Export stabile nel 2023, import in calo
A dicembre 2023 l’Istat stima un aumento congiunturale delle esportazioni (+1,2%) – sintesi di incrementi analoghi per le due aree, Ue (+1,3%) ed extra-Ue (+1,1%) – e una riduzione delle importazioni (-1,9%).
Nel quarto trimestre 2023, rispetto al precedente, l’export cresce dell’1,4%, l’import dello 0,9%.
A dicembre 2023, l’export si riduce su base annua del 7,8% in termini monetari (era -4,2% a novembre) e del 10,3% in volume. La flessione dell’export in valore è più ampia per i mercati Ue (-8,8%) rispetto a quelli extra-Ue (-7,0%). L’import registra una flessione tendenziale del 17,6% in valore, sintesi di una più marcata contrazione per l’area extra Ue (-26,7%) rispetto a quella Ue (-9,8%); in volume, si riduce del 5,3%.
Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,5%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (-11,2%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-19,5%) e sostanze e prodotti chimici (-10,1%). Crescono su base annua le esportazioni di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (n.c.a.) (+2,7%) e apparecchi elettrici (+1,0%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla riduzione dell’export nazionale sono: Francia (-12,5%), Germania (-11,8%), Stati Uniti (-5,3%) e Cina (-16,5%). Crescono le esportazioni verso i paesi OPEC (+26,5%).
Nel complesso del 2023, rispetto al 2022, l’export risulta stazionario. Tale risultato è sintesi di dinamiche differenziate per settore: i contributi positivi maggiori derivano dall’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+8,8%), autoveicoli (+20,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,8%); quelli negativi più ampi, dalla contrazione delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-11,3%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-23,4%) e sostanze e prodotti chimici (-8,5%).
La stima del saldo commerciale a dicembre 2023 è pari a +5.614 milioni di euro (era +685 milioni a dicembre 2022). Il deficit energetico (-4.635 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-8.997 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 9.681 milioni di dicembre 2022 a 10.249 milioni di dicembre 2023.
Nell’anno 2023 il surplus commerciale è pari a +34.460 milioni (da -34.054 milioni del 2022). Il deficit energetico è pari a -64.339 milioni (-110.908 milioni l’anno prima). L’avanzo dell’interscambio di prodotti non energetici (98.800 milioni) è elevato e più ampio rispetto al 2022 (76.854 milioni).
Nel mese di dicembre 2023 i prezzi all’importazione diminuiscono dell’1,3% su base mensile e del 9,4% su base annua (-9,6% a novembre 2023).
Il commento
La stazionarietà dell’export in valore nel 2023 (+1,3% al netto dell’energia) riflette una crescita dei valori medi unitari (+5,3%) e una riduzione, di analoga entità, dei volumi (-5,1%) ed è sintesi di tendenze opposte per le due aree, Ue (-2,3%) ed extra-Ue (+2,5%). Nel complesso dell’anno crescono le vendite di beni strumentali (+8,4%) e beni di consumo (+2,7%) mentre si riducono quelle di beni intermedi (-6,7%) ed energia (-25,7%). Per l’import, la flessione in valore nel 2023 (-10,4%) è dovuta ai minori acquisti di energia e beni intermedi.
Il 2023 si chiude con deficit energetico in forte riduzione rispetto al 2022 e un avanzo commerciale di 34,5 miliardi di euro, da un disavanzo di -34 miliardi dell’anno precedente.
Nella media 2023 i prezzi all’import flettono del 7,4% (+18,5% nel 2022). A contribuire è soprattutto il venire meno delle tensioni sui prezzi dei prodotti energetici; al netto di questi prodotti, la flessione in media d’anno è contenuta (-0,5%; +10,3% nel 2022).
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