Bonus casalinghe 2021: di cosa si tratta e a chi spetta
Il decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104, convertito con modificazioni in legge 13 ottobre 2020 n. 126, ha introdotto il c.d. “bonus casalinghe” 2021. A differenza degli altri bonus, non si tratta di un vero e proprio contributo economico ma di un incentivo alla partecipazione a corsi di formazione gratuiti per agevolare l’inserimento di tali categorie di persone nel mondo del lavoro.
In particolare, l’art. 22 del decreto stabilisce che «È istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento di bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un fondo denominato “Fondo per la formazione personale delle casalinghe e dei casalinghi”, con una dotazione di 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020, finalizzato alla promozione di attività di formazione, svolte da enti pubblici e privati, di coloro che svolgono attività nell’ambito domestico, in via prioritaria alle donne, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte e iscritti all’assicurazione obbligatoria di cui all’articolo 7 della legge 3 dicembre 1999, n.493, con particolare riguardo all’acquisizione di competenze digitali, funzionali all’inserimento lavorativo e alla valorizzazione dette attività di cura».
Il c.d. bonus casalinghe 2021, dunque, spetta a tutte le donne (e agli uomini) che si occupano della cura della casa e della propria famiglia, che siano disoccupati e cittadini italiani o stranieri provvisti di regolare permesso di soggiorno. Non sono, invece, richiesti particolari requisiti ISEE.
Il bonus non prevede la corresponsione di alcun contributo alle casalinghe disoccupate, ma concede loro la facoltà di potersi formare gratuitamente seguendo specifici corsi finalizzati al loro inserimento nel mondo del lavoro.
In tale ottica, i corsi erogati perseguiranno il preciso scopo di migliorare e implementare le competenze digitali delle casalinghe, al fine di permettere loro di lavorare in smart working.
Ulteriori contenuti e modalità di realizzazione saranno meglio specificati da un successivo decreto attuativo.
Dott. Tiziano De Salve
Avv. Matteo Sances