Allarme clima: un’azienda su 3 è esposta a potenziali perdite a causa del caldo
«Un’impresa su 3 risulta esposta a potenziali perdite economiche a causa del caldo e dei cambiamenti climatici» sottolinea Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green— che ha commissionato all’International Center for Social Research(www.icsr-net.com) un approfondimento sul tema della “rischiosità climatica” per le aziende.
«Il problema è globale, ma anche noi possiamo fare la nostra parte: le nostre tecnologie green e la partecipazione del crowd possono arrestare il cambiamento climatico» prosegue Niccolò Sovico. L’idea di Ener2Crowd.com è infatti quella di convincere i piccoli e medi risparmiatori che da sempre puntano sugli investimenti più sicuri possibili —che una volta erano gli immobili ed i titoli di Stato— a investire per salvare il pianeta.
I capitali di risparmio in Italia ammontano ad oltre 4 mila miliardi di euro di cui 1.500 miliardi di ricchezza liquida. Anche solo la parte liquida investita nella sostenibilità ambientale ed energetica sarebbe in grado di ridurre del 160% le emissioni prodotte dal nostro Paese, andando quindi a compensare anche quella prodotta da altri Paesi.
Lo studio ICSR, realizzato a luglio 2023, ha calcolato la probabilità che a seguito di fenomeni naturali si verifichino perdite economiche aziendali, includendo anche i mancati introiti ed i costi di riparazione.
«Il rischio potenziale riguarda un’azienda su tre. In concreto, arriveremo al 2050 con circa l’8% delle aziende italiane che registreranno perdite a causa delle ondate di calore, con punte fino al 55% nel Sud Italia» puntualizza Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefitEner2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).
I settori maggiormente minacciati sono l’Agricoltura, allevamento e pesca (56%), l’Energia, gas ed acqua (45%) e l’Edilizia (44%). Seguono poi Magazzini/Logistica (42%), Industria (39%), Alberghi e ristorazione (35%), Servizi (33%), Commercio (32%) ed Artigianato (30%).
A livello di zone di rischio, i dati dello studio ICSR per conto di Ener2Crowd rivelano che con riferimento alle ondate di calore, le 10 province più esposte sono: Catania (58%), Taranto (57%), Foggia (55%), Brindisi (50%), Medio Campidano (49%), Rovigo (48%), Ferrara (47%), Bologna (45%), Piacenza (40%) e Pavia (37%).
In quanto a precipitazioni intense, più a rischio sono Verbano-Cusio-Ossola (84%), Lecce (45%) e Siracusa (30%). Seguono poi Vercelli (27%), Livorno (23%), Grosseto (11%), Aosta (9%), Trapani (7%), Agrigento (6%) e Novara (5%).
Per le inondazioni troviamo: Rovigo (40%), Genova (35%), Udine (32%), Gorizia (31%), Ferrara (26%), Firenze (24%), Catania (23%), Lecce (21%), Pisa (20%) e Siracusa (18%).
Mentre per le frane si collocano sul podio Aosta (62%), Verbano-Cusio-Ossola (45%) e Trento (44%), seguite da Sondrio (42%), Belluno (40%), Lecco (32%), Bolzano (31%), Genova (29%), Como (24%) e Frosinone (22%). Sono quindi più esposte le province interamente ubicate in zone montuose ed in particolare quelle sulle Alpi.
Come scongiurare questo scenario? Basterebbe investire anche solo il 2% della nostra ricchezza —14 mila euro pro capite— così le emissioni di CO2 scenderebbero a 2,7 tonnellate pro capite contro le attuali 5,6 tonnellate, raggiungendo in un solo anno gli obiettivi globali di emissioni pro capite al 2050.
Con i progetti sostenibili di Ener2Crowd.com —ad esempio— con un investimento di 100 euro pro capite si arriva a ridurre le emissioni di CO2 di ben 2 milioni di tonnellate all’anno, pari allo 0,48% del totale delle emissioni “consumate” sul suolo del nostro Paese ed allo 0,60% di quelle prodotte.