Essere i migliori o smettere
Quando visiti una città che non conosci, ceni in una trattoria qualsiasi o chiedi alla reception dell’albergo di indicarti il ristorante migliore?
Se devi assumere un collaboratore chiedi all’ufficio del personale di selezionare candidati mediocri o solo le persone più qualificate?
Chi intende acquistare qualcosa da te deve pensare che rappresenti la scelta “migliore del mondo”. Migliore, in che senso? migliore per il cliente, adesso, sulla base delle sue convinzioni, necessità e conoscenze. Del mondo, vuol dire? Ogni giorno, il mondo si allarga e si stringe. Si allarga perché è ovunque. Si stringe perché i prodotti sono sempre più specializzati. Il mondo del cliente è il suo mondo, a cui lui ha accesso. E se ti considera il “migliore del mondo” il tuo prezzo va in secondo piano.
Qualcuno si accontenta. Di fare meno di ciò che sarebbe capace di fare. Succede anche alle aziende.
Alcune si accontentano di offrire qualcosa di soddisfacente, anziché la cosa migliore del mondo.
“Se non siete disposti a prodigare lo sforzo necessario per essere la scelta migliore, potete anche lasciar perdere.” Afferma Seth Godin, guru del marketing e del business.
Dice un libro sulla preparazione ai test d’esame: «Valuta rapidamente tutte le domande e rispondi subito alle più facili, tralasciando quelle a cui non sai rispondere sul momento». Davvero un pessimo consiglio.
I migliori non tralasciano le domande a cui non sanno rispondere. Si specializzano nel rispondere in modo eccellente ai quesiti più difficili.
La maggioranza le tralascia. Ma di maggioranza non c’è alcuna richiesta sul mercato.
A volte ci troviamo in un vicolo cieco. E’ la situazioni in cui si lavora, si lavora e si lavora, senza che accada nulla. Non vi sono miglioramenti significativi e neppure peggioramenti significativi. Si lavora e basta.
Cosa fare, allora?
Pensa allo sport. Allo snowboard, ad esempio. La differenza fra chi inizia e quasi subito smette e chi continua non è il talento innato, ma la capacità di andare avanti nei momenti in cui sarebbe più facile dire basta.
La scelta coraggiosa è perseverare fino a risalire dall’altra parte del fossato costituito dalle difficoltà, e diventare eccellente.
La scelta stupida è iniziare, fare del proprio meglio, sprecare tempo e denaro e arrendersi a metà del fossato. La scelta matura è non iniziare neppure, se pensi che non riuscirai a superare il fossato e a riemergerne.
Nel business, le difficoltà, i fossati da superare esistono, ma sono nostri alleati.
Maggiori sono le difficoltà, migliori sono le possibilità di emergere sulla concorrenza. Ma se di fronte alle avversità ci fermiamo, allora lo sforzo è stato inutile.
Il «lasciare reattivo e seriale» è l’errore fatale di chi si sforza di realizzare un obiettivo e molla la presa alla prima difficoltà.
Purtroppo c’è il vento.
Il windsurf è divertente. Sarebbe anche facile, se non fosse per il vento. Noleggiare un buon equipaggiamento non è difficile, e anche le tecniche sono semplici. A mandare all’aria le migliori intenzioni è l’imprevedibilità del vento, che cambia quando meno te l’aspetti.
Lo stesso potremmo dire del customer service: se non fosse per i clienti, sarebbe molto più semplice.
Tutte le nostre attività hanno un problema di vento. Come si supera?
Ci sono persone in cerca di lavoro che si affannano a mostrarsi competenti in una decina di cose, anziché dimostrare di avere la padronanza completa di una soltanto.
Se il picchio batte il becco venti volte su un migliaio di alberi diversi, si mantiene indaffarato, ma non arriva da nessuna parte.
Se invece lo batte mille volte sullo stesso albero, riesce a procurarsi una buona cena.
Nel business, insistere in modo maniacale, finchè si raggiunge l’eccellenza, è l’unico modo.
Essere mediocri è indubbiamente più facile che arrivare all’eccellenza, o decidere di smettere di fare qualcosa in cui non si è eccellenti.
