Agriturismo, boom di richieste dagli italiani. Confagricoltura Toscana: “Incognita settembre per la mancanza di stranieri”
La vacanza in agriturismo, immersi nella campagna toscana, piace agli italiani e il turismo nazionale riesce a frenare le perdite che hanno travolto il settore. Da luglio ad agosto è iniziata una ripresa, dapprima lenta, ma che via via è diventata più solida tanto da far registrare il tutto esaurito in molte strutture. E’ quanto conferma Confagricoltura Toscana: “C’è però l’incognita settembre che, senza turisti stranieri e con l’avvio delle scuole, rischia di far ripiombare il settore su terreno negativo”.
Un anno strano, questo 2020, come era ampiamente prevedibile alla luce delle conseguenze della pandemia da Coronavirus. La durata media dei soggiorni è stata di 2/3 notti a luglio, prevalentemente concentrata nei fine settimana. Agosto ha fatto poi riscoprire la campagna agli italiani, che scelgono gli agriturismi per soggiorni settimanali, in particolare sulla costa e in montagna, come Amiata e Abetone. Il 98% sono connazionali, qualche tedesco o svizzero che arriva in auto, e quasi tutti chiedono la piscina. “Sono aumentate, come ci aspettavamo, le richieste di cambi data e di prenotazioni che hanno influito sull’organizzazione – precisa il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri – Sono inoltre triplicati i costi totali per le pulizie, sanificazioni, personale impiegato per le colazioni e numerosi i cambi biancheria a fronte di una minore capacità di spesa degli ospiti italiani”
Proprio in questa fase, quasi a fine estate, e “molto in ritardo”, precisa il presidente Neri, arriva la modifica alla legge regionale 30 del 2003 che disciplina l’attività agrituristica. “Oltre che tardiva – commenta il presidente – si presenta anche avvolta dall’incertezza legata ai tempi. Mancano infatti i regolamenti che la rendono effettivamente operativa. Ci auguriamo che la nuova giunta regionale, che uscirà tra quasi un mese dalle urne, coinvolga le categorie interessate, ma soprattutto confidiamo nel buon senso dell’amministrazione regionale per non aumentare i costi e la burocrazia che rischiano di mettere in ginocchio un settore come quello degli agriturismi già molto provato”. In particolare, Confagricoltura Toscana chiede che “non si limitino in maniera grave le aziende che intendono fare interventi migliorativi rilevanti nelle strutture al fine di incrementarne la capacità di attrazione e di ospitalità, anche attraverso i trasferimenti di volumetrie, fatti in modo intelligente e sostenibile, anche tra comuni limitrofi”.