Credito alle imprese artigiane: ecco i numeri. Con gli interventi straordinari del Governo i primi segnali di crescita
Manca una corretta distribuzione del credito alle mPI e, in particolare, agli artigiani. A dirlo sono i Confidi Fedart di CNA, Confartigianato e Casartigiani nel corso dell’annuale Convention dove è stata presentata la ricerca sull’accesso al credito delle micro e piccole imprese, con i principali fenomeni e trend dei Confidi Fedart. Al centro del dibattito, svoltosi in modalità online, l’accesso al credito per micro e piccole imprese, il rapporto con le banche e con le istituzioni, ma soprattutto le proposte del mondo dei Confidi perché, in una situazione senza precedenti, si mettano subito in campo le azioni necessarie per favorire l’accesso al credito delle micro e piccole imprese.
Il 2019 evidenzia un sistema Fedart sostanzialmente buono: i quasi 9 miliardi di euro di finanziamenti garantiti in essere e i 3,1 miliardi di euro di finanziamenti garantiti nell’anno; i 4,6 miliardi di euro di garanzie in essere e gli 1,7 miliardi di euro di garanzie erogate nell’anno; una base associativa costituita da circa 620.000 imprese, con una presenza ancora importante di quelle artigiane; una dotazione patrimoniale stabile rispetto all’anno precedente riconfermano per la Federazione un posizionamento sostanzialmente rilevante nel mercato della garanzia.
Nel 2020 le criticità per i Confidi diventano significative, ma il quadro è difficile per tutti e non potrebbe essere diversamente. I finanziamenti garantiti si riducono del 18% e le garanzie erogate restano stabili: ciò significa che si contrae l’operatività del sistema e aumentano la copertura e i rischi a carico dei Confidi. Il sistema, per quanto inevitabilmente subisca le conseguenze dell’intervento della garanzia pubblica a copertura totale o pressoché totale dei finanziamenti con il Quadro temporaneo, ha comunque preservato uno spazio di mercato per la controgaranzia nell’accesso al Fondo di Garanzia.
Il trend del credito al totale delle imprese segna +31,0 mld. € (+4,5%) nel primo semestre 2020 con 723,8 mld complessivi e si riconferma in crescita nel terzo trimestre. Venendo al comparto artigiano si registrano +0,7 mld. € (+2,2%) nel primo semestre 2020, mentre il trend nei 10 anni segna -24,6 € mld, pari al -43,1%. Dunque con gli interventi straordinari del Governo ci sono i primi segnali di crescita. Le regole temporanee del Fondo di Garanzia nel 2020 hanno peggiorato ancora l’accesso alla garanzia pubblica per le mPI e la disintermediazione dei confidi. Come spiega il presidente di Fedart, Giacomo Cioni: “Dobbiamo valorizzare le esperienze positive di quei Confidi che hanno continuato a supportare con tempestività le mPI specialmente nelle fasi in cui le banche hanno dovuto riorganizzarsi operativamente e organizzativamente, intercettando le esigenze delle imprese, valorizzando la prossimità e la relazione diretta con il tessuto produttivo. Una volta tornati alle regole ordinarie occorre riprendere il confronto per rimuovere le criticità e consentire un più ampio accesso delle mPI. Il nostro auspicio è che il Fondo di Garanzia ritorni al più presto a percentuali di intervento utili alle imprese e sostenibili per il sistema Paese”.
La presenza dei Confidi sul Fondo Centrale è molto ristretta, ma significativa per individuare dei trend su cui agire: se l’operatività in controgaranzia rimane preponderante, si sta sviluppando anche l’accesso in garanzia diretta a fronte della concessione di credito diretto da parte dei Confidi e le rinegoziazioni in cui i Confidi possono svolgere un ruolo fondamentale di assistenza e consulenza per ristrutturare tutta la finanza d’impresa e razionalizzare le fonti di finanziamento.
Va ripresa e potenziata la collaborazione con le banche in una logica di diversificazione dell’offerta, ampliandone la sfera, oltre alla garanzia mutualistica, anche a progetti innovativi, efficientamento dei processi, strumenti integrativi e complementari al credito bancario. I confidi Fedart osservano come la crisi abbia modificato la relazione con le banche che oggi in alcuni casi chiedono ai Confidi una maggiore copertura dei rischi o accedono direttamente alla garanzia pubblica, ma in altri continuano a valorizzare il contributo della garanzia mutualistica. Anche nella crisi i Confidi rimangono un interlocutore di rilievo per le mPI che chiedono tuttora la garanzia, ma anche assistenza e consulenza.
NUOVO MODELLO
In prospettiva occorre ridisegnare un nuovo modello confidi che sia partner delle mPI non solo nell’accesso al credito ma in una accezione più ampia di finanza d’impresa, sviluppando una gamma differenziata di prodotti, anche innovativi, collaborando con partner per l’assegnazione di plafond di risorse per il credito diretto, consolidando la consulenza e l’assistenza finanziaria integrativa o autonoma dalla garanzia, incrementando canali complementari al credito bancario, valorizzando la prossimità ai territori.
Sono i confidi stessi, come emerge dalla ricerca Fedart, a vedere le prospettive di evoluzione del sistema nella garanzia mutualistica supportata dalla controgaranzia del Fondo Centrale; nel potenziamento dei servizi integrativi; nella rinegoziazione dei debiti sul Fondo di Garanzia stesso e per le imprese che si sono avvalse della moratoria; nell’operatività sulle risorse messe a disposizione dagli Enti Pubblici territoriali; nel credito diretto. I confidi hanno già avviato il percorso in questa direzione: nel 2019 hanno già operato in attività complementari alla garanzia, tra l’altro, sul credito diretto per un valore di 19mln di € e sulla consulenza (10 mln. €).
Prosegue il presidente di Fedart Fidi, Giacomo Cioni: “Nonostante i primi segnali di ripresa di cui i nostri Confidi stavano beneficiando nel 2019, nel 2020 gli interventi straordinari messi in atto dall’Europa e dal Governo Italiano hanno circoscritto fortemente gli spazi di operatività del sistema. Occorre prestare la massima attenzione ad affiancare le mPI nella delicata fase della transizione verso il ritorno alle regole ordinarie di funzionamento del mercato, transizione che dovrà essere graduale e sostenibile per il sistema produttivo del Paese. In questa fase i Confidi torneranno a essere utili per le mPI e per questo il sistema deve essere pronto a crescere: irrobustirsi nelle aree già presidiate e dotarsi di competenze in nuovi ambiti operativi. Le attività non prevalenti forniscono informazioni preziose per tracciare i driver di sviluppo del sistema. I primi dati del 2020 mostrano che il percorso è avviato: la prossima sfida per il sistema sarà evolvere verso un nuovo modello di Confidi”.