 12,9 miliardi di euro, in aumento del +21% rispetto al 2021 e del +33,3% sul 2019. In questo contesto, tutti i settori sono tornati sopra ai livelli pre-Covid, con i più performanti per contributo alla crescita che sono stati: la farmaceutica (+60,3%), la chimica (+26,2%), i metalli (+17,8%), l’elettronica (+20,1%) e i mobili con altro manifatturiero (+17,8%). Sul fronte mercato del lavoro, nel 2022 gli occupati sono aumentati: + 11.471, chiudendo così il divario rispetto al 2019 (con un orizzonte temporale anticipato rispetto al 2023 previsto per la Lombardia). Il tasso di occupazione ha raggiunto il 69,7% e il tasso di disoccupazione è sceso al minimo degli ultimi quattro anni al 4,3%.
Nella prima metà del 2023, nonostante la crescita globale si sia progressivamente indebolita e la domanda raffreddata, le imprese industriali monzesi hanno evidenziato un rallentamento più moderato rispetto alla media regionale. Nei primi due trimestri del 2023, sebbene a ritmi meno vivaci, la produzione manifatturiera ha continuato ad avanzare segnando un +3,3% tendenziale a gennaio-marzo, +2,3% ad aprile-giugno, a differenza del complesso dell’industria lombarda che invece si è quasi fermata (+2,5% e +0,5% nei due trimestri). Le vendite estere delle imprese brianzole hanno segnato nel primo semestre del
2023 anche un nuovo massimo di export con 7 miliardi di euro, in crescita del +11,3% rispetto all’anno precedente (+3,8% a livello regionale). Considerata la specializzazione produttiva del territorio, i settori che hanno contribuito maggiormente all’incremento dell’export sono risultati: meccanica (+28,3% l’export tendenziale a gennaio-giugno 2023), farmaceutica (+28,1%), elettronica (+21,5%), metalli (+5,9%) e apparecchi elettrici (+20,5%). In diminuzione, invece, il comparto del legno (-22%), la gomma-plastica (-1,4%) e la chimica (-0,4%), tutti settori che scontano le brillanti performance del 2022.
Per quanto riguarda la fine del 2023, nei mesi autunnali il sentiment delle imprese è peggiorato, considerato anche il deterioramento ulteriore della domanda a livello internazionale. Nel complesso di quest’anno si stima che il PIL di Monza e Brianza si attesti su un +0,2% rispetto a un +0,9% della Lombardia. Arretrano su base annua l’industria del -1% e il comparto agricolo, che segna un -8,2%. In salita le costruzioni del +1,1%, e, anche se a un ritmo più ridotto, i servizi e il commercio +0,7%. Più in generale a Monza e Brianza, la manifattura vive una contrazione più contenuta del -1% rispetto al dato lombardo (-1,9%): questo evidenzia una resilienza maggiore come già osservato nel 2022. Stazionarie (0,2%) le stime riferite all’occupazione provinciale.
“I numeri analizzati dal Centro studi – ha affermato Giovanni Caimi, presidente della Sede di Monza e Brianza di Assolombarda – ci mostrano una Brianza reattiva nonostante il rallentamento globale. L’industria continua a cresce più della media lombarda e questo significa anche che le imprese, per stare sui mercati non hanno smesso di cogliere la forte spinta all’innovazione tecnologica e digitale, la transizione verso un’economia sostenibile e la rivoluzione ESG. Fattori che hanno un ruolo sempre più determinante per la crescita. In questo contesto il concetto di “capitale umano” è un tema fondamentale su cui occorre investire in termini di risorse e progettualità. Assolombarda, da sempre impegnata nel rafforzare le sinergie tra imprese e mondo della scuola, ha dato il via al primo Liceo STEAM in Lombardia, un percorso di studi coerente e sinergico con il mondo delle aziende che hanno sempre più bisogno di talenti e di professionalità altamente specializzate. Un risultato importante non solo per le nostre imprese ma anche per i ragazzi e le ragazze che hanno l’opportunità di rendere più concreto il loro futuro”.
