Crisi: Giovannini (ASviS), cruciale un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza che guardi sia ai fondi europei sia quelli nazionali
L’Italia si trova davanti una grande sfida: utilizzare in modo coerente i fondi europei e nazionali per trasformare il sistema socioeconomico all’insegna della sostenibilità, rendendolo anche più resiliente ai futuri shock. Proprio come l’Unione europea ha scelto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile come quadro di riferimento di tutte le proprie politiche, così dovrebbe fare anche il nostro Parlamento nel valutare le nuove proposte di legge, valutandole in termini di impatto atteso sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il Portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini (nella foto sopra), intervenuto ieri in audizione al Senato (X Commissione Industria, commercio, turismo) sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha sottolineato come le priorità degli accordi europei di luglio – transizione ecologica, energetica, digitalizzazione, lotta alle disuguaglianze e aumento della resilienza economica e sociale – siano perfettamente coerenti con le proposte avanzate da ASviS fin dall’inizio di maggio. Le dettagliate linee guida poste dalla Commissione Ue per la definizione della programmazione per accedere ai fondi pongono il Paese di fronte a una grande sfida: definire una visione dell’Italia nel 2030 e dotarsi il Paese di nuove istituzioni e procedure in grado di individuare i progetti più appropriati, monitorarne l’attuazione e valutare i loro effetti.
“Le linee guida ci chiedono in primis coerenza tra i piani per l’uso dei fondi del Next Generation Eu, la programmazione degli altri fondi europei del Quadro finanziario 2021-2027 e le politiche realizzate a valere sui fondi nazionali: si tratta di uno sforzo eccezionale per assicurare la coerenza di tutte le politiche pubbliche. Non possiamo immaginare di investire il 37% del Next Generation Eu per la transizione ecologica e la lotta al cambiamento climatico e continuare a spendere 19 miliardi all’anno in sussidi di dannosi per l’ambiente”, ha commentato Giovannini. “Ciò richiede una rapida riflessione sul sistema di governance delle politiche pubbliche e livello nazionale, regionale e locale. Le proposte avanzate dall’ASviS in tal senso riguardano: la valutazione ex ante delle nuove norme secondo il quadro dell’Agenda 2030; la chiara indicazione del nuovo ruolo e delle nuove procedure del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), il cui avvio è previsto il 1° gennaio 2021, dato che attraverso di esso passeranno i progetti infrastrutturali a valere sul Next Generation Eu; creare un istituto di programmazione strategica a servizio del Governo e del Parlamento, come già proposto dall’ASviS sulla base delle esperienze di altri Paesi”.
Giovannini ha infine ricordato che il quadro completo delle proposte dell’ASviS per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile e per la governance necessaria per gestire il “Piano di ripresa e resilienza” saranno contenute nel Rapporto 2020, che verrà presentato giovedì 8 ottobre alla Farnesina alla presenza – tra gli altri – del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Ministro degli Esteri Luigi di Maio e del Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni.