Aumentano, a settembre, i prezzi all’ingrosso di carne, formaggi, frutta e verdura
Diffusi segnali di rialzo a settembre per i prezzi all’ingrosso dei prodotti agroalimentari. L’indice dei prezzi all’ingrosso, realizzato da Unioncamere e BMTI, ha mostrato tra i prodotti freschi, rialzi mensili per frutta e ortaggi, per le carni di bovino e di pollame e per le uova. Nel comparto ittico, invece, sono rimasti sostanzialmente stabili i prezzi all’ingrosso, a eccezione dei crostacei freschi, trainati dai rincari di gamberi e scampi. Tra i prodotti lavorati, si è registrato un ulteriore rincaro per il burro e per i formaggi e una sostanziale stabilità per l’olio di oliva e gli sfarinati di grano e riso.
Nello specifico, per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, sono stati due i fattori che hanno impresso aumenti ai prezzi. Da un lato, l’abbassamento delle temperature registrato dopo la prima decade di settembre ha determinando una maggiore richiesta di prodotti autunnali. Dall’altro, diverse coltivazioni estive sono state colpite dal prolungato caldo estivo. Tra i rincari maggiori, si registra un +20% per pesche e nettarine e un +11% per le pere, con la comparsa delle carietà autunnali; forte incremento rispetto al mese precedente per le zucchine, che crescono al contempo del +74,8% rispetto allo scorso anno. Aumenti mensili consistenti anche per le melanzane (+65%) e per i pomodori da insalata (+37%).
Tra le carni, aumentano quelle di pollo (+6,4% rispetto al mese precedente e +3,4% rispetto al 2023) e tacchino (+5,2% rispetto a settembre e +12,3% rispetto a un anno fa), spinti da una domanda superiore alle disponibilità di prodotto. Cresce anche la carne di bovino adulto (+4,4% rispetto ad agosto). Il comparto bovino è alle prese con una minore disponibilità di capi da ristallo, legata anche ai minori arrivi dalla Francia, elemento che sta imprimendo tensioni al mercato. Tra i prodotti zootecnici, aumentano del 2,2% rispetto al mese precedente i prezzi delle uova allevate a terra, sostenuti da una domanda superiore all’offerta.
Per quanto riguarda il settore ittico, i prezzi all’ingrosso non hanno mostrato variazioni mensili significative a settembre. Tuttavia si è osservata una crescita delle quotazioni delle specie catturate prevalentemente con le reti da traino, sistema bloccato o limitato in molte marinerie a causa del fermo temporaneo di pesca. Tra questi, spiccano gli aumenti per gamberi e scampi rispettivamente di quasi il 56% e del 34,6%. Tali aumenti verosimilmente sono dovuti anche a un concomitante aumento della richiesta.
Tra le materie grasse derivate dal latte, si è registrato un ulteriore aumento del prezzo all’ingrosso del burro (+15% su base mensile): i prezzi sono più che raddoppiati rispetto ad un anno fa. Tali aumenti riflettono i forti rialzi dei prezzi osservati nei mercati chiave europei, Germania in primis, dove il burro ha raggiunto livelli record a causa di una disponibilità limitata del prodotto a livello comunitario. Aumenti ulteriori a settembre anche per i formaggi a lunga stagionatura (+1,3% rispetto ad agosto). Crescono anche i formaggi a stagionatura media (+1,4%) e, in misura maggiore, i formaggi freschi e latticini (+2,9%).
Infine, rimane stabile l’olio d’oliva (+0,1% rispetto ad agosto) in attesa delle quotazioni dei prodotti della nuova annata, che, in Italia, si prevede possa subire una significativa contrazione rispetto alla precedente.