Prospettive e rischi – le evidenze della survey
Le imprese brianzole guardano al futuro con preoccupazione. Infatti, dalle indicazioni raccolte nel mese di ottobre dal Centro Studi di Assolombarda su un campione di 107 imprese dell’industria e dei servizi del territorio, emerge un indebolimento della crescita nel 2023 e, per il 2024, cautela nelle stime.
Per il 2023, il 45% delle imprese brianzole dichiara nei preconsuntivi di ottobre un aumento del fatturato rispetto al 2022, il 18% chiuderà il bilancio in linea con l’anno precedente e il 37% in diminuzione.
Il 39% delle aziende si attende quest’anno un Ebit in crescita, il 38% stabile e il 23% in erosione: questo indica l’attenzione delle imprese ai costi per contrastare la diminuzione del fatturato.
A determinare il clima di preoccupazione, e le criticità nelle attività produttive, vi è soprattutto il difficile reperimento delle competenze professionali ricercate, una situazione che emerge anche nelle precedenti rilevazioni e che quindi risulta preoccupante. A questo segue l’insufficienza di domanda, che oggi rappresenta un ostacolo di ‘alto’ grado per ben il 41% delle aziende (64% se si sommano anche coloro per cui è un rischio ‘medio’). Per il 28% delle imprese risultano, come problematica emergente a elevato impatto, i vincoli finanziari. Sono invece rientrate rispetto a un anno fa, quando rappresentavano in assoluto il fattore principale di rischio per la quasi totalità delle imprese, le criticità di approvvigionamento/costo di materiali, componentistica e prezzi dell’energia.
Le imprese brianzole provano a guardare con maggior fiducia al 2024, infatti il 51% prevede un incremento del fatturato, e il 16% una diminuzione, ma si amplia al 33% la quota di intervistati che indica stabilità, ad indicare molta cautela rispetto al prevedere l’evoluzione del contesto locale e internazionale.
Nella survey, per quanto riguarda i rischi evidenziati dalle imprese per il 2024, emerge in particolare il raffreddamento della domanda con il 54% di imprese che lo indica come ‘rischio alto’ e addirittura l’86% se si considera anche chi lo ritiene un ‘rischio medio’. Crescono ulteriormente anche i timori legati ai vincoli finanziari, indicati come fattore di elevata criticità per il 2024 dal 38% delle aziende. La difficoltà di reperimento di figure professionali adeguate rimane anche il prossimo anno una problematica molto sentita dal 47% degli intervistati.
Le tensioni sui prezzi energetici restano un fattore di rischio primario per il 28%, ma si affievoliscono invece le preoccupazioni sull’approvvigionamento degli input produttivi, il rischio è ‘alto’ per il 20% di rispondenti.
“Banco BPM è orgogliosa di essere al fianco di TOP 500 anche quest’anno. È per noi una manifestazione prestigiosa che premia le migliori aziende di Monza e della Brianza, un importante momento di dialogo e di confronto con il tessuto economico locale. – ha dichiarato Marco Aldeghi, Responsabile Direzione Territoriale Milano e Lombardia Nord di Banco BPM – Questo rimane uno dei territori più dinamici d’Italia, dove abbiamo una quota di mercato del 12%, dato che conferma la nostra leadership, frutto sia di un rapporto privilegiato con la clientela sia della capacità delle nostre strutture di venire incontro alle sue necessità. Le due aree di Monza e della Brianza, comprendono, infatti, 3 centri imprese e un centro corporate, con circa 50 professionisti dedicati esclusivamente alla gestione delle aziende corporate e delle PMI, insieme a ben 45 filiali per un totale di oltre 700 risorse impiegate in questo importante territorio”.
