Caro energia, Galassi (A.P.I.): «Servono azioni drastiche. Si rischia il blackout di intere filiere!»
«Le piccole e medie imprese hanno già dato fondo alla creatività per sopportare prezzi sempre più alti di energia e materie prime e non si può più chiedere di sostenere valori esorbitanti ancora per molto.
Sono a rischio la competitività delle PMI e di tante filiere del made in Italy».
Così Paolo Galassi, presidente di A.P.I., interviene sul caro energia e sul pacchetto di provvedimenti all’esame del Governo.
Secondo le rilevazioni di Confartigianato Imprese, nel primo trimestre 2022, un chilowattora di energia elettrica, per la sola materia prima, costa a una microimpresa il 360% in più rispetto all’anno scorso e un metro cubo di gas naturale il 336% in più. Il prezzo del gasolio alla pompa ha subito un aumento tendenziale del 45,1% al 10 marzo, con un’impennata del 20% dopo il 22 febbraio.
«L’ipotesi di Draghi di calmierare il prezzo del gas a 100 €/MWh non è assolutamente sufficiente. Alle aziende serve una soglia di mercato che sia almeno della metà, infatti, in condizioni normali le imprese pagavano il gas tra 20 e 30 €/MWh. Inoltre, bisogna agire sui costi dell’elettricità – continua Galassi –. Le imprese pagavano tra 50 e 60 €/MWh, è necessario rivedere subito le regole della borsa specifica.
In questi giorni è peggiorata anche la situazione costo carburante. Anche in questo caso la misura di riduzione delle accise sui carburanti non è sufficiente se rapportata agli aumenti che sono ingiustificati e sproporzionati».
Nel frattempo che la politica decide, gli imprenditori associati chiedono supporto e A.P.I. cerca di agire con concretezza.
«Continuo a ricevere lettere di imprenditori che mi dicono di aver sospeso la produzione nonostante gli ordini per ridurre i costi delle bollette.
Sapete cosa significa per una PMI dover chiudere le serrande per settimane intere? Che rischia di perdere i clienti o peggio di chiudere, che i dipendenti possono essere messi in cassa integrazione e che il territorio dove opera avrà pesanti ricadute economiche e sociali.
A.P.I. – continua Galassi – negli ultimi 20 anni ha assicurato alle imprese, attraverso i Gruppi d’Acquisto delle proprie realtà dedicate, un risparmio stimato in circa 50 milioni di euro e anche in queste condizioni di totale instabilità sta operando per proteggere le PMI e calmierare quanto più possibile gli effetti degli aumenti.
E mi chiederete e quindi? – conclude il Presidente Galassi – Siamo di fronte a un vero e proprio stillicidio; le aziende come possono prosperare se devono contemporaneamente pagare di più la materia prima, l’energia per realizzare i loro prodotti e il carburante per venderli?
La situazione sta mettendo ko intere filiere. Potremmo lavorare, nonostante i rincari, ad esempio se il prezzo del gas fosse al massimo di 50 €/MWh e quello dell’elettricità a 100€/MWh, abbinandolo alla rateizzazione delle bollette o sostenendo la liquidità delle imprese attraverso l’accesso al fondo di garanzia.
Comunque, agli imprenditori serve una boccata d’ossigeno non sempre misure tampone!».