Come ripartire dopo la crisi Covid?
L’impatto che la pandemia causata dal Covid-19 ha avuto sul mondo e sulle nostre vite è stato devastante non solo a livello di vittime e di restrizioni ma anche sul piano economico generando la più grave crisi economica dal Dopoguerra. Ma sono proprio i periodi critici a offrire le opportunità per riflettere, raccogliere le idee e trasformare un momento critico e di stallo in occasioni che disegnano nuovi scenari futuri.
Il rapporto Congiuntura Flash pubblicato dal Centro Studi di Confindustria fotografa una situazione incoraggiante per l’economia italiana. Il secondo trimestre ha segnato un forte rimbalzo del PIL, con indicazioni positive in tutti i settori.
“La ripartenza, dopo la crisi causata dalla pandemia, porterà una fase in cui imprenditori e professionisti dovranno far fronte a numerose sfide per poter affrontare al meglio le scelte che riguardano il futuro e quindi non devono farsi trovare impreparati ma anzi, devono già progettare un piano personale di ripartenza – afferma Gianluca Sidoti, Consulente Finanziario Indipendente e CEO di TraDetector, società di formazione e divulgazione finanziaria che comprende una community di oltre 700 investitori che replicano autonomamente varie operatività da ogni parte del mondo gestendo il proprio denaro semplicemente attraverso l’home banking.
Per supportare i cittadini e i piccoli imprenditori nel mettere in atto un piano di ripartenza Gianluca Sidoti ha stilato 5 consigli per guardare al presente e affrontare al meglio la ripartenza dopo la crisi post Covid.
- Valutare il danno economico: Il primo passo per poter mettere in atto un piano di ripartenza è quello di valutare quanto l’azienda sia stata colpita dalla profonda crisi che ha portato con sé il Covid. Se non si ha un bilancio o un conto economico aggiornato è bene stilarne uno proprio in questo periodo, per poterlo confrontare con quello dei prossimi mesi. Questo vale non solo per le grandi aziende, ma anche per i bilanci familiari e dei liberi professionisti.
- Confrontare i dati emersi con il settore di riferimento: è utile guardare, oltre ai danni subiti “a casa nostra”, anche come si comportano i nostri competitor (nel caso di imprese) e vicini (nel caso di privati). Nel momento in cui si esamina un business plan bisogna farsi un’idea di quelli che sono tutti i punti deboli e i punti forti, per poter rimanere sempre competitivi sul mercato.
- Valutare la richiesta di un prestito: non c’è niente di male, anzi, con gli attuali tassi di interesse a 0 (o negativi), è conveniente e fortemente consigliato ricorrere allo strumento del prestito. Ci sono diversi modi per poter finanziare un’impresa e sono stati stilati diversi piani a sostegno di tutte le aziende per far sì che possano ripartire col piede giusto e ritornare sul mercato molto più forti e competitive di prima. Non si tratta solamente di andare in banca e chiedere un prestito, ma anche di valutare l’emissione di obbligazioni per finanziare la ripresa (le obbligazioni possono emetterle anche delle semplici SRL).
- Prepararsi ad investire: dopo la pandemia è molto probabile che prima di poter vedere dei guadagni bisogna prima investire, ad esempio potrebbe essere necessario dover spendere dei soldi per poter assumere nuovi dipendenti, oppure si potrebbe aver bisogno di una nuova campagna pubblicitaria.
- Tenere sempre aggiornato il proprio bilancio personale e aziendale: una pandemia può forse capitare una sola volta nella vita, ma le emergenze possono verificarsi in tanti casi e possono sempre sconvolgere non solo le imprese, ma intere famiglie che non si sono trovate preparate. La pandemia ha portato con sé una serie di insegnamenti che possono essere attuati quando si parla di gestione delle risorse. Per esempio la Piramide di Maslow, che Sidoti ha rielaborato adattandola ai bisogni finanziari: il gradino più basso della piramide rappresenta il bisogno di protezione (bisogna assicurarsi contro gli infortuni, di qualsiasi tipo), poi abbiamo la previdenza (bisogna pensare a quando non si sarà più in grado di produrre reddito) e solo dopo si arriva all’investimento (una volta messo al sicuro il presente e futuro, si possono utilizzare eventuali eccedenze di liquidità per fare investimenti e pensare alla crescita).