BCE taglia i tassi di 25 punti base: attenzione ai dati, tassi fissi favoriti e nuovi scenari globali

La Banca Centrale europea riduce nuovamente il costo del denaro di 25 punti base e conferma che le prossime decisioni non saranno predeterminate ma rimarranno dipendenti dai dati.

Nelle attese del presidente Christine Lagarde l’inflazione nel 2025 dovrebbe assestarsi al 2,1%, ma l’inflazione di fondo rimane comunque prevista al 2,3%.

Nessun tono da colomba quindi, anche perché la dinamica salariale condiziona tuttora le pressioni inflazionistiche e sarà un elemento determinante nelle future prese di posizione della Banca Centrale.

È comunque normale che gli aumenti salariali si confermino in ritardo rispetto all’inflazione precedente. C’è piuttosto da monitorare un’esagerata svalutazione dell’euro sul dollaro che potrebbe essere accentuata da dichiarazioni troppo accomodanti da parte della BCE.

La prossima settimana anche la Fed dovrebbe ridurre in maniera analoga il costo del denaro sul dollaro poiché la crescita dell’economia a stelle e strisce è sempre molto vivace e il tasso di inflazione, recentemente salito al 2,7%, sconsiglia Powell di adottare una politica monetaria espansiva.

Nel frattempo l’Euribor ha già anticipato le mosse della Banca Centrale scendendo di circa 25 centesimi con il trimestrale al 2,90%, oltre 100 punti in meno rispetto ai massimi di un anno fa. Cala anche l’Eurirs, il parametro utilizzato dalle banche per i mutui a tasso fisso, rendendo così allettanti le richieste di surroga.

Secondo le stime degli analisti e analizzando i futures sugli Euribor, anche nel 2025 gli indici dovrebbero continuare a scendere per poi normalizzarsi.

I tassi variabili comunque rimangono meno competitivi rispetti ai fissi di almeno un punto percentuale. Difatti a oggi il 99% delle richieste di mutuo prevedono come parametro l’Eurirs (+ spread), mentre solo lo 0,6% viene erogato a taso variabile.

Il repentino calo dei tassi consente ai detentori di Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) di realizzare, in caso di vendita, guadagni in conto capitale interessanti, a seconda delle scadenze, mentre le nuove emissioni sconteranno inevitabilmente le scelte della BCE con rendimenti più bassi rispetto alle emissioni precedenti.

Tiene la crescita economica, meglio gli States dell’Europa e della Cina, ma disarmonica a livello settoriale, con l’industria manifatturiera che arranca compensata dalla tenuta dei servizi.

A livello di rischio in America l’inflazione potrebbe tornare a  mordere: vedremo allora come reagirà eventualmente la Federal Reserve mentre per l’Area UE l’ostacolo potrebbe essere rappresentato da un modello di sviluppo oramai anacronistico (ritardo sulla digitalizzazione e indipendenza energetica).

La politica espansiva adottata dal governo cinese non ha fatto bene all’economia, anziché stimolare i consumi.

Come conseguenza della normalizzazione delle politiche monetarie la duration consigliata è quella delle scadenze a breve termine sui bond rispetto a quelle medio-lunghe. Il posizionamento ottimale ha una duration quindi di tre anni circa concentrato sulla parte breve delle curve, su emittenti di qualità (da favorire il debito governativo e le strategie obbligazionarie globali) con rendimenti interessanti e bassa volatilità. Opportuno poi diversificare la componente High Yield (obbligazioni ad alto rendimento ed emesse da imprese, stati o altre entità ai quali viene attribuito un rating ridotto e quindi un alto rischio di insolvenza) e quella dei mercati emergenti con investimenti a breve-media scadenza, ribadendo l’importanza di una gestione necessariamente attiva.

La componente azionaria è orientata a scenari internazionali con bilanciamento delle strategie Value-Growth-Dividend per equilibrare le componenti di reddito e crescita e focus sui fondamentali; è inoltre sostenuta da una forte tenuta delle attese degli utili societari mentre gli interventi delle Banche Centrali volti a normalizzare le politiche monetarie agevolano l’asset class azionaria sensibile ai tassi di interesse.

Interessante poi l’introduzione nelle scelte di investimento delle Small/Mid Cap con rendimenti attesi interessanti e meno correlate ai mercati finanziari.

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