Confartigianato al Senato: “A rischio 650.000 addetti delle PMI. Servono norme semplici e flessibilità”
L’emergenza Covid-19 e le misure di lockdown mettono a rischio oltre 650 mila addetti nelle micro e piccole imprese della manifattura, delle costruzioni e dei servizi non commerciali. L’allarme arriva da Confartigianato intervenuta oggi in Commissione Lavoro del Senato ad un’audizione sulle ricadute occupazionali dell’epidemia. I rappresentanti della Confederazione hanno sollecitato misure urgenti per arginare le conseguenze della crisi sulle PMI e costruire le condizioni per la ripresa. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, hanno segnalato la rapidità con cui il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato ha erogato fin dall’8 aprile le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti dell’artigianato sospesi dal lavoro. A marzo sono state impegnate dal Fondo risorse per oltre 314 milioni di euro. Al 30 aprile erano pervenute al Fondo 184.884 domande di assegno ordinario riguardanti 692.797 lavoratori, ma le richieste sono in aumento e Confartigianato chiede che nel Decreto Rilancio sia previsto un consistente incremento delle risorse di almeno 1 miliardo di euro, rispetto a quelle previste nel Decreto Cura Itala, per consentire al Fondo di soddisfare le domande pervenute.
Confartigianato sollecita anche la massima semplificazione di ogni nuova misura in materia di lavoro e l’eliminazione dei vincoli e delle limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. Quanto al reddito di emergenza, la Confederazione ritiene necessario utilizzarlo come iniziativa utile ad uscire dal lavoro nero prevedendo, ad esempio, per chi lo richiede l’obbligo di registrazione ai Centri per l’impiego al fine di favorire l’avviamento al lavoro.
Confartigianato, nel segnalare le iniziative realizzate per sensibilizzare le imprese sulle misure di protezione e sicurezza sul lavoro, sottolinea che misure del Protocollo aggiornato il 24 aprile 2020 sono già adeguate e sufficienti a garantire la ripresa delle aziende in condizioni di assoluta sicurezza. Vanno quindi evitate ulteriori misure, eccetto quelle di chiarimento operativo, che rischiano di essere inapplicabili o del tutto inefficaci per prevenire il contagio sui luoghi di lavoro. In tema di sicurezza sul lavoro, Confartigianato contesta l’interpretazione dell’Inail che applica il principio della presunzione di infortunio sul lavoro in caso di contagio Covid-19 di un lavoratore e che potrebbe comportare responsabilità per il datore di lavoro, al di là delle misure precauzionali adottate. A questo proposito sollecita una norma sull’esonero dalla responsabilità del datore di lavoro.