Fare impresa in Italia: a un anno dal Covid, le regioni promosse e bocciate
A un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, ProntoPro.it, portale che mette in contatto domanda e offerta di servizi professionali, ha chiesto a 2000 lavoratori autonomi e titolari di piccole e micro imprese il loro livello di soddisfazione nei confronti delle istituzioni locali e nazionali. L’Osservatorio mostra una panoramica delle regioni migliori e peggiori del Paese in merito al supporto percepito, al sistema burocratico, alla gestione delle tasse, e alle aspettative per il futuro. ll sondaggio realizzato con i professionisti iscritti al portale ha permesso di ricavare delle valutazioni da 1 a 10 su ognuna di queste metriche. L’analisi completa e ulteriori approfondimenti sono disponibili sulla pagina web dedicata all’Osservatorio.
Impatto del Covid sulle piccole imprese
Prima di entrare nel dettaglio della classifica è importante descrivere il contesto in cui si sviluppa l’indagine di ProntoPro: che impatto sta avendo il Coronavirus sui professionisti italiani e quanto è stato utile il supporto fornito fino ad ora dalle istituzioni? 1 professionista su 2 dichiara di aver subito un calo di fatturato del 50% nell’ultimo anno. Interrogati sull’utilità dei ristori previsti dal governo per le categorie più in difficoltà, il 76% degli intervistati li ha dichiarati inutili a colmare le perdite, inoltre per 1 professionista su 3 le modalità di accesso erano poco chiare. Nonostante la poca fiducia nei supporti offerti ne ha fatto richiesta il 57% degli intervistati, fra loro 2 professionisti su 3 affermano di averli già ricevuti. L’atteggiamento diventa più positivo nell’analizzare i possibili sviluppi futuri: il 60% dei lavoratori autonomi confida che l’attuale governo presenterà al Parlamento Europeo un piano efficace per l’accesso al Recovery Fund.
Trentino Alto Adige, Puglia e Lombardia le regioni in cui è più facile fare business
L’indagine di ProntoPro, giunta alla sua seconda edizione, mostra come l’emergenza Covid abbia influito sulla percezione territoriale di liberi professionisti e piccole imprese. La Lombardia cede lo scettro di regione in cui è più facile fare impresa, suo fino ad inizio 2020, al Trentino Alto Adige, e si piazza quest’anno sul terzo gradino del podio. Outsider della classifica la regione Puglia, che risale dal dodicesimo al secondo posto in classifica. Ma cosa ha contribuito a questi cambiamenti? Sicuramente non il supporto percepito da parte di governo o istituzioni locali, insufficiente per tutte le regioni coinvolte nell’indagine. È l’ottimismo verso il futuro la leva trainante di Trentino Alto Adige e Lombardia, che hanno assegnato un punteggio superiore alla sufficienza alle aspettative per il futuro della propria attività. In queste due regioni inoltre sembra che i ristori elargiti dal governo per fronteggiare l’emergenza covid siano stati percepiti come utili a colmare, o quantomeno tamponare, le perdite economiche: se a livello nazionale sono stati valutati utili dal 34% dei professionisti, in Lombardia e Trentino Alto Adige più di un lavoratore su 2 li ritiene efficaci. Per la Puglia a fare la differenza sembra essere l’offerta formativa della propria regione, la presenza di programmi di formazione o di networking ben pubblicizzati che contribuiscono ad accrescere la propria professionalità e rete di conoscenze.
Fanalino di coda della classifica Abruzzo, Umbria e Campania
Secondo i professionisti italiani è la Campania la regione in cui è più difficile fare impresa. Già fra le ultime in classifica nell’edizione 2020 dell’indagine, esce ulteriormente sconfitta dall’anno del Covid: se a livello nazionale un lavoratore su 2 ha visto dimezzare il proprio fatturato, in Campania la percentuale sale al 70%. Il voto più basso assegnato dalle tre regioni ultime in classifica? Il 3 con cui i lavoratori locali hanno valutato il sostegno che arriva loro da enti locali e nazionali.
Il sondaggio di ProntoPro sulla Piccola Impresa in Italia
Il questionario è stato somministrato nel gennaio 2021 a professionisti e titolari di piccole e micro imprese in tutta Italia, un campione molto eterogeneo di lavoratori impiegati in più di 500 categorie di servizi, da idraulici ad avvocati, passando per psicologi, imbianchini, elettricisti e personal trainer; di età compresa fra i 20 e i 70 anni, part-time e full-time.
La classifica include solamente le regioni con un numero sufficiente di risposte ricevute (si contano risposte da 17 regioni su 20) ed è stata costruita prendendo in considerazione anche le cifre decimali scaturite dalla media delle varie valutazioni, per facilità di lettura il voto totale è stato poi arrotondato per eccesso all’unità successiva.