Brennero: con i divieti al traffico merci del Tirolo a rischio 136 miliardi di interscambio Italia-Ue
L’Europa sta ripartendo dopo l’ennesima ondata del Covid. Ma l’Italia (e non solo) soffrono i limiti alla libera circolazione delle merci imposti da una strozzatura geografica e politica: quella del valico del Brennero. Da qui, lungo l’asse Scandivano-Mediterrano, passano le nostre merci esportate in tutta Europa (con Germania come principale destinataria), per un valore di interscambio complessivo di 170 miliardi di euro. Che diventano 214 se si include anche il valore degli scambi con Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Un interscambio messo però in seria difficoltà dalle decisioni del Governo tirolese che dal 2017 ha imposto una serie di divieti settoriali al transito dei mezzi pesanti che sta mettendo seriamente in crisi gli operatori del settore. Le merceologie inserite nei divieti tirolesi valgono il 63% dell’interscambio complessivo tra l’Italia e i Paesi ScanMed, pari ad un valore economico di 136,6 miliardi di euro.
Per questa ragione Unioncamere, con i sistemi camerali di Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto, con il supporto di Uniontrasporti, hanno realizzato il report “Il Brennero e la politica dei trasporti attraverso le Alpi”, presentato questa mattina alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
Attualmente il valico del Brennero è interessato da un quarto del traffico merci transalpino e conserva la sua funzione di transito e di trasporto cruciale per l’Europa. Nel 2019 vi sono transitate 53,7 milioni di tonnellate di merci, tre quarti delle quali su strada e il restante 26% via treno. Difficile al momento incrementare questa forma più ecologica di trasporto delle merci però, visto che l’attuale linea ferroviaria ha ormai raggiunto un livello di saturazione prossimo all’80%.
Tra le motivazioni addotte dal governo tirolese per far scattare i divieti settoriali per il trasporto su gomma attraverso il Brennero, figura il tema dell’impatto ambientale. L’analisi effettuata da Uniontrasporti, però, evidenzia che è l’autostrada A22, in territorio italiano, la parte della direttrice Verona-Monaco che interessa più aree urbane (Rovereto, Trento, Bolzano e Bressanone). La A13, in territorio austriaco, al contrario si snoda prevalentemente in una zona montuosa toccando pochi centri abitati, mentre la A12, nella tratta di attraversamento di Innsbruck, è stata completamente interrata riducendo al minimo qualsiasi impatto ambientale. I dati di traffico diffusi dalla concessionaria autostradale austriaca evidenziano poi una crescita del traffico locale, in particolare di mezzi pesanti, a dimostrazione che la capacità lasciata libera dai tir italiani e tedeschi è stata presto occupata dai veicoli tirolesi.
Date queste premesse, Unioncamere e i sistemi camerali del Nord, in sintonia con le principali rappresentanze di impresa, hanno individuato 10 misure chiave per risolvere le problematiche che caratterizzano l’asse del Brennero:
- Promuovere una ambiziosa politica TEN-IT, per eliminare le strozzature lungo i corridoi europei dei trasporti;
- Portare a completamento la ferrovia della Galleria di base del Brennero e le linee ferroviarie di accesso nei tempi previsti;
- Esaminare, con il supporto delle professionalità dell’Agenzia europea dell’ambiente, l’impatto del traffico pesante e leggero sulla qualità dell’aria lungo l’intera direttrice del Brennero;
- Utilizzo dell’infrastruttura 24 ore al giorno per i camion più puliti ed ecologici;
- Sostegno alle imprese dei trasporti per il passaggio a veicoli a basse o zero emissioni;
- Sviluppo capillare di infrastrutture di ricarica;
- Digitalizzazione per aumentare l’efficienza dell’autostrada del Brennero e integrare il trasporto stradale e ferroviario;
- Armonizzazione delle normative nel trasporto ferroviario;
- Ottimizzazione della gestione delle linee ferroviarie lungo il corridoio del Brennero;
- Concorrenza invece del monopolio delle ferrovie austriache nel trasporto ferroviario combinato.