Come beneficiare del nuovo Credito d’imposta R&S, innovazione e design
Il disegno di legge di Bilancio 2021 ha riconfermato il beneficio del Credito d’imposta in R&S&I fino a dicembre 2022 aumentando le aliquote dell’agevolazione e l’importo massimo del bonus che spetta a ciascuna impresa.
Entriamo subito nel merito e cerchiamo prima di capire cos’è il credito d’imposta in R&S&I.
Il Credito d’Imposta Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design è l’incentivo introdotto dalla Legge di Bilancio 2015 (L. 190/2014), per sostenere la competitività delle imprese e per favorirne i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale.
A chi si rivolge
Si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
Come si accede
Il credito d’imposta si applica alle spese in Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design sostenute nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019.
Per poter accedere alla procedura per il riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.
Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte.
Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.
Durata dell’agevolazione estesa fino al 31 dicembre 2022
Con la legge di Bilancio 2020 è stato istituito il credito d’imposta che attribuisce il bonus per gli investimenti in attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design effettuati a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019 (anno 2020 per i soggetti con periodo di imposta coincidente con l’anno solare). La legge di Bilancio 2021 allunga il periodo di fruizione fino al 31 dicembre 2022, estendendo il beneficio al biennio 2021 e 2022.
Beneficio sulla Ricerca e sviluppo
Per le attività di ricerca e sviluppo, il credito di imposta passa dal 12% al 20% delle spese ammissibili e l’ammontare massimo del beneficio spettante passa da 3 milioni di euro a 4 milioni di euro.
Beneficio sull’Innovazione tecnologica
In riferimento alle attività di innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2021 aumenta l’aliquota al 10% per le attività di innovazione tecnologica e al 15% per attività di innovazione green e digitale e aumenta l’ammontare massimo del beneficio spettante a 2 milioni di euro.
Beneficio sul Design e ideazione estetica
Irrobustito anche il credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica svolte dalle
imprese dei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, del mobile, dell’arredo e
della ceramica, per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari.
Il credito d’imposta viene elevato al 10% delle spese, mentre l’ammontare massimo di beneficio spettante aumenta a 2 milioni di euro.
Quali sono le spese ammissibili
Tra le nuove spese ammissibili rientrano:
Ricerca & Sviluppo
• Oltre alle spese per contratti di ricerca extra muros vengono ammessi anche i contratti stipulati con soggetti esteri;
• le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale. In tal caso viene precisato che, oltre alle spese relative a contratti di acquisto o licenza stipulati con soggetti terzi fiscalmente residenti o localizzati in altri Stati membri dell’Unione europea o in Stati white list, sono ammesse anche spese riferite a contratti di acquisto o licenza stipulati con soggetti residenti nel territorio dello Stato.
Innovazione tecnologica
• Viene previsto che le spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività di innovazione tecnologica sono ammissibili nel limite massimo complessivo pari al 20% non solo delle spese di personale, ma anche delle spese per contratti di ricerca extra-muros.
Attività di design e ideazione estetica
• Ammesse le spese relative ai software.
Tra gli oneri documentali richiesti per accedere al credito d’imposta sono state introdotte delle novità in merito alla relazione tecnica illustrativa delle finalità, dei contenuti e dei risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta in relazione ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione, cui è stato introdotto l’obbligo di asseverare tale relazione.
La certificazione dell’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti.
Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, viene previsto un credito d’imposta di importo non superiore a 5.000 euro per le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione.
Dottore commercialista e revisore legale. Giornalista pubblicista. Esperto in finanza innovativa e startup.
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