Def: Unimpresa, con la crescita del Pil all’1% tesoretto da 8 miliardi
La crescita del Pil italiano all’1% potrebbe generare un “tesoretto” nei conti pubblici da quasi 8 miliardi di euro. L’inatteso rialzo del prodotto interno lordo del Paese, che il governo dovrebbe delineare oggi nel nuovo Documento di economia e finanza, consente di far spuntare risorse non previste, nelle casse dello Stato, frutto di una crescita economica che, nel corso dell’anno, sono in grado di dare origine a un fatturato aggiuntivo, rispetto al 2022, per una cifra vicina ai 20 miliardi di euro. È quanto sostiene il Centro studi di Unimpresa, sottolineando che lo scorso anno il pil italiano si è attestato a quota 1.909,1 miliardi, e nel 2023 potrebbe toccare quota 1.928,2 miliardi, in aumento di quasi 20 miliardi di euro, con una variazione positiva dell’1%. «Se il pil italiano continuerà a viaggiare a un ritmo importante, il governo avrà a disposizione un gettito aggiuntivo importante. Risorse in qualche modo non previste che a nostro giudizio andrebbero dirottate immediatamente alla riduzione del cuneo fiscale sia per le imprese sia per le famiglie. Si tratta, come abbiamo già richiesto nei giorni scorsi, richiesta che oggi confermiamo alla luce di indicazioni macroeconomiche più che incoraggianti, di anticipare la traiettoria delineata dal governo con la delega per la riforma del sistema tributario del nostro Paese. In quel provvedimento, nel quale si sono messi neri su bianco i principi che andranno seguiti per ridisegnare il fisco, è stato annunciato, con la massima chiarezza, un obiettivo essenziale ovvero l’abbattimento del carico fiscale sui contribuenti. Questo percorso, non semplice, va anticipato il più possibile» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo il Centro studi di Unimpresa, il pil italiano nel 2022 si è attestato a quota 1.909,1 miliardi di euro, in crescita del 6,8% sul 2021. Nel corso del 2023, secondo quanto il governo oggi dovrebbe mettere nero su bianco nel Def, si dovrebbe registrare una crescita economica pari all’1%, vale a dire pil aggiuntivo per circa 19,1 miliardi, con il pil che si attesterebbe a 1.928,2 miliardi. Con una pressione fiscale pari a circa il 41,8%, nelle casse dello Stato potrebbero entrare 7,9 miliardi in più, tra tasse e contributi, rispetto allo scorso anno.