Centro Studi Confindustria: la produzione industriale recupera in aprile (+0,3%) e maggio (+0,4%). Fiducia in miglioramento e prospettive più positive
La produzione industriale italiana è attesa in ulteriore incremento nei mesi primaverili, dopo il recupero già registrato nel primo trimestre (+0,9%). Dopo la battuta d’arresto rilevata dall’ISTAT in marzo (-0,1%), in aprile e maggio l’attività è avanzata a un ritmo moderato (+0,3% e +0,4% rispettivamente), sostenuta da entrambe le componenti della domanda. Gli imprenditori mostrano un maggiore ottimismo: l’indice di fiducia è salito in maggio sui livelli massimi dall’autunno del 2017, in linea con il miglioramento della crisi sanitaria e l’allentamento delle restrizioni. Scorte basse e domanda in accelerazione preannunciano ulteriori recuperi di attività anche nei mesi estivi.
Come sta andando la produzione industriale in Italia
Il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,4% in maggio su aprile, quando è avanzata dello 0,3% su marzo. La variazione acquisita nel secondo trimestre è di +0,5%, dopo il +0,9% nel primo. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, aumenta sia in maggio (+22,6% rispetto allo stesso mese del 2020) sia in aprile (+73,2% sui dodici mesi). Gli ordini in volume avanzano in maggio dell’1,3% sul mese precedente (+33,8% su maggio 2020) e in aprile dell’1,0% su marzo (+76,0% annuo). Le variazioni tendenziali così ampie sono spiegate dal confronto con i mesi iniziali della pandemia, quando l’attività – anche in buona parte dell’industria – era stata fermata sull’intero territorio nazionale da provvedimenti restrittivi introdotti per bloccare la diffusione del virus. Il contesto economico sta mostrando un rapido miglioramento, in linea con il buon andamento della campagna vaccinale e la riduzione della curva dei contagi che ha determinato l’allentamento delle limitazioni alle attività nei servizi e agli spostamenti delle persone. Libera dai vincoli, la domanda (sia interna che estera) sta mostrando segnali di accelerazione, fornendo supporto all’attività dell’industria. Il comparto di produzione di beni strumentali è quello che mostra le prospettive migliori. La fiducia degli imprenditori manifatturieri in maggio è salita ai massimi dall’autunno del 2017, sostenuta da una ripresa della domanda che, stando alla rilevazione, è più rapida di quanto previsto: a fronte di un netto miglioramento di giudizi e attese su produzione e ordini, l’ISTAT ha rilevato, infatti, un veloce decumulo delle scorte di magazzino. La loro ricostituzione darà un contributo importante alla dinamica dell’attività industriale nei prossimi mesi. Inoltre, l’aumento della domanda sta generando pressioni sulla capacità produttiva (il grado di utilizzo degli impianti è ancora di circa due punti inferiore ai livelli pre-covid) e ciò preannuncia un’espansione della forza lavoro. Secondo l’indagine IHS-Markit sul manifatturiero, l’indicatore relativo al livello occupazionale ha raggiunto il record storico. Aumento della produzione e degli ordini, soprattutto esteri, hanno spinto l’indice PMI manifatturiero ai livelli massimi da quando è stata avviata l’indagine (giugno 1997). Persistono alcune preoccupazioni, secondo i direttori degli acquisti: blocchi di fornitura in alcuni comparti, carenza di materiali e problemi di natura logistica, fattori che hanno portato a un aumento dei prezzi d’acquisto. Ci sono molte ragioni per essere ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, anche in base ai programmi previsti nel PNRR. La condizione principale, però, è che la campagna vaccinale continui in maniera efficiente e che la crisi sanitaria vada gradualmente verso una soluzione definitiva. Qualsiasi imprevisto potrebbe fare dirottare la ripresa.