Boom della pubblicità online e PMI, le 5 regole vincenti per posizionarsi al meglio sui social
44 milioni di italiani usano i social network per quasi due ore al giorno, adorano farsi due risate con video comici e divertenti, condividere meme e seguire i propri influencer preferiti. Questi i dati di “Digital 2023”, il report di We Are Social e Meltwater che analizza la penetrazione di internet nel Belpaese e le abitudini riguardanti la fruizione delle piattaforme social.
Ma, oltre al contatto con amici e parenti, la ricerca ha focalizzato anche un altro importante trend: il 44% dei partecipanti allo studio ha dichiarato che utilizza il web e i social per scoprire nuove aziende, nuovi prodotti e nuovi servizi. Il ruolo dei motori di ricerca e dei profili, quindi, è divenuto, ormai, molto più importante rispetto a quello della pubblicità televisiva e del passaparola. Ciò dimostra che il sito web e i profili social aziendali sempre aggiornati, abbinati a una costante e mirata pubblicità sui social stessi, rappresentano due leve fondamentali per aumentare la probabilità di conquistare nuovi potenziali clienti, anche da parte delle piccole e medie imprese.
Ale Lorenzi, esperto di digital marketing e top media buyer con clienti tra Europa, Stati Uniti ed Emirati Arabi, spiega quali sono le cinque strategie vincenti per posizionarsi al meglio sui social, evitando quell’improvvisazione che spesso può causare errori fatali per il proprio business.
Uno: stabilire sempre un budget
“In primis – spiega Lorenzi – è importante che le piccole e medie imprese stabiliscano un budget pubblicitario. Molte di loro erroneamente credono che il passaparola sia sufficiente, ma questa è una strategia sbagliata perché dobbiamo ricordarci che il passaparola non è mai tracciabile e spesso non raggiunge il pubblico giusto per quella specifica realtà aziendale“.
Due: scegliere un mix tra presenza free e presenza a pagamento
“Un secondo punto fondamentale è essere presenti sui social, sia con una presenza organica che attraverso la pubblicità. Se si impostano correttamente sia il branding sia i contenuti del profilo aziendale, questo diventa un vero e proprio biglietto da visita per l’impresa. Inoltre, è importante tenere presente che gli utenti spesso sono distratti, quindi se la pagina Facebook o il profilo Instagram non sono aggiornati e gli orari non sono chiari, le persone pensano che un esercizio commerciale sia semplicemente chiuso e non accessibile, con conseguente perdita di afflusso e, quindi, di guadagno”.
Tre: adottare un marketing “instagrammabile”
“La terza azione da intraprendere è creare una strategia di marketing ‘instagrammabile’, per incentivare le persone a elogiare i post, scattare foto, creare storie e condividere contenuti. L’obiettivo è trasportare l’esperienza che le persone vivono offline, anche con i prodotti che vendiamo, online, attraverso scenari, tag e promo. In sostanza, cerchiamo di coinvolgere le persone e renderle influencer del marchio e dell’attività della piccola e media impresa”.
Quattro: fare tanto storytelling
Le storie si raccontano quando si ha un contenuto interessante da divulgare. Per questo motivo lavorare sullo storytelling è fondamentale. Lorenzi non ha dubbi: “occorre dare sempre a coloro che ci seguono quelle informazioni che stanno dietro un prodotto; in questo caso le Pmi potranno avere successo con le dirette per mostrare le proprie competenze e le proprie campagne pubblicitarie social. Perché, anche se un prodotto o un servizio sono ottimi, è proprio grazie al continuo e corretto storytelling per promuoverlo al meglio che una piccola e media impresa può uscire dalla zona di comfort del suo territorio e allargare i propri orizzonti anche alle altre regioni italiane. In pratica, bisogna guardarsi intorno, esaminare le strategie dei propri competitor online e vedere cosa succede a livello di scenario nazionale e non solo locale”.
Cinque: affidarsi a un esperto
“Vietato il fai da te. Se una piccola e media impresa è gestita da persone che non conoscono le dinamiche dei social, è bene chiedere consigli a un consulente in digital marketing e accettare i suoi suggerimenti” conclude Ale Lorenzi.