Banche: Unimpresa, al Nord tassi su liquidità imprese tre volte rispetto al Sud
Nord contro Sud anche in banca. Con le imprese meridionali fortemente penalizzate rispetto al resto d’Italia: i tassi sui depositi delle aziende, praticati dagli istituti di credito nelle regioni settentrionali del Paese sono oltre il triplo rispetto al Mezzogiorno: si va dallo 0,78% di realtà come Trento e Bolzano allo 0,24% di Catanzaro. Mentre, nelle regioni del settentrione, le banche tendono a garantire rendimenti più elevati, nelle aree meridionali viene offerta una remunerazione più modesta per i depositi bancari dei clienti imprenditori. Al vertice della classifica troviamo dunque il Trentino Alto Adige, con un tasso medio dello 0,78%, seguito dalla Sardegna al secondo posto con lo 0,58%. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo cui, le regioni con i tassi più bassi sono tutte al Sud: Basilicata (0,34%), Puglia (0,32%), Abruzzo (0,30%), Campania (0,26%) e Calabria (0,24%). La media nazionale dei tassi bancari sulla liquidità delle imprese è pari allo 0,45%, un livello comunque molto contenuto se si considera che il costo del denaro, su decisione della Banca centrale europea, è arrivato al 4,5% per tutti i mercati dell’area euro: 0,22% è la media per i conti fino a 50.000 euro, 0,27% per quelli fino a 100.000 euro, 0,32% fino a 250.000 euro e 1% tondo per quelli oltre 250.000 euro. «La variazione dei tassi medi sui depositi nelle regioni italiane evidenzia l’importanza di considerare le specificità regionali nelle decisioni finanziarie. Mentre alcune regioni offrono rendimenti più attraenti per i depositi, altre possono presentare sfide in termini di remunerazione dei conti, ma questo determina forti scompensi e disparità nella pianificazione finanziaria, nella progettazione e negli investimenti» spiegano gli analisti di Unimpresa.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha analizzato dati della Banca d’Italia riferiti al primo trimestre 2024, i tassi medi sui depositi delle imprese italiane praticati dagli istituti di credito variano significativamente tra le diverse regioni italiane. Analizzando i dati relativi alla media fra conti fino a 50.000 euro, fino a 100.000, fino a 250.000 euro e oltre 250.000 euro, emergono interessanti differenze che riflettono le dinamiche economiche e finanziarie delle singole aree a cui le banche sono sensibili. Al vertice della classifica troviamo il Trentino Alto Adige, con un tasso medio dello 0,78%, seguito dalla Sardegna al secondo posto con lo 0,58%. Queste regioni presentano tassi di interesse più elevati rispetto alla media nazionale, suggerendo una potenziale maggiore redditività per i depositanti in queste aree. Al contrario, al fondo della classifica troviamo la Calabria, con un tasso medio dello 0,24%, e la Campania al penultimo posto con lo 0,26%. Queste regioni registrano i tassi più bassi, indicando una minore remunerazione per i depositi bancari, il che potrebbe influenzare le decisioni finanziarie dei residenti e delle imprese locali. Le regioni con i tassi più bassi sono tutte al Sud: Basilicata (0,34%), Puglia (0,32%), Abruzzo (0,30%), Campania (0,26%) e Calabria (0,24%). Tra le regioni con tassi medi più alti praticati sulla liquidità delle aziende, il Lazio e l’Emilia Romagna si posizionano rispettivamente al terzo e al quarto posto con tassi dello 0,54% e dello 0,52%. Queste regioni, insieme alla Toscana al settimo posto con lo 0,50%, mostrano una buona performance in termini di remunerazione dei depositi, indicando un ambiente finanziario più favorevole per i risparmiatori. Al contrario, tra le regioni con tassi medi più bassi, il Piemonte e il Molise condividono il dodicesimo posto con lo 0,38%, seguiti dalla Liguria al quattordicesimo posto con lo 0,37%: queste regioni possono incontrare sfide nell’offrire rendimenti competitivi sui depositi, il che potrebbe influenzare la propensione al risparmio delle loro imprese. Inoltre, è interessante notare che diverse regioni condividono lo stesso tasso medio sui depositi. A esempio, l’Umbria e il Piemonte, nonché la Basilicata e la Puglia, occupano rispettivamente l’undicesimo e il sedicesimo posto con un tasso dello 0,41% e dello 0,34%: queste similitudini possono riflettere dinamiche economiche comuni o politiche bancarie regionali simili. Anche se si osservano i dati relativi ai tassi riconosciuti dalle banche sui depositi delle imprese fino a 50.000 euro, si riscontrano notevoli variazioni tra le regioni italiane, con significative differenze tra le aree settentrionali e meridionali del paese. In questa fascia, la Sardegna si distingue con il tasso medio più alto dello 0,44%, seguita dal Trentino Alto Adige con lo 0,42%. Al contrario, tra le regioni del Sud Italia, la Calabria e la Campania occupano gli ultimi posti della classifica con tassi medi rispettivamente dello 0,15% e dello 0,14%. Tra le regioni del Nord, Veneto, Toscana e Lombardia si posizionano rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto con tassi dello 0,25%, 0,25% e 0,23%. Queste regioni mostrano una buona performance in termini di remunerazione dei depositi, indicando un ambiente finanziario più favorevole per le aziende settentrionali. Nelle regioni del Sud, la Sicilia emerge come la terza regione con il tasso medio più alto dello 0,28%, suggerendo che alcune aree meridionali offrono comunque rendimenti competitivi per i depositi bancari. Tuttavia, questa cifra rimane inferiore ai tassi medi del Nord, indicando una persistente differenza nel panorama finanziario tra le due macroregioni. Inoltre, è interessante notare che alcune regioni del Nord come l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, nonché alcune regioni del Sud come la Basilicata e la Puglia, condividono tassi medi simili intorno rispettivamente allo 0,20% e allo 0,16%.