Banche italiane, le sei nuove tendenze dettate dalla crisi Covid-19
La crisi Covid-19 ha stravolto i trend consolidati di tutti i settori economici, compreso il sistema bancario italiano. Visto che settembre è il mese ideale per analizzare quanto avvenuto nel primo semestre, per proiettarlo verso la fine dell’anno, Prometeia ha individuato sei segnali che marcano altrettante inversioni di tendenza per le banche italiane in questi mesi. In un quadro certamente ancora attendista e prudente per consumi e investimenti, gli interventi del governo e delle autorità europee hanno infatti già mostrato impatti significativi: ecco quali.
1. Il credito alle imprese torna a crescere
A partire da marzo, il credito alle imprese è tornato a salire – dopo un intero anno di contrazione – arrivando a toccare un tasso di crescita del 4.5% a luglio (+7.1% la media dell’Eurozona). Le misure a sostegno della liquidità alle imprese, messe in campo dal governo principalmente con il decreto “Liquidità”, hanno quindi sostenuto la ripresa del credito con un flusso netto che ha sfiorato i 50 miliardi di euro nei primi 7 mesi (valori che non si registravano dallo stesso periodo del 2008, ovvero prima della crisi dei mutui subprime).
2. Crescita zero per il credito al consumo
Il comparto che ha maggiormente risentito del lockdown è sicuramente il credito al consumo: a luglio c’è stata una crescita, su base annua, quasi nulla (+0.4%), un dato impensabile anche solo a inizio anno, quando questa tipologia di credito era in espansione con tassi di crescita sopra l’8%. In generale, dopo un iniziale rallentamento a marzo e aprile, il credito alle famiglie ha ripreso ad aumentare (+1.7% a luglio, +3% la media dell’area euro), anche se sostenuto principalmente dal recupero degli “altri crediti”, nei quali rientrano quelli alle famiglie produttrici. Queste ultime sono probabilmente le principali beneficiarie dei prestiti fino a 30mila euro, interamente garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia, le cui erogazioni sono in forte accelerazione da inizio di maggio.
3. L’incertezza porta a un forte accumulo dei depositi di famiglie e imprese
I depositi dei residenti hanno continuato a crescere a ritmi intorno al 7-8% nei primi mesi dell’anno, prima perché il lockdown ha forzato le famiglie a ridurre le spese e quindi lasciare la liquidità sul conto corrente, più di recente invece sono state le imprese ad accumulare liquidità in vista dei prossimi mesi di incertezza.
4. Boom di titoli di Stato domestici nei bilanci delle banche
Anche le banche hanno fatto scorta di liquidità, grazie all’asta TLTRO III di giugno della Bce (che ha le condizioni più favorevoli). Al momento gli istituti di credito hanno utilizzato parte di questi fondi per l’acquisto di titoli di Stato italiani, che hanno raggiunto un ammontare record di 434 miliardi di euro.
5. Un primo rialzo dei tassi di interesse per le imprese
Il secondo trimestre dell’anno segna una risalita dei tassi sulle nuove erogazioni per tre mesi consecutivi (con un incremento di 21 punti base fra marzo e giugno), che si avvicinano così ai tassi medi applicati nell’area euro, pur rimanendo 10 punti base circa al di sotto.
6. Tasso fisso sui mutui sempre più basso
Anche per i tassi di interesse sui nuovi crediti alle famiglie si è registrato un record significativo: a giugno il tasso fisso sui nuovi mutui ha toccato un nuovo minimo storico (1.25%).
Non rimane adesso che attendere l’autunno per capire che forma avrà la tanto attesa ripresa.