Alcuni spunti in favore della dignità del responsabile amministrativo nelle PMI, portatore di buone prassi e di miglioramento dell’assetto interno aziendale

 Alcuni spunti in favore della dignità del responsabile amministrativo nelle PMI, portatore di buone prassi e di miglioramento dell’assetto interno aziendale

C’è un passo nel Moby Dick di Herman Melville, in cui il marinaio narratore Ismaele si lancia in una difesa appassionata dei balenieri: la balena non ha scrittori famosi e la caccia nessun cronista famoso, tuttavia – ricorda Ismaele – noi balenieri forniamo ai vostri re alle vostre regine il materiale per l’incoronazione [l’olio].

Si tratta evidentemente di un romanzo e di una pratica – la caccia alle balene – che per fortuna è illegale nella gran parte dei paesi del mondo, anche alla luce della diminuzione del numero di esemplari che stava portando all’estinzione di questa specie.

Tuttavia, nel rileggere questo capitolo del romanzo di Melville, quando si parla della percezione di questo lavoro come occupazione piuttosto impoetica e disonorevole per la quale il narratore si sente di convincere la gente di terra dell’ingiustizia che vien fatta, non ho potuto fare a meno di pensare – in ottica aziendalistica – al “povero” ruolo assunto dal responsabile amministrativo in una pmi.

Gli imprenditori delle nostre PMI, infatti – nella maggioranza dei casi – sono assimilabili a quella gente di terra di cui ci parla il romanzo di Melville, dal momento che non percependo l’importanza dei responsabili amministrativi in azienda, li mettono in secondo piano rispetto ad altre figure ritenute più strategiche, come i commerciali. Con ciò dimenticando che un’azienda senza controllo non è governabile.

Nelle aziende di piccole dimensioni sono infatti i responsabili amministrativi che possono farsi promotori di una cultura amministrativa e del controllo, in modo da anticipare difficoltà e crisi.

È in questo contesto che i professionisti possono supportare i responsabili amministrativi per far loro recuperare un ruolo centrale nelle imprese di piccola dimensione, supportandoli in un approccio basato su formalismo e procedure.

Procedure interne e bilanci infrannuali a supporto dell’imprenditore

Per poter avere sotto controllo i risultati aziendali, specie in contesti di dimensioni contenute, occorre partire dalle cose semplici, i bilanci infrannuali. Ma per poter redigere bilanci infrannuali corretti e attendibili serve la collaborazione del responsabile amministrativo. E’ lui a “caricare i dati”.

Oltre a dominare le scritture contabili e – nello specifico – le tecniche di assestamento infrannuale, il referente amministrativo dovrebbe portare in azienda coraggio.

Coraggio nell’introdurre – chiaramente in collaborazione con i professionisti dell’azienda – formalismo e procedure. Coraggio nel suggerire migliorie ai sistemi amministrativi aziendali. Coraggio nel pretendere di attorniarsi di colleghi amministrativi capaci e motivati, anche evidenziando all’imprenditore eventuali inadeguatezza di familiari inseriti nell’ufficio amministrativo.

Perché il responsabile amministrativo non dovrebbe essere un signor-sì, ma un braccio destro dell’imprenditore, per aiutarlo e supportarlo nelle scelte decisionali di ogni giorno.

Inoltre la figura dovrebbe coltivare la passione per la ragioneria e l’economia aziendale, trasmettendone l’utilità all’intera struttura, spingendosi oltre le proprie “zone di comfort”.

Si pensi al “si è sempre fatto così” tipico in alcune rilevazioni contabili: è opportuno combatterlo creando un piccolo manuale interno di rilevazioni contabili e avendo presenti quelle che sono le fonti cui fare riferimento per contabilità e bilancio.

Non stiamo parlando del codice civile o dei riferimenti ai libri di ragioneria ed economia aziendale. Ci si riferisce ai principi contabili nazionali Oic che possono dare utili spunti per le rilevazioni contabili e per le scelte decisionali tanto con riferimento ai “tradizionali” principi incentrati sulle varie poste di bilancio che su quelle attività Oic più recenti, sulla spinta delle nuove tendenze nella comunicazione aziendale (su tutti l’attività dell’Oic in collaborazione con altri enti in ambito Esg).

Banalmente: la differenza fra impianti generici, impianti specifici e attrezzature – che poi ha un impatto sull’aliquota di ammortamento da applicare al cespite – è un tema che il responsabile amministrativo può ben avere a mente consultando il relativo principio contabile.

Tre occasioni per il responsabile amministrativo in una PMI per far valere la propria utilità

Per difendere la dignità del responsabile amministrativo nelle PMI si prospettano in questo periodo tre occasioni.

La prima è la scelta se aderire o meno al Concordato Preventivo Biennale (CPB) ex D.Lgs. 13/2024 entro il prossimo 31 ottobre, ossia la scelta se aderire a quell’istituto che mira ad incentivare l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi concordando con l’Agenzia delle Entrate un reddito imponibile per gli anni 2024-2025 (soggetti Isa).

Il responsabile amministrativo di una pmi può infatti giocare un ruolo fondamentale, insieme all’imprenditore e al consulente, per preventivare i risultati aziendali 2024 e 2025 che consentono di effettuare le valutazioni di convenienza all’adeguamento.

La seconda occasione è legata all’introduzione/implementazione degli adeguati assetti voluti dal Codice della Crisi. Nell’ottica di mettere in sicurezza l’azienda e al tempo stesso riparare gli amministratori da responsabilità, il responsabile amministrativo può portare la propria esperienza e competenza nell’introdurre chiarezza nell’organigramma e nell’ufficio amministrativo, sistemi di controllo interno, procedure.

L’ultima occasione deriva dalla spinta legata alla rendicontazione sostenibile e al mondo Esg: per governare le aziende occorre gestire i rischi aziendali al fine di garantire una continuità. Ecco allora che il responsabile amministrativo di una PMI può dare il proprio contributo per un’analisi delle dinamiche aziendali al fine di comprendere tanto l’impatto che le azioni aziendali hanno sull’ambiente e la società ma anche l’impatto che i fattori Esg hanno sulla stabilità aziendale (principio della doppia materialità).

Immagine di pressfoto su Freepik

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