Come avviare un servizio di bike sharing con i Green Alley Awards: disposti fino a 25 mila euro per idee di economia circolare
Il bike sharing si è diffuso in tutte le più grandi capitali europee come virtuoso esempio di mobilità sostenibile a disposizione, non solo dei cittadini ma anche dei turisti che visitano le città.
Questo modello di mobilità può essere supportato e realizzato grazie a diversi bandi attivi come ad esempio il Green Alley Award, il primo bando internazionale per startup.
L’obiettivo della call è selezionare sei dei migliori progetti di sostenibilità e riciclo dei materiali realizzate da talentuose startup a livello internazionale: le realtà prescelte affronteranno la finale a Berlino per aggiudicarsi 25mila euro in palio.
Il bando è aperto a tutte le startup che abbiano come obiettivo la tutela ambientale del mondo, per una quotidianità senza sprechi e più green.
I passi da compiere se si vuole realizzare un bike sharing nella propria città, sono:
- realizzare un’analisi urbanistica: questo è il primo passo importante da compiere quando si decide di realizzare una rete di bike sharing nella propria città. Infatti alcune possiedono una predisposizione morfologica perfetta per instaurare un servizio innovativo del genere capace di soddisfare il fabbisogno dei cittadini, altre invece possono ricoprire solo parte della città o nulla.
Se il traffico e il tessuto urbano sono complessi bisognerà prima costruire le piste ciclabili e solo dopo inserire il bike sharing. - individuare i punti nevralgici della città: uno studio condotto in Cina ha rivelato che le stazioni di bike sharing disposte nei punti nevralgici di traffico cittadino o movida rimangono spesso sprovviste di bici. Nonostante ci siano altre postazioni nel giro di 500 metri, circa l’80% di questi non ne usufruirà comunque per la lontananza. Il consiglio è di rifornire spesso quelle zone o di dotarle di un maggior numero di mezzi per favorirne l’utilizzo.
- creare una rete composta da postazioni primarie e postazioni secondarie, come ad esempio stazioni metro, luoghi di interesse, università, grandi uffici, ecc.
- pianificare un sistema per l’uniforme redistribuzione delle bici per non lasciare postazioni vuote e inutilizzabili
- realizzare un collegamento tramite gps in grado di geolocalizzare il mezzo per la sicurezza dell’utente e dell’azienda stessa
- creare un’app che garantisca la fruizione regolare del progetto e il corretto pagamento
- strutturare una partnership pubblico-privato: molte sono le imprese che si stanno muovendo in questo ambito. Le grandi aziende infatti, creano delle collaborazioni con chi dispone di servizi di bike sharing per supportare esempi di economia circolare, adottare questi esempi virtuosi mettendoli a disposizione dei dipendenti, ecc
- usufruire di finanziamenti per l’economia circolare o bandi come i Green Alley Award
Una volta stabilite tutte le basi del progetto, realizzato un buon business plan e valutato ogni punto di forza e debolezza, si potrà partecipare all’iniziativa compilando il form online sul sito Green Alley Award.
Il 10 giugno i sei finalisti dovranno esporre il proprio pitch di fronte a una giuria e a una platea internazionale, ricca di esperti del settore e aziende legate all’economia circolare.
Dottore commercialista e revisore legale. Giornalista pubblicista. Esperto in finanza innovativa e startup.
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