Congiuntura Confcommercio: il quadro resta debole e incerto
Anche nel secondo trimestre dell’anno il quadro congiunturale dell’economia italiana risulta caratterizzato da elevata incertezza, conseguenza delle difficoltà attraversate da diversi comparti della manifattura e dal perdurante vuoto di domanda per alcuni segmenti di consumo. Se il testimone della ripresa starebbe passando dall’industria ai servizi, in particolare quelli turistici, tale processo di transizione non è privo di intoppi. L’elevata inflazione al consumo ne depotenzia, comunque, la portata. Allo stato attuale le famiglie confermano l’orientamento al recupero di livelli di consumo e di stili di vita precedenti alla pandemia, con una parte della spesa sostenuta dai risparmi accumulati nel 2020 e, in parte, nel 2021.
Nel confronto con aprile 2021, l’ICC registra una variazione del +13,1%, sintesi di una crescita del 68,3% per i servizi e dello 0,7% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019 la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore del 10,4% in termini reali, con i servizi legati al turismo che, pur in graduale recupero, segnalano una distanza significativa rispetto ai livelli pre-crisi.
Anche i dati destagionalizzati confermano come, pur in presenza di positivi miglioramenti della domanda per i servizi, a livello complessivo i consumi delle famiglie, nella metrica dell’ICC, continuino a registrare un andamento non particolarmente espansivo.
Se le stime preliminari indicano un calo del PIL nel primo trimestre (-0,2% congiunturale) più contenuto rispetto alle attese, la stasi registrata dalla produzione industriale a marzo, dopo il rimbalzo di febbraio, e le prime indicazioni di un calo ad aprile, portano a guardare con una certa prudenza all’evoluzione nei mesi primaverili, nonostante i progressi registrati nel primo trimestre sul versante dell’occupazione. In base alle nostre stime, infatti, anche a maggio il PIL è in contenuto ridimensionamento (-0,4% su aprile), valore che comporterebbe una variazione su base annua del 3,7%.
L’inflazione, dopo il rallentamento registrato ad aprile, determinato in larga parte dall’adozione di misure fiscali di contenimento dei prezzi al consumo dei beni energetici, è attesa mostrare nel mese di maggio una nuova accelerazione. Rispetto ad aprile si stima un incremento dello 0,4%, con una variazione del 6,6% su base annua.
PIL MENSILE
A marzo 2022 la produzione industriale, dopo il recupero di febbraio, è risultata stazionaria. Il confronto su base annua registra un incremento del 2,9%. Nello stesso mese l’occupazione ha confermato la tendenza al recupero con una crescita dello 0,4% su febbraio e del 3,6% su base annua.
Ad aprile 2022 dopo un primo trimestre negativo il sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio ha mostrato segnali di recupero (+3,3% su marzo).
Anche a maggio il quadro congiunturale appare caratterizzato da un contesto non particolarmente dinamico, in cui il recupero della domanda di servizi non riesce a sopperire in pieno alle difficoltà dell’industria e alla scarsa espansione dei consumi di beni. Secondo le nostre stime, il PIL dovrebbe registrare nel mese in corso una riduzione dello 0,4% su aprile. Nel confronto annuo la variazione si attesterebbe al 3,7%.
ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)
Ad aprile 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala un incremento, su base annua, del 13,1%, in moderato miglioramento rispetto alla variazione di marzo (tab. 2). Anche nell’ultimo mese il confronto ha risentito delle diverse condizioni in cui hanno operato le imprese nel 2021 e nel 2022, situazione che ha portato ad una variazione del 68,3% della domanda relativa ai servizi. Per quanto riguarda i beni il confronto con aprile 2021 indica un aumento dello 0,7%.
La dicotomia nel comportamento dei consumatori, al momento orientati principalmente al recupero della domanda di servizi, è confermata anche dal dato destagionalizzato che registra ormai da alcuni mesi una tendenza al moderato ridimensionamento dei consumi di beni.
Nonostante i progressi registrati nel corso degli ultimi mesi la domanda, calcolata nella metrica dell’ICC, nel confronto con aprile 2019 risulta ancora inferiore del 10,4%. Per i servizi il calo si attesta al 20,6%.
LE DINAMICHE TENDENZIALI
In linea con quanto registrato nei periodi più recenti, anche nel mese di aprile 2022 i recuperi più significativi della domanda, nel confronto con il 2021, si sono registrati per i servizi legati al turismo e alla fruizione del tempo libero. Nonostante il progressivo ritorno del turismo straniero, soprattutto europeo, e l’eliminazione di alcune misure restrittive della mobilità e della socialità, il gap per questi segmenti con i livelli pre-pandemia rimane elevato. Anche per l’abbigliamento e le calzature, nonostante il ritorno a consumi finalmente più dinamici, lo scarto con il 2019 rimane molto ampio.
Le incertezze ed i ritardi nell’avvio di politiche d’incentivazione per il passaggio ad una mobilità più green hanno continuato a condizionare il mercato dell’automotive, con un calo, ad aprile 2022, della domanda di autovetture da parte delle famiglie del 40,1% rispetto allo stesso mese del 2021. Segnali d’indebolimento della domanda si confermano per i beni alimentari, evoluzione determinata anche dal progressivo ritorno ai consumi fuori casa.
PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di maggio 2022 una variazione dello 0,4% in termini congiunturali e del 6,6% su base annua. Al permanere di dinamiche ancora espansive per i prezzi degli energetici non regolamentati, si associano in misura sempre più evidente le tensioni nel settore alimentare e in alcuni segmenti dei servizi. Stante le criticità che ancora attraversano i mercati delle materie prime e le filiere di approvvigionamento è sempre più complicato individuare l’inizio di una fase di rientro di queste dinamiche.