Dopo due mesi di contenuta crescita, a marzo export in calo
A marzo 2023 l’Istat stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (-6,5%) che per le esportazioni (-2,3%). La diminuzione su base mensile dell’export è sostanzialmente dovuta al calo delle vendite verso i mercati extra Ue (-4,5%) mentre la flessione dell’export verso l’area Ue è di modesta entità (-0,1%).
La stima del saldo commerciale a marzo 2023 è pari a +7.541 milioni di euro (era -757 milioni a marzo 2022). Il deficit energetico (-5.328 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.269 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 12.869 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a marzo 2022 (7.512 milioni).
Nel mese di marzo 2023 i prezzi all’importazione diminuiscono dell’1,4% su base mensile e del 2,6% su base annua (da +1,3% di febbraio).
Il commento
Dopo due mesi di contenuta crescita, a marzo, l’export si riduce su base mensile per effetto in particolare della contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli verso i paesi extra Ue. L’import segna un ulteriore calo congiunturale – il settimo consecutivo –, diffuso a tutti i raggruppamenti e più ampio per energia.
Su base annua, la crescita dell’export in valore rallenta e, per la prima volta dopo oltre due anni, l’import registra una contrazione, peraltro marcata, per circa un terzo spiegata dal crollo degli acquisti di gas naturale dalla Russia.
Grazie all’ampio avanzo nell’interscambio dei prodotti non energetici, il saldo commerciale si conferma positivo (+7.541 milioni) e il più elevato da luglio 2021 (+8.170 milioni).
I prezzi all’import continuano a diminuire su base mensile e, per la prima volta da febbraio 2021, flettono su base annua; a contribuire sono ancora soprattutto i persistenti ribassi dei prezzi dei prodotti energetici nell’area non euro.