Come redigere un business plan quando a chiederlo è una banca
Se sei un imprenditore, ti sarà sicuramente capitato, nel corso della tua vita aziendale, di dover presentare un business plan ad un investitore, ad un potenziale soci o tanto più ad una banca. Negli ultimi dieci anni infatti, il business plan è diventato sempre più un documento di vitale importante per la valutazione e presentazione del business, in quanto esso non solo vi rappresenta, ma è anche il primo passo per convincere l’istituto di credito a considerarti un valido candidato in grado di fornire sufficienti garanzie per il rimborso finanziario.
Attraverso un chiaro quadro della situazione economico-finanziaria, sulla gestione dei flussi di cassa e del piano di rientro è possibile sin da subito individuare la linea di credito più adatta alle esigenze dell’impresa. Ma partiamo dall’inizio.
Nella prassi gli istituti di credito fanno le loro valutazioni sulla base degli ultimi tre bilanci (analisi quantitativa), e della centrale dei rischi (analisi andamentale). In entrambi i casi si tratta di informazioni retrodatate.
Tale metodo svela tuttavia molti limiti proprio perché le analisi retrospettive diventano sempre meno affidabili.
Partiamo subito dal definire il Business Plan
Il Business Plan è un documento volto a rappresentare in ottica prospettica il progetto di sviluppo imprenditoriale, con l’intento di valutarne la fattibilità – in relazione sia alla struttura aziendale nel quale tale progetto si inserisce, sia al contesto nel quale l’impresa proponente opera – e di analizzarne le possibili ricadute sulle principali scelte aziendali e sui suoi risultati economico-finanziari.
Per raggiungere tale scopo, un Business Plan deve contenere tutte le informazioni necessarie a:
- conoscere le caratteristiche dell’azienda di riferimento;
- illustrare i contenuti del progetto che si intende realizzare;
- dimostrarne la fattibilità, cioè il perseguimento degli obiettivi stabiliti;
- analizzare tutte le sue possibili ricadute sull’azienda.
Il Business Plan deve, quindi, essere composto in modo che rappresenti gli aspetti qualitativi che caratterizzano l’impresa e il progetto, e gli aspetti quantitativi, in cui, attraverso l’analisi economico-finanziaria prospettica, sia valutato l’impatto che la realizzazione del progetto potrà avere sulla struttura aziendale esistente, ovvero la sua convenienza economica e la sua sostenibilità. Un valido ed affidabile Business Plan deve contenere informazioni di diverso tipo che permettano di comprendere le linee di azione da intraprendere e gli effetti economici e finanziari prodotti.
Pur essendo orientato al futuro, il Business Plan non può prescindere dal presente e dal passato dell’impresa, ragione per cui deve essere accompagnato dall’analisi dei bilanci e delle strategie aziendali degli ultimi anni, necessari a comprendere anche la compatibilità dei nuovi progetti con la situazione corrente.
Nonostante si ritenga di solito che il Business Plan sia uno strumento utile in occasione di richieste di finanziamento, è bene ricordare che tale documento, soprattutto
se ben costruito e derivante da un processo strutturato di pianificazione e programmazione, può svolgere, in verità, più funzioni.
La redazione di un Business Plan è utile, infatti, in primo luogo, all’imprenditore nel fare chiarezza sui contenuti del progetto e sulla sua fattibilità interna. Il dover riportare in un documento scritto i contenuti del progetto obbliga, infatti, a chiedersi se quel progetto sia effettivamente realizzabile, con quali mezzi, tempi e costi, trasformando così un’idea, magari solo abbozzata, in un’iniziativa dai confini molto più chiari e concreti. È importante sottolineare che un Business Plan, se redatto in maniera completa e rigorosa, può costituire anche un utile strumento per la valutazione “a posteriori” dei risultati raggiunti: una volta che il progetto abbia preso avvio, il confronto tra i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti riportati nel Business Plan può certamente aiutare a valutare se si stia andando o meno nella giusta direzione ed eventualmente aggiornare, laddove necessario, le strategie aziendali.
In questo ambito, il Business Plan è uno strumento che si lega in modo stringente al sistema di budget e reporting o, più in generale, al sistema di controllo di gestione.
Business plan. Quali sono gli step da seguire per presEntare un ottimo documento in banca ?
1) Le vere informazioni sono i numeri
Un business plan efficace deve essere chiaro, ma soprattutto sintetico. All’interno degli istituti di credito l’iter di istruttoria ha tempi limitati; l’attenzione del lettore non va sprecata con lunghe descrizioni. Bisogna sempre ricordarsi che un progetto imprenditoriale può rappresentare una tappa importante per la vita di un’impresa e della persona che la guida, ma per le banche non è la stessa cosa. Per loro si tratta di una pratica di finanziamento come altre. Il loro unico scopo è di misurare il rischio dell’operazione rispetto al rimborso del prestito.
La componente essenziale di un business plan sono i numeri. Occorre partire dai dati certi del recente passato, ovvero dall’analisi degli ultimi 3-5 bilanci, per poi delineare lo scenario di aspettative aziendali. In questo senso l’elemento più importante è la stima previsionale dei flussi di cassa.
2) La prudenza è la giusta strategia per un ottimo business plan
Quando si valuta la sostenibilità di un progetto occorre sempre adottare un approccio di tipo prudenziale per ogni parametro. L’ottimismo è un ingrediente fondamentale nella vita di un imprenditore, ma quando si prepara un business plan è meglio fare calcoli in modo realistico, mettendo anche in conto qualche imprevisto. Preparare un business plan significa fare autoanalisi. È un esercizio che aiuta l’imprenditore a capire se l’azienda sarà in grado di sostenere il rimborso del prestito e gestire gli eventuali imprevisti che possono presentarsi nel medio periodo. Significa chiarirsi bene le idee prima di inoltrare una richiesta di finanziamento alla banca.
Dottore commercialista e revisore legale. Giornalista pubblicista. Esperto in finanza innovativa e startup.
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