La classifica TOP500+
Performance: a confronto 2022 e 2021
Dall’analisi del campione chiuso di 707 società per le quali è possibile svolgere un confronto tra i risultati conseguiti nel 2022 e quelli dell’anno precedente, emerge che il 2022, esercizio cui si riferiscono i bilanci analizzati, è stato un anno di crescita ancora sostenuta e il fatturato complessivo delle aziende analizzate è aumentato del +14,3% dopo il brillante rimbalzo pari al +16,4% conseguito nel 2021 post-pandemico. La redditività si conferma straordinaria e in lieve aumento: considerando le 800 imprese in classifica, l’EBIT mediano sui ricavi è passato dal 4,9% nel 2021 al 5,2% nel 2022, il ROE mediano dal 13,3% al 14%. La quota di aziende in utile è diminuita solo leggermente dal record del 92% nel 2021 al 91% nel 2022.
Le prime 15 imprese per fatturato: 9 oltre il miliardo di euro
Nel dettaglio della classifica le prime 15 aziende superano la soglia molto elevata degli 800 milioni di euro di fatturato e di queste ben 9 totalizzano ricavi maggiori al miliardo di euro annuo: prima Esprinet S.p.A. (Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A. (Verano Brianza), terza STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), quarta BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), quinta G.A.I.A. Holding S.r.l. (Desio), sesta Candy S.p.A. (Brugherio), settima Decathlon Italia S.r.l. (Lissone), ottava SOL S.p.A. (Monza), nona Prenatal Retail Group S.p.A. (Cogliate). Seguono decima DS Smith Holding Italia S.p.A. (Vimercate), undicesima Roche S.p.A. (Monza), dodicesima Sacchi Giuseppe S.p.A. (Desio), tredicesima Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano), quattordicesima Gruppo Sapio (Monza), quindicesima Intercos S.p.A. (Agrate Brianza).
Le top 50: concentrano quasi il 60% del fatturato complessivo
Nelle prime 50 posizioni si trovano le imprese che da sole sommano il 58% del fatturato complessivo del ranking. Più della metà delle aziende, 34, appartengono al manifatturiero, a conferma della spiccata vocazione produttiva che storicamente caratterizza il territorio di Monza e della Brianza.
Classifica primi 5 comuni
“Il territorio di Monza e Brianza è da sempre florido e laborioso- ha sottolineato Francesco Ferrara, Partner PwC Italia, ESG Leader – È nei fatti che per uno sviluppo sostenibile, l’innovazione può davvero essere la chiave. In questi 11 anni di Top500 tanto è stato già fatto ma c è ancora tanto da fare per accompagnare le aziende sul reporting delle proprie attività secondo logiche di sostenibilità, imprescindibili oramai nelle strategie di impresa e per assicurarne la crescita”.
Il focus tematico: il reporting
L’attenzione verso la sostenibilità è cresciuta negli ultimi anni in modo significativo, diventando un elemento essenziale della strategia aziendale e una leva competitiva. Dalla survey di PwC condotta sulle imprese lombarde, emerge che il 75% delle stesse non predispone una reportistica di sostenibilità. Inoltre, il livello di consapevolezza relativo alle novità introdotte dalla nuova normativa europea è basso. Infatti, il 30% non ne è conoscenza ed il 37%, pur avendone sentito parlare marginalmente, non l’ha ancora approfondita e non ha effettuato valutazioni. All’interno di tale contesto, l’Unione Europea che si è posta come pioniera dello sviluppo sostenibile, ha attuato una serie di riforme volte a rendere le imprese consapevoli e responsabili del proprio impatto ambientale e sociale. Nell’ambito del Green Deal Europeo, in particolare, la stessa ha approvato e pubblicato, a dicembre 2022, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che stabilisce nuovi requisiti per la reportistica di sostenibilità delle imprese europee. A partire dai bilanci 2024, le imprese che rientrano oggi nell’obbligo di predisposizione della Dichiarazione non finanziaria (DNF) dovranno applicare la nuova direttiva che comporta molteplici novità. Dal 2025 e progressivamente negli esercizi successivi, il campo di applicazione si estende alle imprese di grandi dimensioni quotate e non, alle PMI quotate e alle controllate e succursali con capogruppo extra-UE.
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