Smettere è difficile, perché impone di prendere atto che non si riuscirà mai a essere i migliori del mondo, almeno non in quella particolare attività. Allora si preferisce far finta di nulla, rimandare, non ammettere la propria inadeguatezza e accontentarsi di essere mediocri.
Il CEO Jack Welch, nel ristrutturare la General Electric assunse molte decisioni importanti, ma una in particolare resta leggendaria: se non possiamo essere al primo o al secondo posto in un settore, allora dobbiamo abbandonarlo.
Perché vendere una divisione che vale miliardi di dollari e che, quarta per quota di mercato, consegue profitti senza difficoltà?
Semplice: perché distrae la mente del management. Assorbe risorse, capitali, attenzione ed energie, ma, soprattutto, comunica ai propri dipendenti che non essere i migliori del mondo è perfettamente accettabile.
L’«abbandono strategico», è il segreto delle organizzazioni di successo.
Una volta bastava essere un po’ meglio della concorrenza.
Oggi, nel mondo di Google, dove tutti i tuoi concorrenti sono a portata di mouse, non basta più. Oggi è imperativo essere i migliori del mondo.
Secondo Seth Godin, ci sono 7 ostacoli che possono impedirti di diventare il migliore del mondo:
- Non hai più tempo (e molli la presa).
- Non hai più denaro (e molli la presa).
- Hai paura (e molli la presa).
- Non la prendi abbastanza seriamente (e molli la presa).
- Perdi interesse, entusiasmo o ti accontenti di essere mediocre (e molli la presa).
- Ragioni a breve e non a lungo termine (e molli la presa quando il breve termine presenta troppe difficoltà)
- Vuoi essere il migliore del mondo nell’attività sbagliata (per la quale non possiedi il talento necessario).
Tu, cioè il tuo team, la tua organizzazione o proprio tu, che cerchi lavoro, che cerchi collaboratori, che possiedi un’impresa, stai riflettendo per comprendere se insistere e riesci a superare alcuni fossati?
Quali?
- Il Fossato del rischio: Hai le risorse finanziarie da investire nel migliorare ciò che stai facendo, senza ricorrere alle entrate correnti?
- Il Fossato della formazione: Dedichi tempo e denaro per perfezionare una competenza, acquisire una certificazione, formare te stesso e i tuoi collaboratori?
- Il Fossato delle relazioni: Stai mettendo tempo e impegno nelle relazioni di business anche quando non è urgente farlo?
- Il Fossato della mentalità nelle abitudini: Sei in grado di abbandonare la mentalità del “abbiamo sempre fatto cosi” per abbracciare il nuovo?
- Il Fossato della vendita-distribuzione: Scegli il canale migliore di vendita e distribuzione dei tuoi prodotti-servizi? Come tidistingui sul web? accessibile, ma molto popolato da concorrenti.
- Il Fossato dell’ego: Sai essere meno ossessivo nel controllo, nell’essere solo tu al centro della scena?
La prossima volta che ti trovi ad essere mediocre, pensa che hai solo due possibilità:
essere eccezionale in un ambito, un prodotto, un settore di attività o smettere.
Non vuoi lasciare?
Il contrario di lasciare non è aspettare per vedere cosa succede.
L’abbandono strategico è una decisione che si assume consapevolmente sulla base delle opzioni disponibili.
Il motivo che ci impedisce di lasciare qualcosa è uno soltanto: l’orgoglio.
Cercare di cavarsela produce uno spreco di tempo e un cattivo impiego delle energie. Terminare è una scelta non solo ragionevole, ma anche intelligente.
Al tempo stesso, non smettere mai ciò che racchiude un grande potenziale per il futuro, solo perché non reggi lo stress del presente.
Come decidere?
La domanda chiave è: ”Quali progressi misurabili sto facendo”?
O si fa un progresso, o si fa un regresso, o si rimane fermi.
Perseverare in assenza di progressi è uno spreco. O hai le condizioni per dare una svolta verso l’eccellenza, o smetti.
Abbiamo successo quando facciamo qualcosa di straordinario. Diventiamo in qualcosa “il migliore del mondo”.
Falliamo quando ci lasciamo distrarre da attività in cui siamo mediocri, che non abbiamo il coraggio di lasciare.
Non è una scelta per tutti.
La mediocrità infastidisce solo le persone di talento.