Erogazioni di credito al consumo in progressivo rallentamento. Ancora positiva l’evoluzione nei primi nove mesi del 2022 (+11.4%), che recuperano il gap con i volumi pre-crisi
Flessione per i mutui acquisto abitazione nel terzo trimestre
- Hanno guidato la ripresa i prestiti personali, seguiti dai finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi. Ancora in calo quelli finalizzati all’acquisto di auto e moto.
- In contrazione i mutui immobiliari alle famiglie consumatrici a causa della flessione dei mutui d’acquisto che si somma a quella strutturale delle surroghe.
- A settembre 2022 resta contenuto il rischio di credito alle famiglie che si stabilizza sul livello più basso degli ultimi quattro anni. Dato il contesto attuale, si prevedono, tuttavia, prime tensioni prospettiche sui tassi di default ed è attesa una inversione di tendenza nel 2023.
- Nel 2023 rallenta la crescita delle consistenze di credito complessivo, che si stabilizzerà l’anno successivo e molto ridimensionata quella dei mutui immobiliari.
Dopo un buon primo semestre, i flussi di credito al consumo mostrano un rallentamento nel terzo trimestre, risentendo dell’impatto negativo indotto dal contesto geopolitico e dall’inflazione in deciso aumento. Nei primi 9 mesi del 2022 il mercato del credito al consumo fa registrare ancora una crescita doppia cifra dei flussi finanziati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+11.4%), recuperando il gap rispetto ai livelli pre-crisi. In particolare, hanno trainato l’aumento i prestiti personali e gli altri finanziamenti finalizzati (destinati a sostenere le vendite di settori merceologici quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, beni per l’efficientamento energetico delle abitazioni, ciclomotori e altri beni e servizi), mentre i finanziamenti destinati all’acquisto di auto/moto rimangono in flessione.
Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie consumatrici, invece, registra una contrazione (-9.8% i flussi rispetto ai primi 9 mesi del 2021) scontando il calo, nel terzo trimestre, dei mutui con finalità di acquisto – penalizzati dal consistente aumento dei tassi – che va a sommarsi alla flessione delle surroghe in atto ormai da molti trimestri.
Queste le principali evidenze che emergono dalla 53^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.
Il credito al consumo
Dopo un primo semestre positivo, le erogazioni di credito al consumo rallentano nel terzo trimestre. Nei primi 9 mesi del 2022, tutte le tipologie di prestiti evidenziano una crescita delle erogazioni rispetto allo stesso periodo del 2021, ad eccezione dei finanziamenti finalizzati per auto/moto, per via del protrarsi della crisi della supply chain sul mercato automotive. A guidare la ripresa sono i prestiti personali – la forma tecnica più penalizzata dalla crisi indotta dalla pandemia – che chiudono i primi 9 mesi del 2022 con un incremento del 24.8% rispetto all’anno precedente e recuperano anche il gap in termini di volumi erogati rispetto al periodo pre-Covid.
Seguono i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori merceologici quali elettronica ed elettrodomestici, mobili/arredo, etc.), che nei primi 9 mesi del 2022 registrano complessivamente un incremento a doppia cifra, superando i volumi pre-crisi. Il risultato si lega al buon andamento dei finanziamenti per arredo e delle operazioni via linee di credito rateali non associate ad una carta di credito proposte prevalentemente nell’ambito di acquisti eCommerce, oltre che all’impulso della componente “green”, che ha beneficiato degli ecobonus governativi per la riqualificazione energetica degli immobili pre-crisi.
I finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto, invece, sono ancora in contrazione, scontando le profonde criticità del mercato automotive. Solo nel terzo trimestre si registra una debole crescita (+3.3%), legata alla relativa maggiore disponibilità di autoveicoli nuovi, per l’attenuarsi della crisi dei semiconduttori.
Evoluzione positiva per i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione che chiudono i primi 9 mesi del 2022 con un incremento delle erogazioni del 7%, recuperando di misura i volumi pre-pandemia.
Infine, pur registrando un deciso rallentamento in corso d’anno e non riuscendo a colmare il gap con i volumi pre-crisi, i flussi rateizzati con le carte di credito segnano un incremento del +8.5%, anche per via del traino della componente degli instalment, funzione abilitata di recente anche su un ampio parco di carte bancarie che permette il finanziamento di una o più spese attraverso un piano di rimborso predefinito.
