Attenzione a skill gap e skill mismatch in azienda: ecco come valutarli e superarli
Due dei problemi sempre più rilevanti all’interno delle aziende nazionali e internazionali sono la carenza di competenze e la mancanza di capacità tecniche dei lavoratori, ossia lo skill gap e lo skill mismatch.
La discrepanza fra competenze e capacità tecniche possedute e il lavoro che si deve andare a svolgere crea non pochi problemi in ambito lavorativo e costringe i datori di lavoro a prendere provvedimenti per colmare le mancanze e rendere i propri dipendenti più efficienti e performanti.
Tra le possibili soluzioni al problema vi sono il reskilling e l’upskilling, due metodologie che consentono di integrare le carenze facendo acquisire ai lavoratori nuove competenze in ambiti differenti o nel medesimo ambito nel quale erano già impiegati.
Al fine di avere un quadro chiaro e completo dei gap presenti in azienda, è molto importante capire come valutarli; questo permetterà di impostare un piano strategico atto a migliorare e implementare le prestazioni dei dipendenti e il loro rendimento sul lavoro.
L’impatto dello skill gap e dello skill mismatch sull’economia
Secondo uno studio del 2020 svolto dal Boston Consulting Group, sono ben 1,3 miliardi i lavoratori che risultano, rispetto all’ambito d’impiego o alle richieste del mercato, sottoqualificati o sopraqualificati. Il gap che viene a crearsi in questo modo risulta estremamente oneroso non solo per le aziende, ma anche per l’economia globale in quanto causa un calo della produttività che si ripercuote sul PIL dei singoli Paesi. Secondo lo studio, la ripercussione potrebbe portare a un calo del PIL del 10% e oltre.
Skill gap e skill mismatch: che cosa sono
Lo skill gap e lo skill mismatch sono due facce della stessa medaglia: la mancanza di competenze adeguate. Nel caso dello skill gap quello che manca sono lavoratori che possiedano le competenze idonee per lo svolgimento di determinate mansioni. Lo skill mismatch riguarda invece la mancanza di aggiornamento dei lavoratori; in questo caso le persone sono formate per lo svolgimento di una determinata mansione, ma le loro competenze risultano obsolete.
In molti casi ci si trova di fronte a soggetti formati e laureati, le cui competenze non rientrano però tra quelle richieste dal mercato, come ben evidenziato dall’Osservatorio delle Competenze Digitali il quale valuta la carenza di professionisti specializzati in ambito digitale.
Come effettuare l’analisi di skill gap e skill mismatch
Effettuare l’analisi dello skill gap e dello skill mismatch può aiutare le aziende ad avere un quadro chiaro e completo della professionalità dei dipendenti già assunti e a mettere in atto strategie che li aiutino a colmare le mancanze, riqualificandoli o riposizionandoli.
Per valutare quali competenze siano carenti all’interno dell’azienda e in quali ambiti risulta necessario formare i dipendenti, è possibile ricorrere agli LMS o Learning Management System. Una volta individuati gli obiettivi e le necessità aziendali, è importante valutare con attenzione quali competenze risultano fondamentali per il loro raggiungimento. A questo punto, è possibile sottoporre dei questionari ai dipendenti in modo tale da valutare l’idoneità delle competenze possedute e la necessità di colmare mancanze o divari.
Ottenuti i risultati, si potrà provvedere a colmare le lacune mettendo in atto una strategia di formazione idonea. Questo permetterà di non dover ricorrere all’assunzione di nuovo personale qualificato in quanto si potrà formare e riqualificare quello già presente in azienda.
Come risolvere il divario e la mancanza di competenze
Dopo aver effettuato l’analisi delle competenze possedute dai propri dipendenti, bisogna provvedere a mettere in atto una strategia volta a colmare le lacune. Questa dovrà prevedere l’erogazione di corsi obbligatori o facoltativi che permettano di aggiornare le competenze oppure di riqualificare i lavoratori, permettendo loro di trovare un nuovo posto all’interno dell’azienda.
Il reskilling e l’upskilling
È qui che entrano in gioco le attività di reskilling e upskilling, a cui abbiamo accennato nell’introduzione. Utili sia per aiutare i dipendenti già assunti a riqualificarsi sia per migliorare le prestazioni dei giovani appena entrati nel team, queste due attività forniscono un aiuto fondamentale alle aziende che desiderano essere competitive.
Nello specifico, il reskilling permette di risolvere lo skill gap, fornendo ai lavoratori che svolgono mansioni superate e non più utili tutti gli strumenti necessari per svolgere un nuovo lavoro; l’upskilling consente invece di porre rimedio allo skill mismatch, aggiornando le competenze dei lavoratori le cui mansioni risultano ancora utili ma che, in seguito al progresso tecnologico e digitale, hanno subito un’evoluzione.