Crescere o decrescere? Questo è il dilemma per l’economia e le PMI
Oggi viviamo in un mondo nuovo.
Via web abbiamo qualunque informazione all’istante. Lavoriamo al computer anche quando siamo altrove. Produciamo oggetti in 3D. Stacchiamo l’antifurto di casa mentre parcheggiamo. Governiamo da remoto con il cellulare le macchine di produzione. Compriamo beni e servizi, comunichiamo, impariamo, interagiamo su piattaforme virtuali.
È un bene o un male? È un bene ovviamente.
E soprattutto: è un fatto.
Nuovo mondo, vecchi schemi
Il capitalismo economico e finanziario è sempre più globale, ancora basato sulla crescita a qualunque costo, sulla centralità dell’uomo e dei suoi interessi, rispetto alle comunità e alla natura.
Vecchi schemi, con effetti devastanti: guerre e conflitti, emergenze migratorie non gestite, disparità strutturale fra Paesi poveri e ricchi, uso predatorio dell’ambiente.
In Europa, Nord America, Canada siamo 800 milioni di persone, sugli oltre 8 miliardi al mondo. Noi 800 consumiamo l’80% delle risorse del pianeta. E gli altri 7,2 miliardi di persone che fanno?
È evidente che una estensione del nostro attuale modello di sviluppo alle economie emergenti non è sostenibile.
La stessa new economy si basa sul consumismo e sull’individualismo.
Le generazioni di giovani, con un DNA permeato dall’web, formati da una scuola ancora 1.0. rappresentano un nuovo proletariato informato e interconnesso, che ha cambiato radicalmente Il proprio rapporto fra lavoro-denaro-tempo libero.
Noi vorremmo attrarli a lavorare nelle nostre PMI, ma non sappiamo come fare.
La crescita è buona di per sé. Oppure no?
Crescere ancora o decrescere?
L’impatto del cambiamento climatico che peggiora costantemente non è una visione di futuro possibile. Produce danni tangibili oggi.
Decrescita come nuovo modello di sviluppo
Il termine Degrowth nasce nel 1972 dal filosofo sociale austriaco-francese André Gorz.
Come movimento di opinione comincia a circolare nei primi anni 2000, secondo la piattaforma multimediale Open Democracy.
Si tratta di contrazione piuttosto che di crescita delle economie. E si basa sul principio: usiamo meno energia e risorse del mondo e mettiamo il benessere prima del profitto.
Azioni pratiche di decrescita
Acquistare meno cose, coltivare il cibo che si mangia, utilizzare le case vuote invece di costruirne di nuove, cita il sito Web Economics Help.
Puntare all’essenziale
Nelle nostre PMI siamo puntando all’essenziale, cioè a riconoscere cosa è veramente fondamentale conservare e cosa tagliare?
Stiamo realizzando il modello Pensa-decidi-agisci, che ci siamo dati nella Community di imprenditori Imprenditrici e manager delle PMI?
Cosa dicono gli oppositori alla teoria della decrescita?
La crescita economica è ciò che ha dato al mondo aspettative di vita più lunga, cure contro il cancro, vaccini, infrastrutture idrauliche e di mobilità, l’elettricità…
Una crescita che pone il benessere delle persone al primo posto
Una crescita “inclusiva” è possibile?
Cioè una crescita sostenibile, dal punto di vista economico per le imprese, ambientale, sociale?
Molti Paesi hanno ridotto le loro emissioni inquinanti, aumentando anche il PIL.
Molte aziende hanno ridotto il consumo di idrocarburi e le emissioni inquinanti nell’ambiente circostante, utilizzando tecnologie di energie rinnovabile e innovando gli impianti, con impatti positivi anche sulla riduzione dei costi della produzione, quindi guadagnando di più.
Noi PMI, a che punto siamo con l’utilizzo di energie rinnovabili?
Abbiamo già deciso e agito o ci siamo limitati a leggerle qualcosa a riguardo?
8 passi di crescita inclusiva per le PMI
Chi è a capo di un’impresa non dovrebbe fare “l’operaio di se stesso”, ma alzare lo sguardo e riflettere su come far funzionare il business, secondo un migliore modello di crescita:
- Ragionare in ottica di risultati di medio termine, almeno a 18-24 mesi e non solo sul breve, navigando a vista
- Focalizzarsi sui numeri che contano, cioè sul margine e sul cash flow, non sul fatturato
- Dialogare con i clienti in modo autentico e specifico, per comprendere e anticipare le esigenze del mercato, cioè dei clienti che sono disponibili a pagare il prodotto-servizio e non fare pressione per vendere loro quello che piace di più a noi
- Formare costantemente i dipendenti a qualunque livello dell’organizzazione e non solo i capi intermedi, partendo dalle loro caratteristiche effettive
- Per i lavoratori stranieri impostare programmi di integrazione di lingue ed esperienze, nel rispetto delle loro radici e culture, diverse dalle nostre
- Dare delega, fiducia e responsabilità
- Favorire il lavoro da remoto, per le attività che lo consentono, indubbio valore per i giovani (ed anche per i meno giovani)
- Introdurre azioni di welfare aziendale per il benessere e la salute dei collaboratori e delle loro famiglie, come segno tangibile che di loro ti importa veramente.
La frase di oggi
“L’eccellenza è un viaggio, non una destinazione”, Timothy Ferriss, imprenditore.