I mutui immobiliari
Nei primi nove mesi del 2022 le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici risultano in contrazione (-9.8% i flussi rispetto ai primi 9 mesi del 2021). Il risultato riflette la flessione ormai consolidata nel tempo della componente delle surroghe a cui si è sommata, a partire dal terzo trimestre, quella dei mutui d’acquisto. Questi ultimi sono stati penalizzati dall’aumento dei tassi di interesse e dalla minore disponibilità delle famiglie al ricorso al credito indotto dal protrarsi del clima di incertezza legato al contesto geopolitico e macroeconomico. Ha influito anche il temporaneo venire meno dell’offerta di mutui agevolati con garanzia Consap agli under 36, diventati economicamente non sostenibili per l’offerta.
L’analisi della rischiosità del credito alle famiglie
Rispetto al primo trimestre del 2022, i trimestri conclusi nei mesi di giugno e settembre evidenziano un’ulteriore lieve riduzione del rischio di credito. In particolare, l’indicatore a settembre 2022, relativamente al totale dei prestiti alle famiglie, si stabilizza sul livello più basso degli ultimi quattro anni. Nello specifico, i tassi di default, sia 180 past due che 90 past due, continuano a mostrarsi stabili sugli stessi livelli di marzo e giugno 2022 e prossimi all’1%. L’elevata qualità del credito è stata sostenuta, oltre che dagli strumenti di sostegno del reddito, anche dall’atteggiamento responsabile delle famiglie.
Le prospettive per il 2023-2024
Lo scenario italiano continua a essere dominato dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei tassi d’interesse e dalla prospettiva di un rallentamento della crescita economica, le cui ricadute peseranno sulle condizioni finanziarie delle famiglie. Rispetto ai primi sei mesi del 2022, le prospettive sull’economia e il mercato del credito appaiono peggiori a causa degli effetti delle tensioni generate dal conflitto in Ucraina.
Per quanto riguarda il 2023, la crescita del credito al consumo sarà più debole per effetto del rallentamento dei consumi, in particolare di quelli durevoli. Si prevede che in linea con le tendenze macroeconomiche le erogazioni di credito al consumo cresceranno infatti ad un ritmo più che dimezzato rispetto al 2022, nonostante il sostegno degli incentivi varati dal governo ancora attivi. Nel 2024 poi, con la normalizzazione dei prezzi e la ripresa del ciclo economico si consoliderà l’espansione dei flussi erogati. Si prevede, inoltre, che tornerà a crescere anche il credito finalizzato all’acquisto di auto/moto, fortemente penalizzato nel 2022, che in prospettiva beneficerà del miglioramento del clima internazionale e dela normalizzazione dei prezzi.
Le erogazioni di prestiti per acquisto delle abitazioni si ridimensioneranno, mantenendo comunque le consistenze in crescita pur se in rallentamento dal 2023. Rimarranno infatti attivi molti degli incentivi governativi, in particolare quelli rivolti ai giovani, alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico, favorendo la crescita del comparto.
La prevista crescita dell’inflazione si è manifestata più intensa e duratura di quanto ipotizzato nella precedente edizione dell’Osservatorio e ha, quindi, impattato negativamente sul reddito reale delle famiglie, il cui potere d’acquisto risulta ridotto. A tale fenomeno e agli strascichi del Covid si aggiunge l’aumento dei tassi di interesse e l’insieme di queste circostanze richiede un supplemento di attenzione, in prospettiva, sul tema della qualità del credito.
A fronte di un simile scenario, infatti, i tassi di default sono previsti in peggioramento nel 2023, per restare pressoché stabili nel 2024. Sarà, quindi, necessario intervenire in modo rapido, intercettando i primi segnali di allarme riguardo i crediti deteriorati, per contenere gli effetti sui bilanci degli operatori. Va tuttavia sottolineato che, pur prospettandosi uno scenario sfavorevole, si prevede che i tassi di default si manterranno su valori relativamente contenuti e comunque decisamente inferiori a quelli registrati in occasione di altri periodi negativi del recente passato, come quello successivo alla crisi dei debiti sovrani.
L’attenzione al green e al digitale come sfide di settore
L’attenzione alla transizione energetica e alla digitalizzazione rimane rilevante per gli operatori del settore. I fattori ESG andranno integrati nei processi aziendali, anche in risposta a richieste regolamentari volute dalla Commissione europea. Sul piano commerciale, inoltre, l’ampliamento dell’offerta di prodotti green può fare da traino per intercettare cluster di clientela particolarmente sensibili alla tematica della sostenibilità. In prospettiva, saranno cruciali anche gli investimenti in tecnologia e formazione per completare il percorso di digitalizzazione. Processi resi più veloci saranno affiancati al contatto con la clientela e questa unione permetterà di affrontare un contesto reso sempre più complesso dalla presenza di operatori non tradizionali, che in particolare sul credito al consumo potrebbero esercitare una forte competizione con prodotti sulla cui disciplina al momento non esistono norme specifiche.