Come usare la politica di bilancio per ridurre i costi della transizione green?
Quanto costerà la transizione verso un’economia a zero emissioni nette di gas serra? Le stime attualmente disponibili sull’impatto delle politiche necessarie a contenere le emissioni di gas serra differiscono notevolmente, a seconda delle diverse metodologie e delle ipotesi adottate da diversi studi, e per l’incertezza intrinseca legata alla previsione delle future emissioni e dei conseguenti aumenti delle temperature. L’obiettivo dello studio è valutare l’impatto di un aumento del costo delle emissioni sufficiente per contenerle ai livelli indicati negli scenari climatici degli Accordi di Parigi. Il nostro approccio è quello di costruire un modello IAM (Integrated Assessment Model) che combini un modulo economico e uno climatico in grado di interagire tra loro. In particolare, prendiamo come dati il profilo delle future emissioni di anidride carbonica coerenti con un aumento della temperatura inferiore ai 2° entro la fine del secolo e valutiamo la combinazione di strumenti fiscali (in particolare misure di carbon pricing e incentivi fiscali per gli investimenti green) in grado di ridurre al minimo gli impatti negativi sull’economia.
I risultati dell’analisi indicano che il raggiungimento dell’obiettivo di un incremento della temperatura entro i 2° richiederebbe un aumento significativo del costo delle emissioni e quindi un forte aumento dei prezzi dell’energia. Ovviamente molto dipende da quali strumenti fiscali verranno utilizzati per sostenere la transizione verde, da come le entrate derivanti dall’aumento del costo delle emissioni (ad esempio attraverso l’estensione degli Emission Trading Systems o via carbon tax) verranno spese e se si farà o meno una politica fiscale espansiva per mitigare gli effetti negativi sull’attività economica dell’aumento dei prezzi energetici.
Utilizzare le entrate derivanti dalla politica di carbon pricing per creare incentivi per gli investimenti in energia green (con una politica di bilancio in pareggio) pare sufficiente per garantire la graduale eliminazione dei combustibili fossili e il raggiungimento della carbon neutrality con emissioni nette pari a zero a livello globale entro il 2070. Tuttavia, questa transizione comporta costi economici significativi nel breve termine. I nostri risultati suggeriscono che il raggiungimento degli obiettivi degli Accordi di Parigi in assenza di una politica di bilancio espansiva a supporto della transizione comporterebbe un forte aumento del prezzo delle emissioni di CO2, più significativo in Cina e negli Stati Uniti, che sono tra i maggiori produttori di CO2 al mondo, rispetto all’Europa.
L’economia globale potrebbe dunque ridurre i costi potenziali della transizione se sostenuta da politiche pubbliche di investimento green (investimenti pubblici, contributi agli investimenti privati e spese di ricerca e sviluppo finalizzate a favorire l’adozione di fonti energetiche alternative) finanziate in deficit. Ad esempio, se fossero previsti investimenti pubblici green finanziati a debito pari all’1% del Pil per 5 anni, in coerenza con gli obiettivi di spesa green all’interno del Next Generation EU, l’aumento del prezzo delle emissioni di CO2 necessario a raggiungere i livelli indicati nell’Accordi di Parigi sarebbe più contenuto e dunque più limitato sarebbe l’impatto sui costi dell’energia e sull’attività economica.